Ci sarà anche il grande Mario Biondi a calcare il palco del Coca Cola Summer Festival 2015 di quest’anno. Mario Biondi nasce nel 1971. E’ un Figlio d’arte: il papà, Stefano Biondi, è famoso cantautore siciliano (autore di “Tu Malatia”, canzone diventata l’inno della città di Catania) e lo introduce fin da giovanissimo nel mondo musicale. A 12 anni comincia a cantare in giro per la Sicilia, dapprima come corista nelle chiese, poi nella prima piazza, a Giarre, davanti a un nutrito pubblico. E’ il 1988 che segna l’inizio ufficiale della vita artistica del giovane Mario: al “Tout Va” di Taormina fa da spalla ai big dell’epoca che passano dal celebre locale, tra gli altri, uno su tutti, Ray Charles.



Appassionato di black music nelle sue varie declinazioni, forgia il suo stile vocale ascoltando i dischi di Lou Rawls, Al Jarreau, Bill Withers, Isaac Hayes e Donny Hataway. E’ l’inizio del background artistico che lo porterà ad abbandonare poco a poco, ma mai definitivamente, la canzone italiana e a dedicarsi agli idoli d’oltreoceano. Dopo qualche esperienza teatrale e televisiva decide di lasciare la sua Sicilia per trasferirsi in Emilia Romagna, dove prende da subito i primi contatti con i musicisti del luogo ed inizia ad esibirsi dal vivo con il gruppo Mario Bro. per poi trasferirsi nella vicina Parma, dove attualmente vive. Fortunato è stato l’incontro con Chicco Capiozzo (figlio di Giulio, leggendario batterista degli Area) e Michele “Mecco” Guidi (già con Jimmy Owens ed Enrico Rava) con i quali incide l’album “Whysky a Go Go” e intraprende un fortunato tour di 25 giorni negli Stati Uniti, nel periodo in cui il noto telefilm “Sex and the City” includeva brani di quel disco nella propria colonna sonora. 



Nel frattempo collabora con importanti DJs in produzioni musicalmente eterogenee dalla dance alla deephouse di qualità. Nel 2004 nasce il progetto “Was-a-Bee” con la prima versione di “This is What You Are”, composta in collaborazione con Alessandro Magnanini e pensato per il mercato Giapponese. Inaspettatamente il brano arriva sulla scrivania di Norman Jay, dj inglese di Radio BBC1 che lo inserisce subito nella sua personale playlist e nella compilation “Good Times 5”, assieme ad artisti del calibro di Otis Redding, Marvin Gaye e James Brown, raggiungendo successivamente la testa della classifica del famoso network inglese. A fine ottobre del 2006 esce il suo primo album, “Handful of Soul”, frutto dell’incontro con la Schema Records e il gruppo più significativo della scena jazz italiana ed internazionale, gli High Five Quintet, che lo porta alla ribalta facendogli conquistare dopo pochi mesi il primo disco d’oro, seguito a breve distanza da quello di platino, grazie anche alla tournée estiva (prodotta e realizzata da Live Tour) nei teatri più suggestivi d’Italia (Teatro Romano di Verona, Teatro Antico di Taormina, Sferisterio di Macerata…), nei club più prestigiosi e in importanti rassegne Jazz italiane ed internazionali.

Iniziano le collaborazioni importanti quali la partecipazione come ospite al Festival di Sanremo del 2007 in duetto con Amalia Grè. Il 10 aprile 2015 pubblica Love is a Temple che approda con un notevole successo in tutte le radio e anticipa l’uscita dell’album di inedoti Beyong, uscito il 5 Maggio.