Enrico Nigiotti, classe 1987, approda al Festival di Sanremo dopo aver abbandonato il talent di Amici nel 2009 a poche settimane dalla fine per salvare un’altra allieva della scuola di Maria De Filippi che, a quei tempi, era la sua fidanzata. Dopo due anni di silenzio Enrico porta sul palco dell’Ariston la sua “Qualcosa da decidere” con cui concorre nella categoria Nuove Proposte. Il brano di Nigiotti racconta un amore giovanile, un amore che sta per sbocciare e che ancora deve fiorire. In particolare la coppia sembra prepararsi per un momento importante, un momento intimo la cui attesa è vissuta con tutto il romanticismo possibile e un filo d’imbarazzo: “Probabilmente qualcosa da decidere / prima che insieme cominciamo a ridere / tirare fuori il maglione più bello / scegliere in fretta ail posto più giusto / nell’imbarazzo che ruba la scena / il tuo vestito che scopre la schiena /  lo sguardo perso per ogni tuo gesto / il tuo sorriso che risolve tutto”. La giovane coppia cantata da Enrico Nigiotti nella sua canzone non ha ancora raggiunto la maturità e vive l’amore e l’attesa nel modo più tenero, senza preoccuparsi del futuro, con la convinzione che tutto sia possibile e che l’unica certezza sia l’amore che li lega: “Potremo stare fermi ad aspettare / il tempo che cancelli il nostro attimo / il nostro attimo / oppure scrivere i capitoli di un libro / che è già aperto e dedicato a noi / e dedicarlo a noi / dentro alla noia dell’inverno / siamo sguardi che non sanno / ancora scegliere / cosa è possibile / in fondo persi dentro ad un mare di domande / la certezza adesso siamo noi / adesso siamo noi”. Il sentimento che lega Enrico e la sua amata è capace di isolarli da tutto, perfino dal tempo, rendendo importanti solo i gesti che si scambiano: “Sotto una musica che suona a martello / noi ci capiamo, parliamo lo stessobicchieri in mano, le braccia tue addosso / mi scappa il tempo, non riesco a fermarlo / tutto il tuo corpo, tutto è il tuo vivere / tutto il tuo muoverti, tutto il tuo essere / in questa notte, in questa tempesta /che tutto passa, ma tutto poi resta”. Un amore così non può che essere proiettato verso un futuro eterno dove esiste solo il lieto fine: “Ed io ti porterò /ovunque tu vorrai / e non ti lascerò / e no mi lascerai / ed io ti cercherò / ovunque tu sarai / e non ti lascerò / tu non mi lascerai”.



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