Quarta serata di Sanremo 2015 in compagnia dei voti delle pagelle live di Maria Elisa Buccella (clicca qui per le pagelle di Sanremo 2015 per la prima, seconda e terza serata). Stasera in gara tutti i big, sarà l’occasione per misurare i propri giudizi, confermarli o cambiarli.

Eccoci ai primi eliminati, finalmente. Vanno a casa Biggio e Mandelli, La Tatangelo con Lara Fabian e Raf.  Tutti gli altri se la giocano domani per il gran finale. Il ritmo della serata è forsennato e altrimenti non poteva essere data la lunghissima scaletta. Conti parla un po’ meno e azzecca qualche battuta. Anche Arisa, in guisa di Mortisia con i capelli che sembrano di plastica, sembra essere tornata a una certa normalità e riesce a dire qualcosa di sensato. Le altre due vallette non lasciano ricordi particolari. Sparsi qui e là nel corso della serata comici che fanno parte del mondo di “Tale e quale show” e via dicendo come Gabriele Cirilli che dispensa la sua comicità casereccia 



A farci fare due risate sincere ci ha pensato Virginia Raffaele che arriva all’Ariston sostenuta anche dalle numerose petizioni partite dai social network che la volevano al Festival. Nella sua prima uscita fa una strepitosa Ornella Vanoni con freni inibitori lassi e un po’ arruffona e che lapidaria dice:”….Al Bano e Romina, gli Spandau Ballet qui sembra cocoon non il festival…”. Grande. Chiude la performance con un suo cavallo di battaglia: la voce impazzita di una segreteria telefonica commerciale e l’operatrice svogliata di un improbabile call center. Irresistibile. La Raffaele, con Gianpiero Solari, sta lavorando alla costruzione di uno spettacolo, un one woman show, che debutterà all’inizio del 2016 



E all’alba dell’una e un quarto del mattino quando fa la sua comparsa (pressoché inutile e peccato perché fa una musica molto interessante) The Avener in arrivo dalla Francia forte dell’enorme successo internazionale del suo “Fade Out Lines” (interpretato da Phoebe Killdeer & The Short Straws) e del suo album “The Wanderings Of The Avener” tra i più venduti in Francia e in uscita in Italia il 24 febbraio. Già produttore discografico e dj di successo, ora The Avener, al secolo Tristan Casara, ha deciso di impegnarsi anche nella carriera da solista. Nella sua musica si fondono il blues con il jazz, il folk e il punk, e si sente la lezione dei St.Germain come di Moby. La sua personale ricerca sta nel trovare equilibrio tra musica acustica ed elettronica. Anche per la pazienza dell’attesa



Giovanni Allevi non è un grande pianista e neanche un grande compositore. E’ un furbissimo progetto di marketing reso popolare anche grazie alla sempre più dilagante acriticità del mondo della comunicazione e all’incompetenza che regna all’interno delle istituzioni. La sua musica? Un collage ruffiano che cattura l’orecchio di chi ha scarsa cultura musicale. Quel che produce può essere anche gradevole, ma da qui a gridare al genio ce ne corre. E a suggello di questo relativismo culturale lo hanno fatto pure Cavaliere.

In uno splendido e scintillante abito lungo nero rende, se mai possibile, ancora più convincente il suo blues. Bella e brava come sempre. E confermiamo: le pene d’amore da poco subite le hanno fatto un gran bene. Grande presenza scenica. Lei tifa per Malika Ayane e Irene Grandi.    

Come sempre l’intonazione  è relativa ma la canzone c’è e c’è la sua chitarra che ci regala qualche accordo da brivido. Amore declinato in accenti blues e poi tutto mescolato in salsa pop proprio il suo forte, insomma.   

Per fortuna ce l’ha fatta, le cure hanno fatto effetto (sembra sia dovuto correre in ospedale per una brutta bronchite) e non ha perso la serata del Festival. La sua canzone d’amore, con tanta elettronica e un po’ di suoni acustici, non ci convince più di tanto. Mancava dal Sanremo da ben 24 anni. Peccato. 

Look azzeccatissimo per la stangona veneta (anche il trucco la valorizza molto) che stasera sembra particolarmente a suo agio in palcoscenico. Al riascolto la sua canzone ci piace di più.  Anche al pubblico della piattaforma digitale ITunes gradisce: “Straordinario” è attualmente al sesto posto della hit dei singoli.

“Spalle al muro” di Renato Zero e “Donne” di Zucchero che storpia con una infinita grazia cantando sul palco dell’Ariston con gusto, sono le canzoni della memoria di Elena Sofia Ricci che risponde alla domanda-tormentone di Conti. Per fortuna non promuove nulla e allora ricordiamo che è reduce dal successo televisivo di “Che Dio ci aiuti” (Raiuno) e torna al cinema con una film della regista Angela Farina, “Ho ucciso Napoleone” personaggio agli antipodi (è una donna piena di problemi, nevrotica e amorale ) di quello di suor Angela. Ma proprio la diversificazione connota la sua carriera nel corso della quale non ha disdegnato cimentarsi con le esperienze più diverse, dai fotoromanzi alla radio al teatro, senza snobismi né preconcetti.

Migliora come il vino nelle botti Masini e poi pare se la stia proprio godendo. Appare rilassato e infatti la scena la domina questo “Masini 4.0” come ora si definisce. Rilassato anche perché “…il Festival non serve vincerlo…” dice. Come dargli torto. E’ al suo settimo Festival con uno vinto, nel 2004: l brano che lo porta alla vittoria è “L’uomo volante”.

Pare proprio che non se l’aspettasse la vittoria Giovanni Caccamo che finalmente si lascia andare e prende pure in braccio Carlo Conti. Caccamo viene premiato anche dalla Sala Stampa per la Nuove proposte con il Premio “Mia Martini” e quello della Sala Stampa “Lucio Dalla” delle Radio e Web. Certo in questo Festival della cosiddetta normalità e della cosiddetta tradizione sarebbe stato troppo rivoluzionario far vincere i Kutzo.

La voce un po’ così, l’intonazione un po’ così così, ma la canzone ha un suo afflato, prende, e il ritornello entra in testa.  . Nel brano fissa il disagio della nostra società contemporanea, la disillusione dei tanti, troppi sogni infranti, appunto. 

Grande voce e grande interprete Malika che ci ha già regalato un sacco di belle canzoni ma che oggi non ci pare abbia centrato del tutto l’obiettivo. Torna per la quarta volta a Sanremo con un brano costruito su una melodia di Giovanni Caccamo mentre il testo lo firma lei stessa.  A Sanremo è stata già premiata con il Premio della Critica “Mia Martini”.  

Bello l’arrangiamento di questo brano che è piacevole e infonde sana energia. E il cantante, Alessio Bernabei, non sgarra una nota. C’era grande attesa intorno a loro e le aspettative non sono andate deluse. Sono un prodotto di “Amici”, il talent edizione 2014 dove arrivano in finale. Canta l’amore questo quintetto che ha già fatto breccia nel cuore del pubblico più giovane. 

E anche questa canzone non lascerà il segno nella storia della musica leggera italiana, diciamolo. Ma perché ci dà sempre la sensazione che non ci sia verità in quello che fa la Tatangelo?  Non stona, ha anche una voce riconoscibile ma tutto è senza spessore.  

Sono i favoritissimi della vigilia. E con il brano ruffiano, molto ben confezionato,  che hanno messo in campo temiamo che possano anche riuscire a vincere. Ma non ci piacciono perché sono sfacciatamente un prodotto commerciale.

Testimonianza di una vita difficile vissuta senza perdere il sorriso e la voglia di guardare al futuro con positività quella di Sammy Basso a lui il National Geographic Channel ha dedicato un bellissimo documentario “Il viaggio di Sammy” in cui questo coraggioso ragazzo affetto da una malattia rarissima, la progeria (che procura invecchiamento precoce), viene seguito in un’avventura sempre desiderata: attraversare gli Stati Uniti seguendo la Route 66. Questo progetto ha avuto il merito di accendere l’attenzione su questa malattia praticamente sconosciuta ai più. Ha 19 anni ed è iscritto alla facoltà di Fisica all’Università di Padova. La sua malattia offende il corpo ma non la mente che resta lucida. “Sono basso, magro, fragile, senza capelli e dall’aspetto singolare. Tuttavia ciò non mi ha mai impedito di andare a scuola, avere degli amici, giocare, far festa! La mia vita però non è solo questo: visite, controlli, viaggi a scopo medico sono la norma” si legge in un passo del libro che ha scritto a quattro mani insieme allo scultore Valentino Baron, “Scolpire il corpo, scoprire l’anima”. Anche

Platinette in abiti di Mauro Coruzzi non rinuncia ai lustrini si autocita con impressa la sua immagine in parrucca sulla maglietta sotto la giacca. Lui/lei con la Di Michele uno strazio vocale. Canzone garbata, musicalmente insignificante, che tratta del pregiudizio verso il diverso in modo un tantino scontato.   

Dal “Fragolino” ci aspettiamo molto, molto di più e poi quelle stonature: che succede?  Comunque è al primo posto della classifica di iTunes anche con il brano sanremese dopo aver scalato le classifiche con quello con cui ha vinto XFactor 2014. Entrambi li ha scritti  lui.

Antonio Conte l’allenatore della Nazionale di calcio torna a Sanremo dove è già stato quattro anni fa. Continua la querelle sul suo possibile abbandono della panchina della Nazionale, ma dall’Ariston rassicura i tifosi: non lascia. Racconta la sua vita attraverso alcune canzoni. E canta “Si può dare di più” e neanche malaccio, gran figo, brano che sente perchè, svela, è il suo motto di vita.  

Che dire? E’ una cantante che rientra nel lungo elenco della nuova generazione di cantanti intonate, sempre belline e non dotate di grande, autentica personalità, tecnicamente preparate, con una certa padronanza della scena, ma senza una voce che si faccia riconoscere, che si distingua veramente per colore o timbrica. Anche ieri non ha brillato per originali nell’interpretazione di “Ti sento” dei Matia Bazar. 

Comincia con una grande ruffianata con Arisa che omaggia con mazzo di rose bianche perché lo ha conquistato, dice, oltre che come artista come presentatrice. No comment.  Ieri ha pure storpiato  ”Mare mare” di Luca Carboni. Ma perché ha lo scotch nero su due dita? Sapete perchè?  

Bello il suo look in total black. Questo nuovo corso di cui tanto parla non ci convince: il suo brano non è all’altezza delle aspettative.In uscita il suo nuovo disco di inediti, che prende il titolo dalla canzone in gara, a cinque anni di distanza dall’ultimo.  Irene torna in tour nei teatri, la prima data a Firenze, il 7 maggio. 

Look grintoso (maglietta a maniche corte e gilè di pelle, jeans tutto nero) in perfetta sintonia con la sua canzone che ben esprime lo stato di grazia di questo momento del nostro Filippo Neviani.  Missioni compiuta. Ieri ha conquisto tutti e per questo ha vinto la gara delle cover con una bellissima interpretazione di “Se telefonando” di Mina.  

Resta la domanda dell’inizio: ma perché è tra i campioni? Ieri ha anche massacrato la canzone di Tenco “Ciao amore ciao”. Non basta la voce con il “graffio. Belli, però, i vestiti di  Antonio Marras (stilista che dalla Sardegna ha conquistato il mondo con il suo stile particolarissimo).  Per calcare  il palcoscenico dell’Ariston dice di aver aspettato quattro anni. Forse doveva aspettare un altro po’
Arriva una breve e gustosissima storia della musica alla maniera dei Pillobolus che, questa volta con la tecnica delle ombre cinesi, regalano frammenti del loro mondo costruito con fantasia e poesia con una spruzzata di ironia (che non guasta mai).

L’aveva detto che era contento di aver agguantato la semifinale e che l’avventura sanremese poteva anche finire qui e la tranquillità di un bel traguardo raggiunto gli ha dato una marcia in più. Ha convinto e ha fatto apprezzare di più il suo pezzo.

Costante nella prestazione anche se meno precisa l’intonazione. E la canzone funziona come abbiamo già detto. Bella faccia scolpita e molta esperienza nel mondo dello spettacolo e grandi guru della musica, come Franco Battiato e Caterina Caselli, che scommettono su di lui. Non sembra siciliano per quanto compassato appare.

Dunque, abbiamo una finale delle Nuove proposte tutta al maschile e dichiariamo apertamente di tifare per i Kutso. 

Conferma grinta e convinzione non disgiunta da una non troppo esibita delicata spiritualità. Si conferma come talento interessante, e da seguire, esibizione dopo esibizione questa cantautrice di Prato, nella vita comune Erika Mineo classe ’84. Il brano in gara lo ha scritto lei insieme a Salvatore Mineo.

Fantastici! Con il chitarrista che suona d una doccia con tenda a pois bianchi e rossi con la maschera di Conti sul volto. Allegria e ironia in salsa di bella musica eseguita bene. Il pezzo funziona, funziona d’avvero.

Vanno in finale i Kutso com’era giusto. Dispiace per Amara, ma avuto la sfortuna del girone per lei sbagliato.

Anche la terza serata del Festival viene premiata dal pubblico che evidentemente digerisce bene le 24 canzoni in gara e tutto il resto. Dunque, +3 milioni rispetto alla stessa serata dell’anno scorso con uno share del 49,50%. Siamo a un passo dalla finale e se le cose continuano ad andare avanti così, Carlo Conti sicuramente diventa l’”uomo della provvidenza” per la Rai e noi ce lo ritroveremo sul palco dell’Ariston anche il prossimo anno. Ce ne faremo una ragione. Ieri c’è stato il giallo sull’incidente di Arisa (si dice che sarà in scena e poi imbottita di antidolorifici che le procurano qualche “effetto collaterale” guadagna il palcoscenico) oggi c’è quello sulla salute di Raf che sembra essere stato colpito da una brutta bronchite il che giustificherebbe la deludente esibizione di ieri. Aspettiamo sviluppi. Stasera c’è l’eliminazione di quattro Campioni che stasera dovranno abbandonare definitivamente il palco dell’Ariston. I cantanti a rischio sono Lara Fabian, Di Michele e Coruzzi, Gianluca Grignani, Alex Britti (i quattro risultati i meno votati della prima serata) e ancora Bianca Atzei, Biggio e Mandelli, Moreno e Anna Tatangelo (i meno votati della seconda serata). Per le Nuove proposte si giocano la finale Amara vs Kutso e Enrico Nigiotti vs Giovanni Caccamo. In attesa del tutto