Mancano solo 6 giorni all’uscita del nuovo lavoro di J-Ax “Il bello di essere brutti” tra ironia, racconti autobiografici e rap’n’roll. “Ho fatto pace con il passato, anzi con il trapassato remoto dal quale mi sono ripreso dopo un tutto esaurito ad un concerto”, ha ammesso il rapper che ha precisato che Se fai rap devi essere necessariamente anche sbruffone e che, anche se tutti i rapper giovani si danno addosso, lui preferisce oggi fuori dai giochi. J-Ax è fiero di poter dire che in vent’anni non è mai arrivato alle mani con nessuno pur essendo tra i più odiati di tutti nel settore. Il nuovo tour di J-Ax partirà il 12 marzo da Roma e a Milano toccherà per sei volte l’Alcatraz. “Non ho voluto fare il Forum di Assago – ha spiegato – perchè mi ricorda il periodo in cui avevo perso il controllo di tutto”.



Da qualche settimana è presente su Youtube un video presentazione curato dallo stesso J-Ax del suo nuovo disco, in uscita il 27 gennaio, intitolato “Il bello di essere brutti”. Nel video, girato per le strade di New York, il noto rapper italiano si racconta, spiegando il significato del titolo del disco, in cui si identifica. Sono un loser, sono sempre stato un perdente, dice, sin dai tempi della scuola in cui “ero quello bullizzato perché mi piacevano i computer e i fumetti e non il calcio o lo scooter… Io sono quello della frazione di 1.738 abitanti, io sono quello che veniva cacciato dalle discoteche perché sembravo un punkabbestia e dai centri sociali perché ero un tamarro”. Ma adesso ho vinto, dice, ecco perché posso camminare per le strade della più grande città del mondo, New York. J-Az spiega poi che questo nuovo disco lo mette a nudo come non mai: rap, rock, reggae, punk, pop, soul e indie e una sfera più intima che in passato. Il brutto, dice in conclusione, non è solo un concetto estetico, ma anche uno stato sociale. Se non fosse stato catturato dalla musica, conclude, oggi probabilmente sarebbe un programmatore di computer.

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