Tra i grandi ospiti della finale del Festival di Sanremo 2015 ci sarà anche Massimo Ranieri, che canterà insieme a Gianna Nannini sulle note di O sole mio. Massimo Ranieri, il cui vero nome è Giovanni Calone, è nato a Napoli il 3 maggio del 1951 ed è uno dei personaggi dello spettacolo nostrano più amati dal pubblico, nonché più poliedrici, visto che nato come cantante si è cimentato anche nella recitazione al cinema e in teatro, oltre che nel ruolo di conduttore televisivo.



La sua è una famiglia povera e lui è il quarto di otto figli. Giovanissimo fa lo “strillone” e poi il posteggiatore, attività che alterna con le esibizioni in alcuni ristoranti di Napoli: proprio in una di queste occasioni attira l’attenzione del paroliere Giovanni Polito. E così, nel 1964, ad appena 13 anni, ecco che pubblica il suo primo LP e va negli Usa, al seguito di Sergio Bruni e canta addirittura a New York. Due anni dopo fa il suo esordio in televisione, portando il brano “L’amore è una cosa meravigliosa” alla trasmissione “Scala Reale”.



Nel 1967 è al “Cantagiro” ed è già molto noto al pubblico televisivo, anche se gareggia ancora con il suo vero nome. Nel 1968 non ha ancora 18 anni e fa il botto a Sanremo, dove arriva alla serata conclusiva con “Da bambino”, brano che canta con “I Giganti” e che lo rende ancora più famoso ed amato dal pubblico. Nel 1969 si afferma nella sezione più importante del “Cantagiro” con Rose Rosse: brano che rimane in prima posizione nella hit-parade per più di tre mesi. Il trionfo a “Canzonissima” arriva nel 1970 e a dargli la vittoria è “Vent’anni”. Arriva quindi la pubblicazione del suo primo disco di inediti, dove per la prima volta si presenta come Massimo Ranieri.



L’esordio sul grande schermo avviene con “Metello”e nel 1970 arriva anche un David di Donatello. L’artista decide di dedicarsi con costanza al cinema e negli anni ’70 sono diversi i film che interpreta e non si può non ricordare “La patata bollente”, pellicola che allora suscitò polemiche per il personaggio da lui interpretato, quello di un giovane gay. Di questi anni è anche l’incontro con il teatro: in questo contesto ha la possibilità di dividere il palco con la leggendaria Anna Magnani e di farsi dirigere da registi di peso come Patroni Griffi e Strehler, con cui il sodalizio durerà fino al 1994. Nel frattempo non abbandona la sua prima passione, ovvero il canto: nel 1972 concepisce un disco-tributo a Napoli dall’eloquente titolo “O surdato nammurato” e vince ancora una volta “Canzonissima”.

La sua carriera prosegue senza conoscere cali di popolarità e anzi, nel 1988 arriva anche l’affermazione al Festival di Sanremo, grazie alla canzone “Perdere l’amore”. L’anno dopo è al timone di “Fantastico 10” insieme ad Anna Oxa e negli anni successivi prosegue nell’incisione di brani che presenta in vari concorsi canori. Nel 1996 fa da doppiatore in un film d’animazione, precisamente in “Il gobbo di Notre-Dame”.

La sua carriera prosegue nel decennio successivo, alternandosi tra studio di registrazione e televisione: nel 2006 festeggia i 40 anni di carriera con un disco doppio dove sono presenti le sue canzoni più famose e alcune canzoni d’autore che hanno fatto la storia della musica italiana degli ultimi 20 anni: il titolo è “Canto perché non so nuotare…da 40 anni”.

Nel 2008 si cimenta nella regia teatrale portando in scena una trasposizione di “Poveri ma belli” e l’anno successivo ottiene un importante riconoscimento, ovvero il “Premio De Sica per il Teatro”. Nel biennio 2010/2111 da vita per la Rai alla messa in scena di 4 commedie di Eduardo De Filippo e lavora con attrici del calibro di Mariangela Melato e Barbara De Rossi. Nell’estate del 2013 accusa dei problemi di salute, che però nn gli impediscono di condurre nel gennaio dell’anno successivo “Sogno o son desto”, programma di Rai 1 che ottiene un discreto successo.