Mozart batte Beethoven, almeno per quanto riguarda gli influssi benefici sulla memoria. E’ quanto ha stabilito uno studio eseguito da ricercatori dell’università La Sapienza di Roma: alcune persone dopo l’ascolto di musiche del compositore austriaco hanno dimostrato un evidente beneficio nelle loro capacità di memoria, mentre nessun effetto del genere è stato registrato dopo l’ascolto di Beethoven. Sarebbe dunque proprio il tipo di musica a produrre tali benefici e quella di Mozart deve avere qualità speciali in tal senso. Secondo i ricercatori, la musica di Mozart avrebbe la capacità di attivare i circuiti delle cellule nervose del cervello in relazione a funzioni di attenzione e cognitive. Le persone prescelte per l’esperimento erano dieci adulti di età di circa 33 anni, dieci anziani di circa 85 anni e dieci anziani con un decadimento cognitivo lieve con un’età media di 77 anni. Le musiche usate? L’allegro con spirito dalla Sonata per due pianoforti in re maggiore di Mozart e Per Elisa di Beethoven. Come detto, bene Mozart, niente di fatto con Beethoven.



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