Lorenzo Jovanotti è stato invitato stamane al Polo delle scienze sociali dell’università di Firenze. Un incontro con a tema identità, lavoro, futuro e scuola. Jovanotti, prendendo spunto dalla festa della Repubblica di ieri ha spiegato cosa significa per lui essere italiani oggi: “Mi sembra un’Italia ringiovanita oggi rispetto a quella che vedevo io quando mio padre mi portava alle sfilate all’Altare della Patria a Roma. Credo che in questa Italia ci siano tante cose da fare anche se magari viviamo in un futuro più incerto e certi dati acquisiti sono saltati. Quello che sperimento io è che oggi non abbiamo più una sola identità, io mi porto addosso delle identità multiple, siamo italiani, europei, mondiali, siamo un po’ il nostro dialetto, un po’ la lingua italiana, un po’ l’inglese. I nostri nonni avevano un’unica identità perché avevano un vivere più semplice, a noi è capitato in sorte un mondo più complesso ed è importante starci con la propria identità multipla”. Il cantante ha quindi toccato il tema del lavoro dicendo che per un giovane è importante anche lavorare gratis perché si fanno esperienze formative: “mi sono ricordato che quando ero ragazzo anche io lavoravo gratis alle sagre e mi divertivo come un pazzo. Imparavo ad essere gentile con le persone, se mi avessero detto non lo fare, vai in colonia, sarebbe stato peggio. Ma per me quel volontariato lì era una festa anche se lavoravo alla sagra della ranocchia…Mi dava qualcosa”. E poi la politica: “La visione non la decidono più i politici, le scelte non le fa più la politica, la politica amministra. Fate attenzione, non dico che è un bene, non farò un balletto su questa cosa. La politica ha finito col perdere potere inseguendo il consenso, nel decidere per inseguire la benevolenza di qualcuno”.



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