Prendo la penna e scrivo di De Gregori, e per qualsiasi scrittore o giornalista che sia, tutto risulterebbe così naturale e semplice, così dettagliato e descritto nei minimi termini, così paradossalmente scontato. Per me no, Francesco De Gregori per me è il cantautore tra i cantautori, il cantante tra i cantanti, il poeta tra i poeti e il musicista per eccellenza. Non posso stare ferma a guardare che qualcuno lo sminuisca descrivendo canzone per canzone la sua storia, non posso accettare che venga messo in una lista di nomi che non gli appartengono.



E’ il principe della musica italiana, ed è il mio principe, colui che ha accompagnato la mia crescita non sbagliando mai un colpo, entrando sempre nelle vene di quel momento per renderlo prima un istante perfetto, poi un ricordo indelebile.

“Vivavoce” il nuovo disco in cui ha reinciso tanti suoi classici, ha racchiuso quelle canzoni nelle quali tutti ci siamo rispecchiati, dal più giovane al più anziano, da “Caterina” che viveva una vita difficile ma che non si arrendeva mai a “La ragazza e la miniera” con il suo rimpianto, con la voglia di tornare indietro nel tempo e non commettere più gli stessi errori, camminando nuovamente in passi diversi, scivolando nella “Donna Cannone” amata da tutte le età, contemplata da chi non si è mai sentito abbastanza, addolcita dall’amore indiscusso di chi la vedeva bella in ogni forma o aspetto.



“Niente da capire” ha affascinato gli amanti, i rimorsi, le parole non dette e i ricordi impressi nella mente di vecchie storie finite nel dimenticatoio della vita ma mai in quello del cuore. “Per le strade di Roma” che ci ha fatto immaginare di camminare lungo quel Tevere ascoltando suonatori di strada e coppie nei vicoli della città incantata mentre la notte scende, le stelle colorano il cielo ed arriva la sua ninna nanna, l’indiscussa ninna nanna che è stata dedica per miliardi di noi: “Buonanotte fiorellino” questa notte è per te… per noi che ancora oggi grazie a lui sogniamo.



“La leva calcistica del ’68” ancora attuale, non cambierei una virgola nonostante siano passate decine di anni. Potrei anche parlarvi di Renoir e di Finestre rotte, ma non riuscirei mai a recensirvi ogni sua singola parola, di questo album che ci tiene incollati allo stereo durante una giornata di pioggia con un bicchiere di vino e un camino acceso.

Con queste tonalità nuove, nel suo stile, nelle corde della sua chitarra, nella sua voce sempre così unica e mai confondibile con nessuno al mondo. Non ho lunghi capitoli su Francesco De Gregori, perché si ferma il fiato e tutto parla da se. No, non è il mio cantante preferito, è l’uomo che ogni giorno metto nelle mie cuffie per accompagnarmi durante la giornata, ed ogni successo o sconfitta che io abbia avuto nella mia vita sono legati esclusivamente ad una delle sue canzoni.

“La ragazza e la miniera” è quella per cui ho pianto, ho rinnegato il Cielo ed anche l’amore, è quella che ogni volta mi fa dire… “mi ha letto nel pensiero”. E’ lui Francesco De Gregori, è il Principe della musica, è il Re delle emozioni, è il maestro dei sentimenti, ed è lo Stradivari dei violini, lo ascolti ed il mondo intorno si ferma.

Perché in quel momento non c’è “niente da capire”.