Il doodle di oggi è dedicato all’anniversario della nascita di Bartolomeo Cristofori, avvenuta 360 anni fa. Nel 1713 però avvenne qualcosa che interruppe l’attività di Cristofori, ovvero la morte del suo mecenate Ferdinando de’ Medici. Sotto Cosimo III il cembalaro non ebbe la stessa libertà di azione avuta in precedenza, ma continuò a lavorare alacremente su commissione, anche se alcuni commentatori tramandano il fatto che smise di lavorare agli strumenti musicali, affranto dalla perdita del suo mentore e amico. Questa notizia però è smentita dal fatto che i tre esemplari del suo prototipo di pianoforte che ci sono rimasti, uno dei quali si trova nel Museo degli Strumenti Musicali di Roma, sono successivi al 1713 e furono sicuramente progettati e costruiti da Cristofori. Questi morì poi nel 1732, lasciando i suoi averi in eredità ad Anna e Margherita del Mela, sorelle di Domenico del Mela, che costruì il primo pianoforte verticale, e a sua nipote Laura. La sua invenzione fu sviluppata fuori dai confini nazionali e il pianoforte divenne appannaggio dell’industria tedesca e inglese. Solo dopo molti anni si è restituita a Cristofori la paternità di questo strumento musicale, e gli furono tributati blandi riconoscimenti sia a Firenze che a Padova.



Quando Bartolomeo Cristofori si trasferì a Firenze, probabilmente ebbe una sua bottega presso gli Uffizi dove all’epoca si trovavano tutte le botteghe di coloro che lavoravano per i Medici. Da quel momento Cristofori lavorò alacremente come cembalaro, vale a dire che costruiva strumenti musicali, soprattutto clavicembali. Il clavicembalo è uno strumento musicale a corde dotato di tastiera, molto simile nel suo aspetto ad un moderno pianoforte; solo che nel clavicembalo il suono viene prodotto tramite pizzicamento delle corde, e non a percussione. Cristofori per i Medici costruì anche spinette ed organi, e fu anche liutaio. Era insomma molto versatile nella sua professione, e Ferdinando dè Medici era un grande mecenate: la collaborazione tra i due diede vita così ad una nuova invenzione che avrebbe rivoluzionato il mondo della musica.I primi esperimenti di uno strumento a tasti dove le corde venissero percosse da martelletti dovettero iniziare, secondo molte testimonianze che ci sono rimaste, sul finire del 1600 e nei primi anni del 1700. Questi prototipi erano detti Gravicembalo col piano e forte, e abbiamo anche dei disegni di come erano fatti. La testimonianza più significativa è quella lasciata da Scipione Maffei nel “Giornale dei letterati d’italia” in un articolo scritto nel 1711. Gli esemplari fisici che sono rimasti risalgono invece ad un’epoca più tarda, agli anni Venti e Trenta.



Il doodle rappresenta Cristofori mentre suona il “fortepiano”, precursore del pianoforte, termine usato sin dagli inizi del XIX secolo. Il funzionamento è tale e quale a quello del piano: produce suoni grazie alle corde mosse dai martelletti azionati dalla tastiera. La caratteristica è la possibilità di pesare la pressione del tasto. Ne esistono due versioni: a coda o a tavolo, costruito interamente in legno, senza rinforzi metallici. Le corde invece sono attivate tramite martelletti rivestiti in pelle (e no di feltro come per il pianoforte). Il suono è molto simile a quello del clavicembalo. Munito di pedali o ginocchiere. Lo strumento fu inventato intorno al 1700 a Firenze dal cembalaro Bartolomeo Cristofori, che era al servizio del principe Ferdinando II de’ Medici. A cinquant’anni dalla sua diffusione, divenne lo strumento prediletto di Mozart, Haydn, Muzio Clementi e Beethoven. Nella prima metà dell’Ottocento furono apportate delle modifiche che lo resero simile al pianoforte. È tornato in uso alla metà del XX secolo grazie ad alcuni musicisti moderni, quali Malcolm Bilson, Andrea Coen, Robert Levin, Jos van Immerseel, Andreas Staier, Antonio Piricone, Ronald Brautigam, Costantino Mastroprimiano, Bart van Oort, Melvyn Tan e Jörg Demus specializzati nell’esecuzione filologica della musica settecentesca.



Bartolomeo Cristofori, di cui oggi Google celebra i 360 anni dalla nascita, ha anche un’accademia che porta il suo nome: come si legge sul sito ufficiale, l’idea è nata nel 1989 grazie alla passione di alcuni amici, che avrebbero voluto un luogo dove poter sperimentare, imparare e godere della musica utilizzando anche degli strumenti non usuali e non più così comuni, come appunto il fortepiano dello stesso Cristofori a cui il centro è dedicato. Purtroppo, inizialmente, il sogno di queste persone è stato ostacolato da problemi di natura economica, ma alla fine si è riusciti ad organizzare un edificio, proprio a Firenze, in modo che ospitasse gli uffici, una biblioteca e anche un auditoriom piuttosto capiente. Non solo: come viene specificato ancora sul sito, accanto all’Accademia vi è anche un laboratorio, ricco di esperti nel restauro di strumenti antichi, che si impegnano per preservare preziosi elementi, la storia della loro nascita e del loro utilizzo. La principale attività dell’Accademia Bartolomeo Cristofori, come è facile immaginare, sono i concerti, che spaziano dai 25 ai 30 all’anno.

Bartolomeo Cristofori (1655-1731) è uno di quei personaggi che si è meritato una menzione attraverso il Doodle di Google: oggi infatti, giorno 4 maggio, cade il 360esimo anniversario della sua nascita e Google lo celebra con un’animazione di un uomo che suona il fortepiano. Cristofori infatti è considerato il progenitore di questo strumento musicale. Bartolomeo Cristofori nacque a Padova, dove sicuramente iniziò l’attività che lo ha reso famoso, ovvero quella di cembalaro. Degli anni però che egli trascorse a Padova non si hanno molte notizie, e non è noto nemmeno dove egli risiedesse. Della sua biografia si hanno maggiori informazioni a partire dal 1688, quando il principe Ferdinando dè Medici, che amava suonare il clavicembalo, lo volle presso di sè alla corte di Firenze. Ferdinando aveva conosciuto Cristofori durante un viaggio nell’italia settentrionale, e se la sua fama giunse alle sue orecchie, all’epoca questi doveva essere già piuttosto famoso. Di Bartolomeo Cristofori ci è stato tramandato un unico ritratto, oggi andato distrutto ma di cui restano delle riproduzioni. Gli fu fatto nel 1726 da un autore ignoto di scuola fiorentina, e lo raffigura in piedi vicino ad uno strumento musicale a tastiera. Sullo sfondo si vede la città di Firenze, e in mano ha un foglio dove è raffigurata la grafica del meccanismo del martelletto che permette al pianoforte di suonare. A Bartolomeo Cristofori oggi si riconosce ufficialmente il merito di aver creato il pianoforte, uno strumento capace di riprodurre la voce del cuore, a volte appena sussurrata, a volte impetuosa e fragorosa.

Sono tre i pianoforti costruiti da Bartolomeo Cristofori che sono pervenuti a noi. Il cembalaro italiano, nato il 4 maggio del 1655 a Padova, è ricordato oggi da Google proprio per aver inventato lo strumento musicale: due dei tre esemplari si trovano a New York e a Lipsia e risalgono rispettivamente al 1720 e al 1726. Il terzo, costruito nel 1722, è invece custodito presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma: oltre a essere l’unico rimasto in Italia, è anche quello mantenuto nelle migliori condizioni. Clicca qui per ascoltarne il suono

Bartolomeo Cristofori non sarà celebre come tanti compositori e musicisti che hanno fatto la storia della musica utilizzando la sua creazione, ma merita senza dubbio di essere ricordato. E forse anche più di loro, visto che senza il suo ingegno non sarebbero forse mai diventati quello che sono stati. Esattamente 360 anni fa nasceva il padovano Bartolomeo Cristofori, considerato l’inventore del pianoforte: anche Google ha voluto celebrare il cembalaro italiano con uno speciale doodle animato in cui un omino raffigurante proprio Cristofori è seduto al piano intento ad utilizzare la sua invenzione. L’italiano ideò infatti il cosiddetto “fortepiano”, all’epoca chiamato “gravicembalo con il piano e il forte”, lo strumento antenato del pianoforte che utilizzava l’innovativo meccanismo dei martelletti con lo scappamento, utile a variare l’intensità del suono a seconda della pressione del tasto (e nel doodle è possibile variare proprio questa intensità). A creare il doodle è stato il designer Leon Hong, il quale ha spiegato che la melodia che ascoltiamo nel logo è tratta da “Gesù gioia degli uomini” di Johann Sebastian Bach: “Cercavo un brano celebre composto da note con la stessa durata in modo che si adattassero bene con l’animazione”, ha precisato Hong, dicendosi sorpreso di non aver mai sentito parlare di Cristofori nonostante sia l’inventore del pianoforte: “Cerchiamo di trovare argomenti che siano educativi, divertenti e sorprendenti – ha detto ancora – Speriamo che dopo il doodle, la gente penserà a Cristofori ogni volta che vedrà un pianoforte”.