Oltre a essere il primo album senza lo storico chitarrista Sambora, Burning Bridges è anche l’ultimo con la storia casa discografica Mercury Records, con la quale ha collaborato per tutta la carriera. “Finisce un’era per me. Sono stato in questa label per tutta la mia carriera e sono l’artista con più esperienza con loro. Ma questo è il mio ultimo album con la Mercury, o in qualsiasi modo si chiamano questa settimana” ha detto in tono polemico Jon Bon Jovi riferendosi ai continui cambi di proprietà. Non si sa ancora se i prossimi album saranno rilasciati sotto un’altra etichetta indipendente o se addirittura il gruppo deciderà di prendersi un periodo di pausa. Quello che è certo è che la Mercury perde uno dei suoi artisti di maggior successo, capace di vendere milioni di dischi in tutto il mondo in una carriera decennale piena di successi in classifica e nei tour.
Una raccolta di provini, scarti, anche qualche brano nuovo. Il tipico prodotto discografico che si butta fuori quando non si ha nulla di nuovo da dire. Per i Bon Jovi, come dice anche il loro leader, “la fine di un’era”. Quale sia la prossima nessuno lo sa. Se una nuova formazione, visto l’abbandono dello storico chitarrista Richie Sambora, amico – sembrava – fraterno di Jon, oppure se tutti per conto proprio. Jon Bon Jovi di dischi da solista ne ha già fatti parecchi, ma nessuno di essi significava che il gruppo non avrebbe continuato. Invece oggi sembra così. Burning Bridges, ha spiegato Jon, contiene canzoni scritte anche dieci anni fa e pezzi nuovi come We don’t run. Il titolo del disco poi è significativo: ponti bruciati, quelli che di solito si lasciano dietro le persone che interrompono una relazione. Una storia quella dei Bon Jovi cominciata nel 1983 e subito diventata successo planetario con il loro hard rock facile, buono per le radio e Mtv. Ma in realtà sempre secondo Jon Bon Jovi un vero disco di canzoni nuove della band potrebbe uscire nel 2016. Chi vivrà vedrà.