Sono una giornalista, mi dicono… devo essere sempre obiettiva, mi dicono.. .devo trovare le parole giuste e raccontare i fatti senza metterci del mio, mi dicono… e io ancora una volta, dinanzi a Dario Ballanti non riesco a fare tutto questo, non riesco a seguire regole o meccanismi.

Dovrei descrivervi la serata nei dettagli che l’hanno caratterizzata, scivolando in commenti oggettivi, ma è la seconda volta che mi siedo in teatro, ed è la seconda volta, forse anche più della prima, che mi ritrovo senza fiato. Quindi questa volta non vi elencherò quello che è stato ma lo farò a modo mio… e lo farò così…



Da Balla a Dalla non è il solito One man Show, non è il solito spettacolo teatrale, dove aspetti la trama ed il finale, non è il racconto di qualcosa scritto nei minimi dettagli ieri o secoli fa, questa è la storia della vita di Balla, sempre ad un passo con il fiato sospeso dalla vita di Dalla, lui la chiama storia di un’imitazione vissuta, io la chiamerei un rincorrersi come rette parallele, fino ad incontrarsi per non lasciarsi più, Dalla non c’è più, ma credetemi, in quel teatro risuonava così forte la sua presenza che la commozione ha raggiunto l’apice dell’amor puro che scorreva tra di loro.



Io non so come abbiano fatto Dario Ballantini e Massimo Licinio a creare questa meraviglia, ma quello che sto per raccontarvi vi farà venir voglia di correre in teatro oggi stesso, perché uno spettacolo del genere andrebbe visto almeno infinite volte, e dico almeno.

Dario Ballantini è stato truccato nella sua vita, forse, in ogni modo e aspetto, interpretando sempre qualcuno diverso da se stesso, questa notte invece, era lui a truccarsi davanti all’amico specchio/scenario, costruito dal padre, amico di ogni esibizione, era lui stesso a sedersi e passarsi una mano sul viso con il carboncino, per la prima volta Dario Ballantini non ha imitato solo qualcuno, ma ha espresso quello che realmente lui è … quello che realmente lo appartiene, colui che esiste da sempre nei sui sogni, nei suoi traguardi ed oggi nei suoi ricordi più vivi.



Un tuffo al cuore, poter assistere al concerto che tutti noi abbiamo perso, il desiderio realizzato di sentire la presenza di Dalla anche senza la sua concreta materializzazione, rivivere ciò che ci ha lasciato, ma soprattutto affacciarci in quello che è stato un legame fatto di speranze, di traguardi. 

A Dario non bastava più nulla che somigliasse a Dalla, lo voleva lui accanto nella sua storia infinita tra quadri , la sua più grande passione,canzoni e viaggi, e lo ha avuto…come nella sua ultima mostra prima che Dalla andasse via, mostra nella quale lo ha accompagnato suonando, solo per la reciproca stima.

Io ero su quella sedia e per la seconda volta il mio cuore batteva con la loro musica, arrangiamenti perfetti, quelli di Stefano Cenci, come perfette erano le sue mani che scivolavano sui tasti di quelle tastiere, un connubio di professionalità e allegria, di felicità e malinconia.

Batteria che lasciava spazio ad ogni tipo di emozione, intensa, forte e dolce, pungente e vera, a ritmo con ogni piccola o grande emozione che passava in quel teatro,immense le bacchette di Marco Cenci. 

Colori accesi e toni mozzafiato, quelli delle chitarre di Claudio Trippa

Il basso coinvolgente e limpido suonato da chi con lo strumento “fa quasi l’amore” , lui l’ impeccabile Maurizio Meo.

Sax protagonista della scena spesso e volentieri, colmo di quella profondità così unica e quella leggerezza così limpida, un fantastico Carlo Maria Micheli.

 

La mia canzone preferita questa notte? QUALE ALLEGRIA… forse perché è una di quelle che ho sempre amato di Dalla, forse perché Dario ha saputo darle la giusta importanza, forse perché questa sera anche io ero completamente avvolta da ogni tipo di emozione.

STELLA DI MARE, perfetta, dolce, quasi sussurrata ad un pubblico con gli occhi pieni di lacrime, una CORSO BUENOS AIRES divertente, goliardica, allegra a suon di battito di mani, una FORTUNA che ci ha fatto sognare, una WASHINGTON scacciapensieri ed una meravigliosa, commovente, e pazzesca interpretazione finale di CARUSO.

Caro Dario… questa volta.. anche Lucio Dalla si è alzato in piedi davanti a te in quel teatro… e ti ha detto grazie, perché siamo tutti convinti, che quello che tu gli stai regalando, è la soddisfazione più grande che qualsiasi artista possa ricevere.

Poso la penna….

E ti faccio un ultimo applauso, sotto quelle luci che poco fa ti regalavano il tuo giusto valore.