È nei Big di quest’anno ma, lo dice lui per primo, “Carlo Conti ha avuto molto coraggio a scegliere me e il mio pezzo inserendoci nella sezione Campioni”. Arriva dal rap ma specifica che ad oggi la sua strada artistica si stia forse ampliando, quasi spaziando ad una musica più pop e strumentale. Suo fratello invece è un rapper di quelli veri, ma non si parlano poi tanto perchè “la mia famiglia è così. Ci vogliamo bene a distanza”. Insomma avete capito di chi sto parlando? Ci aggiungo che è un bel ragazzo, sorridente, simpatico, disponibile… ed è anche tatuato bene! Coi complimenti forse basta così ma voi, avete azzeccato?

Esattamente, proprio lui. Nesli, Francesco Tarducci all’anagrafe, cantautore classe ’80, con una sfrenata passione per il rap e la musica black, partecipa quest’anno – e vabbeh sì, già lo sapete – alla 65esima edizione del Festival della Canzone Italiana, e io ho avuto il piacere di incontrarlo in Anteprima per farmi raccontare qualcosa di più…

Con il brano “Buona fortuna amore”, contenuto nel disco Andrà tutto bene, già disponibile in pre-order e in uscita tra pochi giorni – per l’esattezza il 12 Febbraio – Nesli infatti si dedica completamente alla musica in quanto tale, ampliando gli orizzonti (e forse anche il target), e presentando in gara un pezzo decisamente musicale, fatto sì di parole ma anche di tante tante note ed emozioni. “È il periodo più felice della mia vita” inizia, con tanto di sorriso sincero.

A differenza di tanti tuoi pezzi scritti e cantati in precedenza, Buona Fortuna Amore vede un testo decisamente interessante, ma anche arrangiamento di tutto rispetto…

Esattamente, e il fatto che la cosa si noti con facilità mi fa davvero molto moltissimo piacere. Tutto il mio album è assolutamente autobiografico e quindi forse anche per questo ci tengo tanto. D’altronde credo che se non avessi scritto il tutto di mio pugno, non avrebbe nemmeno avuto senso partecipare a Sanremo. E poi, se non scrivo per cosa vivo? La mia vita è la musica, e quindi il mio intento resta sempre quello di trasmettere ciò che provo al meglio che posso. L’arrangiamento del mio pezzo è stata una grande sorpresa, e anche una scoperta. Posso effettivamente apparire come uno che non ne sa nulla, ma adoro anche la parte più tecnica della musica, e per questo ne capisco davvero quasi ogni sfaccettatura. La sorpresa è arrivata proprio così; ho infatti pensato di incrementare il livello più pratico dei miei pezzi, passando dal cantare con la base di un DJ, ai live con chitarra e tastiera, per poi arrivare a più di 60 elementi con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo. Un’emozione indescrivibile che nonostante tutto non avrei mai immaginato di provare! Quando per la prima volta mi sono reso conto che avrei suonato con così tanti strumenti tra i più complessi e disparati, ho ingenuamente posto una delle domande più banali che potessero mai passarmi per la mente. Ho domandato se ci fosse anche la batteria, e mi hanno praticamente riso in faccia…

Sanremo è sicuramente una meta importante. Una cosa che hai sempre sognato o una sfida che non pensavi mai di volerti porre?

Sotto alcuni punti di vista mentirei se dicessi che non sono un poco fifone. Non mi fido delle mie capacità, e a volte dimentico quanto valgo o quanto potrei dimostrare di valere. Anche e soprattutto per questo ho sempre pensato alla partecipazione al Festival come un qualcosa di irrangiungibile, nonostante il sogno di prenderne parte l’avessi sempre gelosamente custodito nel cassetto del comodino. Il mio percorso artistico mi ha cambiato, facendomi crescere ed imparare tante cose nuove. Ad oggi sono entusiasta all’idea di essere uno dei Campioni di Sanremo, ma non credo la mia musica di qualche anno fa fosse davvero pronta per una sfida tanto grande. Non sono pronto nemmeno ora, questo è chiaro. Ma penso che la paura di non farcela, dopo esser arrivato tra i “prescelti”, sia un pochino passata. Arrivare al punto di aver maturato la consapevolezza di poter valere qualcosa, fa sì che comunque il cerchio non sia mai chiuso, ma al tempo stesso ti dona quella speranza in più che tutto possa davvero andare bene. Diciamo che arrivar fin qui è già stata una grande conquista! Carlo ha avuto molto coraggio a scegliermi.

Il tuo album Andrà tutto bene vede al suo interno tanto amore ma anche tanta “fine”, ricitando uno dei tuoi più grandi successo del passato. Certo anche la fine comporta tanto coraggio, quello che credo tu stia dimostrando con questa tua “rinascita” musicale.

Beh ti ringrazio e sì, credo la fine sia davvero una scelta coraggiosa. Ma dipende da ciò che tu in primis credi. Forse l’inizio non esiste. Andrà tutto bene proprio perchè puoi decidere di finire per ricominciare più forte di prima. Puoi fare passi in avanti senza sapere davvero quando un nuovo inizio arriverà, oppure puoi accettare che la fine sia semplicemente la voglia di ricominciare. Buona fortuna amore, infatti, è la celebrazione dell’addio. Alcuni mi domandano se si tratti di un Arrivederci. No, niente affatto. Il mio brano racconta assolutamente di un addio. Un addio felice, pronti a ripartire, ma sempre di fine si tratta. La chiusura, un finale. E proprio attraverso il mio album concept che racconta dell’amore fra un uomo e una donna volevo che anche il passo ultimo, l’arrivederci e grazie, la fine, il tutto fosse celebrato per poi rinascere.

E allora, caro Nesli, arrivederci e grazie. Che questo non sia un addio ma solo un “ci vediamo presto”. In bocca al lupo per tutto. E buona ripartenza.

 

(Claudia Cabrini)