Alessandro Magistri della band dei Ghost, ci ha parlato del nuovo album, della sua recente partecipazione come corista a Sanremo con Amara, ma soprattutto la nostra conversazione è stata all’insegna della delicatezza, della passione per l’arte intesa come madre di ogni amore e sorriso e dell’emozione di cui questi due giovani potrebbero essere maestri. Alessandro è quello che io definirei l’anima pura della canzone, colui che vive per dare amore incondizionato al suo lavoro, ai suoi sacrifici e alla voglia più che di arrivare, di trasmettere.
Il loro album “Guardare lontano” rappresenta quello che davvero si potrebbe definire famiglia a tutti gli effetti, non solo perché con lui c’è il fratello Enrico Magistri, ma anche, ed è per me fondamentale sottolinearlo, per la capacità che hanno di arrivare dritti al cuore con la musica ma in modo amplificato con i loro testi, con quello che scrivono, come se lo stessero facendo sul loro diario della sera. Un flusso di coscienza che genera tanta magia nel cuore di chi li ama, e capisco bene, sono rimasta estasiata ed emozionata io per prima.
Spaziando dall’amore in quanto tale, alla situazione che ci circonda, dal dare bene al ricevere male, riescono a trattare gli argomenti come si tratterebbero i figli, con cura e delicatezza senza mai eccedere. Hanno un pubblico caloroso, che li segue in ogni dove, e Alessandro riesce a darti forza ed energia, senza considerare l’affetto smisurato, anche in una telefonata come la nostra, che ha spaziato dal loro essere, al loro cantare, al chiederci come stavamo.
I Ghost si sono creati da soli, hanno fatto sacrifici e con amore hanno portato il loro sogno a cavalcare la vita delle persone facendoli sentire sempre un po’ a casa loro. “22” uno dei brani che più mi ha colpito, nasce dal caso, dalle coincidenze della vita che ti portano a riflettere e ad analizzare un’emozione senza sporcarla, solo nero su bianco, lasciando scorrere la penna dettata dall’istinto e dalla maestria che li accomuna.
Non sono solo due fratelli, sono un gruppo di bellezza che porta in giro la vera musica, il vero talento, la vera voglia di esprimersi, senza scendere a patti con contratti prestigiosi per evitare che tutto questo possa diventare solo commercio. “L’era del litigio” esprime tutto ciò che nella nostra epoca non va, e che tutti dovremmo scendere a compromessi più con il nostro bene, e non con ciò che ci dilania e uccide. Spero che tutto vada come io sono certa che andrà, che vedremo Alessandro ed Enrico su quel palco come protagonisti assoluti, perché la musica è questo, vivere di assoluta gioia, e vi assicuro, che Alessandro non ha rivali in questo. Buona fortuna Ghost, volate lontano e pensateci ovunque andrete, perché noi crediamo in voi.