Una tre giorni di emozioni intense, di retroscena idilliaci, di momenti di effimera bellezza accomunati dalla sola inenarrabile passione per la musica. A Bologna, nella casa di Lucio Dalla sono passati artisti della sua vita, della sua storia, del suo vissuto che hanno fatto prendere parte anche noi a questo elogio indiscutibilmente meraviglioso. Tra i tanti Bersani, Ron e anche lui, Dario Ballantini che ha saputo nuovamente reinterpretarlo a suo modo senza fare alcuna imitazione, forse per la rima volta nella sua vita. Ha indossato le sue scarpe, ha vissuto la sua casa e  ha reso omaggio, facendoci immergere in un sogno quasi reale.



Stefano Cenci che ha suonato il piano di Lucio Dalla, era come se fosse in un momento diventato una parte integrante di quell’unica emozione, e per noi chi lo guardava lo era ancora di più, non ha avuto eguali. Dario ha solo riconfermato la stima di chi lo segue e lo descrive ogni giorno con dettagli più delineati, con sospiri più profondi e con profonda gratitudine per averci concesso questo privilegio. Dario non adottato costumi, ha messo la sua faccia, per un suo grande amico, che portavo con sé le arti del Ballantini pittore appese alle pareti della sua dimora. Per un artista l’ambiente che lo circonda è quasi l’apoteosi della meditazione e Lucio, nel suo vivere voleva Dario “ a portata di mano”. Grazie Ballantini, per quello che  permetti di vivere.

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