Il suo brano Credo è in radio da ormai qualche giorno in rotazione, e in promozione soprattutto, prima del grande debutto sul palco dell’Ariston. Ebbene sì, nome d’arte Amara, Erika Mineo è una delle Nuove Proposte di questo Festival di Sanremo 2015. Come con Rakele prima di lei, anche stavolta ho cercato di tuffarmi in anteprima, cercando di farmi raccontare qualcosa in più su di una delle “voci nere” dei Giovani di quest’anno. A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Amara sarà Angelo Avarello, padre di Carlo Avarello, produttore di successo, manager di Renzo Rubino e scopritore – dopo Simona Molinari – di quella Amara che lui definisce “voce della gente, perché capace di raccontare di proprio pungo la vita di tutti, tutti i giorni”. 



Chi è Amara?

Ammetto sia sempre piuttosto difficile rispondere a questa domanda, ma inizierei col dire che sono una cantautrice. Poi, direi che sono toscana e che dopo aver fatto un sacco di cose finalmente arrivo al punto di realizzare un sogno bellissimo…

E allora arricchisco la presentazione io. Amara, alla nascita Erika Mineo, non solo è una cantautrice toscana, ma altresì la quattro volte vincitrice di Area Sanremo nelle passate edizioni 2008, 2009, 2010 e 2011. Si aggiudica solo quest’anno la quinta vittoria del SanremoLab, venendo scelta da Carlo Conti per partecipare finalmente al grande Sanremo nazionale. Una partecipazione sudata, la tua…



Sì, davvero. Avevo quasi perso le speranze, e invece… Stavolta “Credo” di aver trovato la giusta sintonia, quel “nirvana” capace di farmi essere soltanto felice. Sono serena e decisa ad affrontare il Festival come una vittoria che mi voglio godere. Finalmente potrò fare ciò per cui vivo, cantare, e potrò farlo davanti a milioni di persone, col privilegio di una visibilità quale quella che proprio Sanremo ti regala.

Il tuo brano si intitola “Credo” e, scritto in collaborazione con tuo cugino Salvatore Mineo, racconta una preghiera d’amore. Quella che canta è un’artista matura dalla voce un po’ black. Hai infatti un timbro particolare e molto caldo, probabilmente diverso da quello di tanti altri. Sei quindi tra i “Giovani” ma qualsiasi orecchio attento può intuire benissimo come la tua preparazione artistica non sia affatto appena accennata…



Beh si, penso quello che a tutti gli effetti quello che manca alla categoria “Giovani” sia solo la popolarità, in effetti. Calchiamo il palco dell’Ariston presentandoci come “Nuove Proposte” ma molti di noi di gavetta in passato ne hanno fatta parecchia, e continuano a farne. Sinceramente sono felice di esser arrivata a Sanremo ora perché il cammino che mi ha accompagnata fin qui mi ha permesso di capir meglio quale sia la mia vera identità artistica, ed ora so cosa voglio e cosa voglio trasmettere. 

 

Cosa ne pensi dei tuoi “rivali” in gara con te?

 

Li adoro! So che può sembrare la classica frase di chi poi, sotto sotto, cova rancore e competizione, ma ti assicuro che per ora – almeno apparentemente, ride – non è proprio così. Stiamo vivendo questo percorso singolarmente, ma tutti insieme. Quasi come una grande famiglia. Quindi, che vinca il migliore e niente di più!