È stata ospite di “Quelli che il Calcio” pochi giorni fa, ha presentato anche lì il suo quinto ed ultimo album. Simona Molinari, amante del jazz sin da bambina ha pubblicato “Casa Mia”, un insieme di dieci tra i più famosi pezzi nel panorama jazz mondiale. Inaugurerà in anteprima il suo prossimo tour il 18 dicembre, dall’Auditorium de L’Aquila, con un disco che – dice – mi porterà in giro per il mondo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Casa Mia, ultimo di cinque dischi, ritrae una Simona diversa da quella che conoscevamo. Più matura, cresciuta, mutata ma sempre capace di divertirsi e divertire. Come descriveresti il tuo percorso artistico di questi ultimi anni?
Un cammino, quello di una Simona che anche attraverso alla sua musica ha finalmente capito e scovato quale fosse la sua vera voce.
Chi è la Simona di oggi?
Una cantante. Una musicista pronta ad incidere un reportorio già portato in scena da tanti. Proprio con i miei quattro lavori precedenti ho avuto modo di approfondire e comprendere questo strano mondo della musica. Mi sono preparata alla battaglia e ad oggi posso dire di esser felice e capace di affrontare un genere come questo: quello jazz. Difficile ma molto interessante e chic. Penso di essermi fatta le ossa per poterlo affrontare nel miglior modo possibile, nella maniera più “top” di tutti.
Un genere per te nuovo, che sempre hai amato ma che mai avevi approfondito così tanto…
Esattamente. Ho sempre vissuto in “odor di jazz” anche nei miei album precedenti, ma mai tanto quanto in questo, che invece è totalmente dedicato a questo stile. Una vera esplorazione, giorno dopo giorno e traccia dopo traccia.
Hai intitolato questo album “Casa Mia”. Come mai?
Perchè credo questo sia un disco capace di portarmi in giro per tutto il mondo ma senza mai farmi perder per strada. Voglio sempre ricordarmi e ricordare i miei odori, quelli di casa mia, della mia terra. E non voglio mai scordar la strada per il ritorno.
Quindi, in giro per il mondo dove?
Anzitutto a L’Aquila il 18 Dicembre. A Marzo invece inizierò il tour vero e proprio, in più mete italiane possibili che definirò a breve. Mi piacerebbe anche collaborare con le Orchestre Sinfoniche del nostro Paese per poter divulgare la mia musica in tutte le nostre regioni.
In “Casa Mia” sono moltissimi i nomi importanti che hai voluto citare. Quelli di chi prima di te questi brani li ha interpretati. C’è una voce in particolare alla quale puoi dire di esserti ispirata più che ad altre?
Effettivamente i nomi da citare sarebbero moltissimi perché il mio vorrebbe davvero essere un “disco tributo”. Ad ogni modo ammetto quella che più da sempre mi ha coinvolto è stata la grande Ella Fitzgeral, alla quale avevo già dedicato il progetto live “Loving Ella” lo scorso anno. Potrei dire sia stata proprio lei la mia musa in tutto e sin dal principio. Sono anche molte le tracce a cui nel disco ammetto di esser più legata. Mi emozionano tutte, ma ognuna per un motivo diverso. Quella che più mi ha fatta avvicinare al jazz è però “Mister Paganini”, ed è un pochino da lì che il progetto di “Casa Mia” ha davvero avuto inizio.