All’anagrafe Carla Parlato, vive praticamente di musica da quando è nata e studia l’arte del canto, moderno e classico, sin dall’età di 9 anni. Si presenta al grande pubblico con il nome d’arte di Rakele e parteciperà, anche lei, biondina dal sorriso intrigante, classe ’95, napoletana doc, alla prossima edizione del Festival di Sanremo, nella sezione Nuove Proposte. Ovviamente non ho potuto far altro che incontrarla in anteprima per farmi raccontare un po’ più da vicino quella Rakele che ancora molti non conoscono ma che, me lo assicura, ha tante qualità nascoste ancora tutte da scoprire.



Cara Rakele, giovanissima ma con tanto coraggio! Una voce combattiva, pronta per un’avventura tosta come quella di Sanremo 2015. Sbaglio? 

Assolutamente no, hai proprio ragione. Ammetto di essere davvero molto determinata, e mi sento pronta a vivere questa esperienza. Con divertimeno e concentrazione! 

Nasci nell’intramontabile Napoli, e proprio lì inizi a dar sfogo alla tua passione per la musica e per il canto. Quanto la tua carta d’identità partenopea influisce o ha influito sulla tua figura artistica?



Amo le mie radici, e la mia terra. Il suo calore ha certo contribuito non poco alla mia crescita, sia personale che artistica. Se sono qui è anche grazie alla mia Napoli.

“Io non so cos’è l’amore” è il brano col quale parteciperai nella sezione Nuove Proposte al concorso canoro più famoso di sempre. Un Festival che potrebbe significare per te l’inizio di una carriera tutta in ascesa. Lavori con una major importante quale la Carosello Records, e il tuo pezzo è stato scritto da professionisti del calibro di Bungaro, Chiodo e Giacomo Runco. Proprio la coppia Bungaro-Chiodo è reduce da collaborazioni con alcune delle donne più importanti della musica italiana quali Laura Pasini, Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia. Il tuo è un progetto discografico di respiro internazionale, di cui la partecipazione al Festival vero punto di partenza. Cosa significa per te aver avuto l’onore di lavorare con professionisti di questo calibro?



Sono veramente felice di poter lavorare con due grandi come Bungaro e Cesare Chiodo. Con loro ogni occasione è buona per imparare cose nuove, ed è bellissimo. C’è una bella sintonia tra di noi. E anche la mia casa discografica, ovviamente, ha i suoi meriti. La Carosello, infatti, a differenza delle altre major, ti permette di lavorare personalmente con tutti i professionisti della struttura, favorendo il rapporto umano vero e proprio. Trovo che questa sia una cosa tanto bella quanto rara.

Cosa ti aspetti da questo Festival?

Solo una cosa: far conoscere la mia musica con il mio progetto. 

 

Tre cose da portar con sé a Sanremo, alle quali Rakele non può proprio rinunciare. E tre cose da portar con sé a Sanremo, alle quali Carla non può proprio rinunciare.

 

Beh direi la mia pietra porta fortuna, i miei libri e le mie tisane. E poi, ancora, le mie tisane, i miei libri e la mia pietra porta fortuna.

 

È davvero questo che vuoi fare da grande?

 

Da grande? Voglio diventare ciò che sono.

 

Il singolo di Rakele è già ascoltabile e disponibile online e su tutte le piattaforme digitali, insieme a un apposito videoclip.