La sua “prima volta dal vivo” sarà il prossimo Sabato 14 Marzo al Mattarello di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, anche se ormai da due mesi 10 Minuti regna incontrastato all’interno della Indie Music Like, la top 100 degli artisti non solo indipendenti, ma anche e soprattutto emergenti ed autoprodotti.



E lì, alto in classifica, 10 Minuti c’è finito anzitutto grazie al bravo Manuel Rinaldi,  cantautore di Guastalla classe ’75  che descrive il suo nuovo progetto come un qualcosa di “fortemente desiderato dopo un periodo di riflessione musicale importante”.

Ironico e talvolta provocatorio, con un’incalzante spennellata folk, ma anche un pizzico di ritmi country e pepati, 10 Minuti è l’ultimo lavoro di un artista completo, giovane ma per nulla inesperto. Manuel Rinaldi, suonatore di chitarra sin da bambino e da sempre cultore del più vero, semplice ma interessante cantautorato italiano, ha provocato stavolta gli ascoltatori con un disco vero, semplice e ricco di spunti di riflessione, che con generosità immergono chiunque gli porga orecchio nella reale vita quotidiana. 



Vantando la produzione artistica di Fabio Ferraboschi, bassista dei Rio, e di Cris Maramotti, ex chitarrista di Piero Pelù, 10 Minuti è un album orecchiabile, radiofonico e tremendamente “pericoloso”: grazie al sound quasi ruvido regalato dalla chitarra e dalla bravura dello stesso Rinaldi, infatti, 10 Minuti crea una dipendenza da ascolto niente male.

Il primo singolo estratto da “10 Minuti” si intitola “Cioccolata”. Inutile dire che io ne vada pazza. Del tuo brano, ovviamente… Scherzi a parte, ci racconti di cosa si tratta?

Ho scelto Cioccolata come singolo estratto proprio perché narra di certezze esistenziali che sicuramente credo possano essere un porto sicuro al quale tutti vorrebbero attraccare. Canto lo scompiglio con l’intento, tuttavia, che alla fine questo porti la riflessione, soprattutto volta a chiedersi quali siano davvero i punti cardine della vita. Cioccolata è una canzone, o forse una incitazione, che spinge a far sempre meglio, a dar sempre di più e a proseguire il proprio cammino fieri di quel che si è conquistato. E poi, diciamolo, è anche un po’ una serenata… D’altronde, chi non ha mai consolato la nostalgia di una persona amata con della cioccolata alzi la mano!



“10 Minuti” è il tuo primo album da solita e arriva dopo una tua permanenza riflessiva nel contesto musicale inglese. Ti sei trasferito a Brighton per diversi mesi, e da lì sei ripartito…

Sì, esattamente. Me ne sono andato soprattutto perché avevo bisogno di riflettere, ma anche di sperimentare. All’estero, e in Inghilterra in particolar modo, tutto è più semplice per chi ha passione e conserva la determinazione fino all’ultimo… A Brighton ho capito che far musica era una questione prettamente meritocratica. Se sei bravo suoni, altrimenti applaudi ai concerti degli altri. In Italia purtroppo, è ancora difficile poter anche solo riuscire a suonare dal vivo in un locale. Questo ti innervosisce, e ti abbatte. Perché troppo spesso se non hai amicizie che contano, un live te lo sogni. Per questo me ne sono andato per un po’. E ho capito come vorrei che le cose funzionassero anche qui… Con la meritocrazia ad incorniciare il tutto. E soprattutto con la libertà di prendere gli impegni che vuoi, e rifiutare quelli che al contrario non apprezzi. L’esperienza inglese mi ha cambiato nel profondo. Mi ha aiutato ad essere ancor più consapevole di me, delle mie passioni, e della carriera che vorrei fare. Mettendo al primo posto sempre e comunque la lealtà, nei miei confronti e nei confronti del mio pubblico.

Brighton ti ha cambiato ma sei tornato in Italia. Al contrario molti tuoi colleghi una volta sperimentata la musica all’estero nel nostro Bel Paese decidono di non tornarci più…

Io amo pazzamente l’Italia! Sono italiano, emiliano, e da qui non me ne vado. Voglio fare musica, e voglio cantare nella mia lingua. Anzitutto perché credo sia il minimo rispetto dovuto al paese che mi ha cresciuto, e che ancora oggi mi cresce. E poi perché lontano dalla mia terra, per più di qualche mese non ci riuscirei mai a stare… La mia Italia è piena di imperfezioni, ma è bellissima. Un diamante grezzo che tutti dovremmo aiutare a diventare lucente. Io da qui non me ne vado! Fra l’altro l’inglese non lo so certo da madrelingua, e cantare dei brani con un accento evidentemente stonato non credo abbia senso. Certo molti colleghi lo fanno, ma è una scelta che non farei anche mia.

 

Quindi tornato dall’Inghilterra hai scritto un disco… “10 Minuti” è un album completo e non banale. E i 10 minuti che canti dici corrispondano al momento di riflessione che spesso ognuno di noi deve concedersi. Sbaglio? 

 

No, niente affatto. Beh il mio album nasce a casa mia, nella più semplice tranquillità. Spesso strimpello la chitarra quasi senza prestare attenzione alle melodie che così creo. E da una strimpellata è nato un progetto, spero apprezzabile e completo. Ad ogni motivo che nasce, abbino qualche frase cantata e poi mi ci concentro, ci lavoro con impegno e dopo un susseguirsi di 10 minuti infiniti, qualcosa di buono esce fuori. I momenti di riflessione che racconto anche nel brano che da il titolo al disco a mio parere sono fondamentali. Insomma, prender sempre le cose troppo sul serio danneggia gravemente la salute, non credi? Perciò io interpreto quei 10 minuti come una dose di sottigliezza quotidiana senza la quale non camperei. Però ogni ascoltatore è a suo modo il re della canzone. Il brano 10 Minuti lo si può interpretare come si preferisce. A me piace pensarlo come un agglomerato di sorriso ed ironia, giusto per condire un po’ di più la vita! 

 

 

E allora tra cioccolata e condimenti Manuel Rinaldi dà vita ad un album assolutamente tutto da gustare. Il 14 Marzo lo presenta per la prima volta live al grande pubblico, al Mattarello di Rubiera. E da lì chissà, in bocca al lupo per tutto. I complimenti li merita, il successo anche. Stavolta fidatevi, prendetevi 10 minuti, e ascoltatevi questo cantautore emiliano tutto da scoprire.