Se dico Maria Chiara Fraschetta probabilmente nessuno i grandi intenditori di musica capiscono di chi stia parlando. Ma se a questo ci aggiungo il fatto che il suo nome d’arte sia niente popò di meno che Nina Zilli, ecco allora ammettetelo… Un pochino la curiosità ve l’ho stimolata! In direttissima dal caldo sole ligure di Sanremo, l’ho incontrata proprio oggi – lei la bella Nina Zilli – per farmi raccontare qualche pillola a proposito di quel che sarà la sua esibizione di domani sera sul palco più ambito della televisione italiana. Proprio nella serata di Mercoledì, infatti, la vedremo calcare il palco dell’Ariston con il brano Sola.



Una delle tante novità del Festival quest’anno è quella che prevede la partecipazione all’Eurovision Song Contest per il vincitore di Sanremo. Tu ci sei già stata nel 2012. Torneresti a calcare ancora quel palco importante?

Certo che sì. Credo sia una bellissima idea quella di mandare il vincitore di Sanremo a rappresentare l’Italia in Europa. Ricordo la mia come un’esperienza magnifica, forte, importante. Ovviamente anche devastante, perchè la tensione è sempre altissima e le difficoltà non mancano, ma non rinuncerei ad un’altra ipotetica partecipazione per nulla al mondo. Anzi, nel caso vincessi sarei davvero molto orgogliosa e felice poter replicare l’Eurovision e soprattutto di poter rappresentare la nostra Italia davanti a milioni di telespettatori!



Hai già partecipato due volte alla kermesse Sanremese, e si sa non c’è due senza tre. Insomma alla terza ti tocca vincere per forza…

Beh chiaro, me lo auguro. Se vi andasse di incrociare le dita anche per me ve ne sarei certamente grata! Di fatto Sanremo è una gran competizione, ma voglio credere che al contrario nel momento in cui sali sul palco tutto resti tranne che la competizione. La musica, in particolar modo, per me è amore puro. Anche per questo la mia intenzione è ovviamente quella di classificarmi almeno sul podio, ma ciò a cui più tengo, comunque, resta la presentazione del mio lavoro, del mio progetto musicale e del mio brano Sola. Vincere resta un sogno che spero di realizare. Faccio mille ‘macumbe’ da giorni ormai ma diciamo che sto cercando di concentrarmici solo relativamente ora…



L’edizione di Carlo Conti si caratterizza anche e soprattutto per la quantità non indifferente di ospiti nazionali ed internazionali. Ce n’è uno, tuttavia, che non potrai incrociare stavolta ma che avresti fatto di tutto pur di avere con te sul palco dell’Ariston?

Mi metti un po’ in difficoltà con questa domanda, perchè di nomi potrei fartene milioni. L’intramontabile ineccepibile, però, resta sempre e soltanto Stevie Wonder.

In gara tra i big con te quest’anno c’è sia Francesco che Biggio, ed in particolare con Mandelli hai collaborato più volte anche in contesti differenti come in tv su Mtv. Ti hanno chiesto, a te veterana del Festival, consigli su come potessero prepararsi al meglio per questa esperienza?

Sì, me ne hanno chiesti parecchi. Sono davvero legata ad entrambi, ma in particolare con Francesco si è da subito creato un legame particoare. Sono abbastanza spaventati al’idea di arrivar sino all’Ariston, più che altro perchè temono di non essere all’altezza di cantanti professionisti come gli altri Big. Però io faccio il tifo anche per loro. Hanno tanto coraggio e sono artisti veramente preparati e completi. Credo se la caveranno alla grande!

Oltre ai consigli dati al duo de i “Soliti Idioti”, ne hai altri che ti piacerebbe condividere con le Nuove Proposte?

Beh diciamo che ho avuto la fortuna di fare molta strada in modo intelligente. Anche per questo posso dire di saperne un pochino e perciò non posso far altro che augurare a loro il successo che ad oggi sono riuscita ad ottenere io. E poi spero capiscano che la grande “ansia da prestazione” in fatto di live ce l’abbiamo tutti, indipendentemente dall’esperienza che ci contraddistingue. E credo anche la musica sia veramente terapeutica. Perciò consiglio a loro di focalizzarsi sulla prestazione canora e nient’altro, anche perchè dopo due note passa tutto! Certo il nostro è un lavoro molto bello, ma altresì davvero difficile. Anche io ho dovuto far la mia gavetta. Prima canzone ad 11 anni, primo concerto a 13, senza mai perdere la coscienza di tutto quello che sono. L’importante è che tengano duro senza mollare mai! Ognuno porta dentro di sè la sua valigia di bagagli ed esperienze, ed è proprio grazie a questo che poi giorno dopo giorno si cresce.

Concludo dicendo soltanto che… il live è la cosa più bella di tutte! E nonostante gli scogli possano tentare di arginare il mio mare di passione, io davvero non mi arrenderò proprio mai!

 

(Claudia Cabrini)