In arte Pacifico, è ad oggi uno degli autori più importanti della musica italiana. Oltre ad aver partecipato alla scrittura di tutti i brani contenuti nel nuovo disco di Malika Ayane “Naif”, compreso “Adesso e qui” col quale la bella cantante è arrivata terza in occasione del Festival di Sanremo, ha scritto anche per Eros Ramazzotti, nell’ultimo album “Perfetto” (leggi l’intervista a Eros qui), Bellissimo di Marco Mengoni, Le mie Parole di Samuele Bersani e tanti altri testi ancora.  Ad oggi firma testi non solo per l’Italia ma anche per l’estero, collaborando con artisti francesi famosi a livello mondiale. Ha infatti appena composto “Amore Puro” per Vincent Niclo (star del variété francese il cui disco ha raggiunto in un solo mese più di 150.000 copie vendute), e lavora a braccetto con Davide Esposito e François Welgryn, autori tra i più celebri in Francia, firme di alcune massime star come, tra le altre, Celine Dion. 



All’anagrafe Gino De Crescenzo, è tuttavia non solo una firma ma anche una voce, un cantautore di tutto rispetto capace di metter in musica la poesia.

L’ho intervistato per farmi raccontare, soprattutto, del suo nuovo tour Le Mosche. Il suo ritorno sul palco da “solista”, infatti, con chitarra alla mano e tante emozioni, è un po’ il tirare le fila di una carriera continuamente in ascesa, evoluzione del suo essere e della sua persona più di qualsiasi altra cosa. Le Mosche vi aspetta il 23 Luglio al FuoriLuogo Festival di Asti e il 31 Luglio al Pavese Festival di Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo.



Le prime tappe di “Le Mosche” ti hanno visto impegnato nei giorni scorsi tra Fontevivo, in provincia di Parma, Brendola nei pressi di Vicenza, e Comerio di Varese. Com’è andata? Grande riscontro di pubblico. Soddisfatte le tue aspettative?

È andata benissimo. È stato davvero molto bello tornare sul palco in prima persona. Non avevo mai abbandonato lo spettacolo dal vivo, in questi anni, ma sempre in compagnia di qualcuno. Tuttavia torno invece stavolta io, e io soltanto, con le mie canzoni e le mie parole. Con la recitazione in musica di un libro che in realtà non esiste, e che è solo frutto dei miei pensieri, scritti su di un pezzo di carta, una sera, e conservati per tanto tempo in un cassetto. Le prime date sono davvero state un successo. Confesso fossi anche abbastanza emozionato. All’adrenalina del live non ci si abitua mai. La cosa più bella di tutte, però, è quella di essermi scontrato con un pubblico vero, vivo, che ha saputo sorprendermi. Ho incontrato sottopalco tante persone che mi seguono da tempo, che sono affezionate a me, alla mia carriera e ai miei brani. Ma tra di loro sono capitati ai miei concerti anche tanti nuovi “fan per caso”. Ho conosciuto gli anziani del posto, abitanti storici dei paesini che in queste sere mi hanno ospitato, e mi sono sentito a casa. Insomma, ho ufficialmente nuovi “vecchi” fan rimasti incantati dalla mia musica senza nemmeno sapere come io mi chiamassi. Veramente bellissimo.



Studiando la tua discografia ho riscoperto un tuo vecchio album del 1989, con Luca Gemma, intitolato “Mosche libere”… Quella di intitolare questo tuo tour Le Mosche è dunque una scelta voluta, che magari ti riporta a sua volta a ricordi lontani?

Vuoi sapere se mi piacciono le mosche? (ride, n.d.r) Ammetto sia stato un puro caso il ritorno della parola “mosche”, anche stavolta… Le Mosche mi riporta sicuramente a ricordare il passato, ma in modo quasi naturale, non necessariamente voluto. Quello che racconto nei miei live è un po’ il frutto di quello che negli anni, crescendo, sono diventato. Va di moda dire che invecchiando si matura e si migliora, quindi io non te lo dirò. Però sono soddisfatto del lavoro che in questi anni ho portato avanti. Di solito ogni nuovo progetto viene definito dai cantanti più “vip” come una bella sfida, un qualcosa di nuovo, un sound interessante. Ecco, mi allontano scherzosamente da queste etichette fatte e ammetto semplicemente che ho voluto aprirmi il più possibile, con sincerità e passione.

Così come aperti sono i tuoi live. Mi hai infatti detto che le porte sono aperte ad amici cantanti che con te vogliano cantare qualche brano, e che anche le tue prossime date riserveranno molte sorprese, con ospiti e amici che ti verranno a trovare…

Esattamente! Nei prossimi live tante sorprese. Alcuni musicisti, amici di vecchia data, mi faranno commpagnia, per un po’. Anche se ammetto sia ancora tutto un divenire. Sto aggiungendo date, una dopo l’altra, ed è ancora tutto da organizzare, anche in base alle città che mi ospiteranno. Forse Samuele Bersani, ma chissà, vedremo

 

A proposito di amici e di collaborazioni, una delle ultime è quella con Eros Ramazzotti, per il quale hai scritto diversi brani dell’album Perfetto. Proprio Eros, durante la presentazione del suo ultimo disco, ha dichiarato che anche e soprattutto grazie al tuo aiuto pensa alcuni suoi brani riusciranno ad arrivare dritti al cuore dei più giovani. Tu, allora, pensi proprio di ritrovarti maggiormente in un target ben preciso come quello dei più giovani?

In realtà no, devo esser sincero. Un bravo autore dovrebbe sempre essere in grado di far canzoni per tutti, e io ci provo ogni volta, a scrivere testi che coinvolgano il cuore della gente indipendentemente da sesso, età o preferenze. Certo è difficile, ma spero di esser riuscito a scrivere testi i più universali ed imparziali possibili. Poi se coi miei testi riesco a coinvolgere dai più piccoli ai più grandi ancora meglio. È difficile ma è sempre lì che bisogna puntare. Se ti “targettizzi” su di una fascia di ascoltatori in particolare non puoi, a mio parere, definirti un vero autore

 

A proposito di novità, entro la fine dell’anno uscirà anche il tuo nuovo album… Cosa ci puoi svelare di questo tuo nuovo progetto? Noi siamo proprio curiosissimi a tal proposito…

Giustissimo! Infatti ti sto parlando dal mio studio di registrazione nel centro di Parigi – dove ora abito – proprio perché a questo nuovo album sto lavorando parecchio… Peccato la nostra non sia una videochiamata! Sarebbe divertente condividere con te il pasticcio di strumenti e spartiti che anche in questo momento mi circonda! Scherzi a parte, sono molto contento. È un periodo di vita molto felice per me. Mi è appena nato un figlio, e ne sono felicissimo, ancora non ho ben realizzato sia tutto vero. Anche questo album sarà un po’ come una nuova nascita, ecco. Mentirei se dicessi che ad oggi ho molte anticipazioni da darti. La tracklist non l’ho ancora decisa. Ci sono tanti pezzi che vorrei poterci inserire, ma non ho ancora deciso come, e soprattutto quali. Potrei farti discorsi complessi sulla filosofia musicale con tanto di frasi un po’ buddhiste sullo spirito delle note (scherza, n.d.r) ma ti dico solo che ad oggi è ancora tutto da organizzare, ridefinire e decidere. Non appena ne capirò anche io qualcosa di più, sarai la prima a saperlo!