La maledizione di Hallelujah ha colpito ancora. Non c’è scampo. Alt. Chiariamo: siamo ben felici che il suo autore, l’immenso, geniale e straordinario Leonard Cohen intaschi tanti soldini di diritti d’autore. Come dite? L’autore è Jeff Buckley come commentano anche oggi tutti i giornali, i siti, i blog e anche i bollettini dell’oratorio? No dai. Anche questa è una maledizione. Siete pigri, dannazione. Non si può scrivere anche una seppur breve news su qualche sito senza approfondire la notizia stessa. E’ la prima regola del giornalismo, anche in questa era virtuale. Ah be’ non lo fa più nessuno ok. Allora ve lo diciamo noi ma questa volta appuntatevi un post it sulla fronte: l’autore di Hallelujah è il canadese Leonard Cohen. Jeff Buckley, bravissimo pure lui e purtroppo scomparso giovanissimo, ne aveva fatto una cover. Dunque non scrivete più cose tipo “Ciccio Pelliccio nella sua emozionante interpretazione di Hallelujah di Jeff Buckley”. Grazie. Prego (d’altro canto anni fa capitava di sentire giovani che dicevano: cavolo Bob Dylan ha fatto una cover di Knockin’s on Heaven’s Door dei Guns n’ Roses…).



Chiarito questo andiamo avanti. La notizia è che il nuovo vincitore dell’ultima edizione del talent The Voice of Italy, Fabio Curto ha proposto una cover di Hallelujah (non di Jeff Buckley). La reazione è scattata immediatamente e con alcuni amici abbiamo lanciato l’hastag potentissimo e virale #salviamoHallelujahdaitalentshow.



Sì, perché va bene che è una bella canzone, che attrae le masse del pubblico televisivo e fa tanto lacrimuccia in quei contesti nazional popolari, ma non è possibile che questi coach, come li chiamano, i capi squadra insomma, non si facciano venire in mente un’altra canzone.

Da quando nel 2008 Alexandra Burke vinse X Factor inglese grazie a questo pezzo (portandolo anche in cima alle classifiche di vendita) ci hanno provato negli anni seguenti un ragazzino di 15 anni, Neil Baulch,  che l’ha eseguita durante Australia’s Got Talent; Daniel Adomako che a Italia’s Got Talent fece addirittura piangere un omone come Gerry Scotti quando la cantò; Carly Rose Sonenclar (età 13 anni…) nel talent show X Factor edizione americana; e adesso è toccato a Fabio Curto. Sicuramente c’è qualcun altro che ci sfugge. E’ oramai diventata così popolare che viene usata indifferentemente ai matrimoni e ai funerali.



Basta. Bono Vox degli U2 ha giudicato questa canzone la migliore al mondo, definendola di una perfezione unica. Nessuno è mai riuscito minimamente ad avvicinarsi alla biblica sofferenza dell’originale e neanche a quella erotica di Buckley. Se Cohen infatti esprimeva il dolore e la sofferenza del peccatore ebreo che invoca invano il volto di Dio e la sua misericordia ora e sulla terra, Buckley lasciava fuoriuscire l’indicibile sofferenza dell’amore in modo travolgente.

Tutti gli altri pigiano indifferentemente su un sentimentalismo da prima comunione, quelle cose insomma che fanno scorticare le mani negli applausi alle mamme e ai papà -talvolta anche le nonne – presenti al talent e i coach, ai quali, probabilmente, di come si canta e perché si canta sembra fregare neanche tanto. 

Attenzione, perché cantare è qualcosa di speciale e non lo si può fare così per fare. Jack White, l’ex leader dei White Stripes, lo ha spiegato benissimo con una poesia scritta recentemente: la musica è sacra, è qualcosa di santo. Come ogni battito del cuore dell’uomo. Chiedere di finirla di banalizzarla è chiedere troppo? Noi ci attacchiamo alle parole di Jack White:

 

Voi che credete nella santità della musica
affinché la sua anima possa respirare
ed essere ascoltata
affinché possa sbocciare nei cimiteri
echeggiare nei corridoi degli hotel
svegliare i vicini nel cuore della notte
e riempire di fuoco le menti della gente
urlate forte, con qualunque microfono abbiate a disposizione
o queste pietre urleranno al vostro posto.
Saltate davanti ai demoni,
e sovrastate i vigliacchi e coloro che vorrebbero
strapparvi i polmoni e spegnere il vostro desiderio
dite ai vivi e ai morti
quello che in cuor vostro sapete essere vero
e quello che sapete che le vostre orecchie
ascolteranno per sempre
che la melodia dell’umanità
è una canzone che non finisce mai.
La musica è sacra”