Nel quarto anniversario dalla sua morte, molti fan e amici stanno ricordando Amy Winehouse sui social di tutto il mondo. Fra questi anche Kelly Osbourne, figlia del mitico cantante rock Ozzy e artista lei stessa, che nell’ultimo periodo ha frequentato la Winehouse prima che la cantante vennise stroncata da un’overdose. “Non ci credo che siano già passati quattro anni. Il mondo è più triste senza Amy. Non c’è giorno che passi in cui non mi manca la mia farfalla nera” ha scritto la Osbourne su Instagram. Clicca qui per vedere la foto.



In queste ore il web e la rete si stanno scatenando per ricordare il quarto anniversario dalla tragica morte della controversa ma amatissima cantante britannica. Per Amy Winehouse una morte troppo precoce ma una carriera al top anche se per pochi anni: l’Huffington Post stile ben 8 motivi per cui vale la pena ricordare la piccola grande Amy. Per prima cosa la sua voce rimarrà negli annali con sound tipico del jazz molto più anziano di lei, non dimostrava certo 27 anni la sua voce profonda e originalissima; la contraddizione di un amore imperfetto, quello raccontato in Back to Black con Blake Fielder, il grande amore di Amy finito troppo presto con la separazione. Terzo motivo per ricordarla è il rapporto di contrasto col padre che nonostante tutto, abbandono e infanzia infelice, lei riuscì a perdonare; la tristezza insita, si può piangere ed essere malinconici anche a 25 anni, questo insegno Amy. L’Huffington sottolinea anche la grande ispirazione che la cantante fu per la moda, oltre al grandissimo caos che portava dentro sé, come una novella e improbabile Nietzsche del ventunesimo secolo. Ultimi motivi ricordati, il restar lontano dal fascino del successo e il dire sempre quello che pensava: insomma Amy Winehouse continua a mancare nonostante tutte le sue contraddizioni.



Parole, parole, soltanto parole. Prendendo a spunto un’altra incredibile icona tra le voci femminili della musica dell’ultimo secolo, Mina, spesso in questi ultimi anni si sono spesi fiumi di inchiostro su una grande artista con la voce inconfondibile, Amy Winehouse, ma a volte dicendo molto senza sapere davvero il contenuto di una vita così travagliata e discussa come quella della cantante britannica. Il Secolo XIX ha deciso di omaggiarla riproponendo un documento originale che l’allora Art Director Massimo Gentile (anche lui scomparso, giusto due mesi fa) aveva preparato per ricordar e celebrare la vita della piccola Amy, assai emozionante e in uno stile molto pop, in cui compaiono i tanti titoli di canzoni che la giovane artista ha regalato al grande pubblico. Ecco il link al Manifesto-Amy.



Eh sì, era proprio il 23 luglio di quattro anni fa che una delle voci più incredibili della storia della musica lasciava questo mondo a soli 27 anni. Carriera e vita sempre molto tormentate, ma la voce era davvero qualcosa di portentoso, tant’è che in seguito ha creato molta tendenza con varie cantanti che provano ad ispirarsi al suo timbro che rimane però inconfondibile. Stasera alle 19.10 Sky Arte HD celebra la grande Amy per la sua capacità di segnare in modo così profondo nonostante il ristrettissimo tempo in cui ha esercitato all’interno del panorama musicale internazionale: il canale tematico di Sky manda quindi in onda uno dei live più emozionante della cantante britannica. Era il 2007 e la cornice è la splendida Porchester Hall di Londra, in scaletta tutti i grandi successi prodotto nella sue breve carriera: un live da pelle d’oca e una forza della natura, Amy Winehouse travolge il pubblico con la sua trascinante energia in un concerto indimenticabile. Eccone un estratto, con la canzone “Back to Black”.

Sono già passati quattro anni da quella tragica mattinata per una delle artiste più discusse ma anche più talentasse del panorama pop-soul internazionale: Amy Winehouse, la cantante trovata senza vita nella sua casa a soli 27 anni per una dose eccessiva di alcol. A quattro anni dalla sua scomparsa ancora non è stata dimenticata e in tutto il mondo sono molti gli eventi che la ricordano: a San Francisco il Contemporary Jewish Museum celebra la grande cantante con una mostra intera dedicatale dal titolo “Amy Winehouse: a family portrait”. Viene raccontata, con molti oggetti e foto dell’artista, una stella che si è spenta purtroppo troppo presto: l’evento in accordo e organizzato assieme alla famiglia riporta molte foto dell’infanzia di Amy in un tempo ancora sereno e felice. Ecco la foto che apre la mostra.

Ricorre oggi l’anniversario della morte della cantante Amy Winehouse, morta in casa da sola con la fidata guardia del corpo, in circostanze tragiche il 23 luglio del 2011, presumibilmente per una dose eccessiva di vodka. La vita della cantante, morta all’apice del suo successo, vincitrice con l’album Back to Black del 2007 di 5 Grammy Awards, è sempre stata segnata dalla dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti, dipendenza che l’ha portata alla morte prematura, a soli 27 anni. A quattro anni dalla sua scomparsa, il 14 settembre 2015, giorno del suo compleanno, uscirà nei cinema il documentario “Amy Winehouse. The girl behind the name” di Asif Kapadia, una sorta di mini-film, in cui si ripercorrerà la carriera e la vita della giovane cantate dalla voce intensa e dal sound inconfondibile. Come prevedibile, la pellicola è già al centro di polemiche, in particolare il padre della cantante, Mitch Winehouse, ha fortemente protestato per il ritratto che viene fatto della figlia Amy, che a suo dire, addirittura “si sarebbe infuriata vedendolo, questo film non è ciò che lei avrebbe voluto”. Ma è lo stesso regista a dichiarare che il film è duro e impietoso, non risparmiando nulla allo spettatore, approfittando dei brani e della voce della rockstar per raccontarne la vita privata, pensieri e fragilità grazie anche alle testimonianza di chi le stava più vicino, amici e famiglia.