Doppio disco di platino, nove milioni di visualizzazioni e una data, quella del 7 maggio a Milano, ormai sold out e immediatamente raddoppiata. Questo lo strascico – certo apprezzato – lasciato dal singolo Guerriero, e anche modo tra i più veri e diretti per introdurre uno dei cantanti italiani ad oggi più apprezzati, che dopo il successo di “#Prontoacorrere” torna a far sognare il pubblico con una maturità nuova e capace di arrivare al cuore di chiunque lo ascolti. 



Marco Mengoni, 26 anni compiuti a Natale, è stato infatti in grado di crescere, lo dice lui stesso, come persona prima ed artista poi, naturale per un talento così giovane. 

Ed è proprio grazie alla sua carriera tutta in ascesa che la capacità di Marco è oramai cosa nota. Guerriero è solo il primo dei brani che da domani tutti potremo trovare, ascoltare, e godere, racchiusi nell’album “Parole in Circolo (unodidue)”, nuovo “progetto”, così ci tiene a definirlo Mengoni, già in vetta alle classifiche pre-order sin dalla partenza dell’8 dicembre.



Dieci le tracce in tutto, ma molte le linee narrative e musicali che invece questo lavoro contiene. 162 le tracce racchiuse soltanto nel già amatissimo ‘Guerriero’ che, infatti, si vedono continuamente integrate, frase dopo frase, da riff e strumenti musicali. 

Un progetto ricco di spunti quello di “Parole in Circolo”, che vede sì tanto testo, e una bravura cantautorale di spicco, ma anche e soprattutto tanta musica, e musica tecnicamente molto ben studiata, ben fatta, di quella che purtroppo in Italia, oggi, spesso si fatica ad avere sul mercato.

E allora, citando di nuovo proprio una frase di Marco Mengoni, “…sarà bellissimo” capire in quanto (poco) tempo il disco riuscirà a raggiungere la prima posizione in top 5 tra i dischi più venduti della settimana. 



Nel frattempo ci siamo dati appuntamento con Marco, nell’affascinante spazio dell’Open di Milano, per farci raccontare qualcosa in più, ma anche per ascoltare insieme a lui quelle perle che, stavolta non sono solo complimenti, non potranno che far lunga strada. Incontro assolutamente divertente, ricco di spunti e di colori, come quella foto in copertina con un Marco immortalato in B/W su sfondo giallo canarino. 

Impossibile delineare un filo conduttore tra i brani perché, lui stesso lo ammette, “io ho sempre preservato la diversità. Lo racconto nei testi che ho scritto (stavolta Marco è anche autore, ndr) ma lo si può intuire anche solo ascoltando l’album. Non c’è per forza bisogno di omologazione, o di filo logico, e di guida. E’ uscito quello che più mi rappresenta, nonostante le difficoltà siano state moltissime. I testi sono impegnativi, da scrivere e da interpretare. Mi sono dovuto mettere in gioco, e soprattutto ho per forza dovuto far trasparire quella parte forse più vulnerabile di me che cerco sempre di tener un po’ nascosta” dice. 

Sbagliato, allora, fermarsi all’apparenza, ma giustissimo tendere la mano. Cose certo cantate anche nel singolo, ma che vanno a ripetersi in differenti forme di riusciti giochi di musica e parole nel resto del disco.Commovente  Esseri Umani, scritta in coppia con Matteo Valli, che vede un ritornello vero, un poco pungente: “Credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani”. 

Importanti le collaborazioni anche autorali all’interno della ‘playlist’ Mengoni. “Sì, il mio intento era proprio quello di creare una playlist, infatti il meglio deve ancora arrivare” continua Marco. “Una playlist dove trovare inseriti dei brani che ovviamente spero piacciano al pubblico, ma che soprattutto a me stanno tanto a cuore a priori, perché sono vere fotografie di vita” spiega. 

Alla scrittura con lui anche nomi importanti della musica italiana come il giovane Dario Faini o il più conosciuto Luca Carboni, tuttavia non presente nel disco. Intitolato Se Io Fossi Te, il brano scritto in coppia con Carboni è, ce lo ricorda Luca Dondoni de ‘La Stampa’, stranamente “up” (nonostante i pezzi di Carboni spesso siano meno ritmati), ma in ugual misura caratterizzato da un tempo medio/forte che dona vivacità e freschezza al pezzo. 

“Volete sapere come ho conosciuto Luca Carboni? Ecco, io lavoro con mia cugina” racconta Mengoni. “E lei si chiama Carboni di cognome, come Luca Carboni. Una sera siamo arrivati in albergo e alla reception l’hanno erroneamente scambiata per la consorte Carboni, dunque ci hanno dato le chiavi della stanza di Luca Carboni e da lì ci siamo conosciuti” ride. 

Parole in Circolo è veramente un album, pardon!, un progetto, speciale. Per nulla piatto come al contrario qualche settimana fa è stato definito il repertorio di Marco, ma al contrario un gioiello della musica italiana pop di questi ultimi tempi. Ed è solo la parte iniziale di un lavoro più grande e ancora in evoluzione. Parole in Circolo unodidue attende d’essere completato. “Entro il 2015?” gli chiediamo. “No bellini, se non è finito, non è finito!” replica scherzando Marco Mengoni.