Caparbiamente sempre se stessa. Così Irene Grandi si è sempre proposta e ha costruito la sua cifra stilistica; così ha conquistato le vette delle classifiche e accettato le sconfitte. Coerente, dunque, e mai banale. Oggi che ha superato la soglia critica (per qualunque donna) dei quarant’anni e a un lustro dai cinquanta, un passo breve, si concede il lusso di una riflessione sul tempo che è andato “…un racconto che parla di te…” guardando al futuro con la promessa intima di non ripercorre strade risultate sbagliate. 



Gioca con le parole, Irene, in modo sapiente trasferendo su un alter ego, su un’altra da sé, il racconto di un percorso che, come fanno gli artisti, ci partecipa in sequenze evocative, versi brevi che ci fanno intuire il ritmo “…seduta lì… non ti sei fermata… con il vento sei andata… via da te… via da qui…” dei sentimenti e delle emozioni che hanno costruito la sua ispirazione.



Un testo asciutto pieno di senso e sicuramente di sentimento ma assolutamente contemporaneo e che parla di un mondo al femminile in cui la donna è consapevole delle proprie possibilità e dei propri limiti, donne disposte a combattere per costruire un futuro migliore “…via dalla notte infinita…” , un futuro che non fa paura, anzi, è atteso “…intanto molto lontano da qui… una mattina sei uscita… non sei più tornata… sei stata di parola… non ti sei fermata…”.

Il vento senza nome di Irene Grandi porta anche ribellione che vuol dire volontà di cambiare l’esistenza, cambiare prospettive, accettare nuove sfide, senza compromessi “…con il vento sei volata via da quel che non è giusto…” e per naturale estensione uno sguardo severo su quel che non funziona nella società. Si ribella la donna nuova Irene rifiutando imposizioni dall’alto, criteri esistenziali precostituiti “…Questo vento non avrà padrone non avrà governo…”. E’ ottimista questa donna nuova, non sopraffatta da un qualche vissuto doloroso, una donna che guarda senza timore alla vita che verrà perché “…questo vento senza nome attraverserà l’inverno…” della vita che tutti, prima o poi, abbiamo.