Giunto alla nona edizione, MiTo non è più nella fase sperimentale dei tentativi e delle prove ed errori. Il Festival settembrino (5 settembre-24 settembre) che si svolge, quasi in parallelo nelle due maggiori città dell’Italia nel Nord, gareggia con le più importanti manifestazioni musicali internazionali. Non ha la pretesa di essere un Festival di Salisburgo italiano perché non ha sezione di teatro in musica analoga a quella della novantenne manifestazione austriaca, ma è una sfida al biennale Festival Enescu che si svolge quasi in parallelo a Bucarest da oltre cinquanta anni e riguarda essenzialmente la musica sinfonica, cameristica e contemporanea, coinvolgendo le grandi orchestre internazionali e i più noti solisti. Mentre sino a qualche anno, i ‘pellegrini musicali’ europei da Salisburgo (che termina il 30 agosto) andavano a Bucarest, oggi un sempre maggiore numero di loro viene a Milano e Torino.
Mentre soprattutto nei primi anni si perdeva un po’ il filo tra l’offerta e i percorsi del MiTo, quest’anno i temi fondanti dell’Expo sono il motivo conduttore di 180 concerti, 95 sedi e più di 2600 musicisti da 33 nazioni che daranno vita a una grandiosa festa musicale in entrambe le città. Un viaggio di tre settimane attraverso la musica di tutti generi.
La musica ha sempre avuto un ruolo nelle grandi Expo mondiali . Quella in corso a Milano, al segno di “Nutrire il pianeta, energia per la vita” proietta il pentagramma musica in una prospettiva ricca e complessa. Il cibo e la natura sono stati elementi costanti dell’ispirazione musicale sin dalle civiltà primitive e ritrovano centralità nelle musica del XXI secolo.
Non è questa la sede per sintetizzare il vasto programma di MiTo ma per sottolinearne alcuni aspetti significativi. Sabato 5 settembre l’inaugurazione a Milano dell’edizione 2015 ha un binomio non causale (che mostra il nesso tra la musica contemporanea (anche nelle sue forme di arte povera) con la grande classica: alle ore 16 la Fantomatik Orchestra spargerà per le vie della città le prime note di MiTo alle ore 21 al Teatro alla Scala affidata all’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, diretta dal maestro Yuri Temirkanov. Eseguirà la Sinfonia n. 4 in la maggiore, op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore “Romantica” di Anton Bruckner.
Cibo e natura hanno un importante aspetto spirituale; il 6 settembre alle 11 nella cornice del Duomo di Milano si terrà l’esecuzione della Messa in do minore K 427 per soli, coro e orchestra composta da Wolfgang Amadeus Mozart con l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice diretti da Diego Matheuz. A Torino, domenica 6 settembre il taglio del nastro avverrà all’Auditorium Giovanni Agnelli con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo che riproporrà programma offerto il giorno prima alla Scala.
Di grande rilievo, la prima italiana domenica 13 settembre a Torino all’Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto e a Milano martedì 15 al Piccolo Teatro Strehler: Akhnaten opera in tre atti di Philip Glass, esecuzione in forma concerto, Orchestra e Coro del Teatro Regio, direttore Dante Anzolini. Ebbi il piacere di vederla ed ascoltarla al festival di musica contemporanea di Strasburgo una diecina di anni fa. L’opera rievoca molto abilmente il destino del faraone che per primo si sforzò di affermare il monoteismo. La grande quantità di suggestioni storiche, archeologiche e filologiche si sommano dando vita a un progetto di raro fascino e ispirando questa esecuzione rappresentata scenicamente da una doppia proiezione costruita sui reperti archeologici del Museo Egizio di Torino.
Tra i percorsi di Mito 2015, da segnalare quello su Chopin / Skrjabin , nel centenario dalla morte di Aleksandr Skrjabin, uno dei più visionari compositori russi del Novecento ed mistico tra i filosofi della sua terra e quello su Adès / Francesconi che propone uno sguardo attento a due compositori contemporanei racconterà
MiTo 2015 propone anche scelte più ovvie ma amate dal grande pubblico come le Passioni di Johann Sebastian Bach , un programma su Vivaldi ed uno su Stravinky, nonché l’anteprima di Bollani del suo nuovo album per pianoforte solo.
A Milano lunedì 21 settembre una doppia chiusura: si inizia al Teatro Dal Verme con le colonne sonore di Alexandre Desplat, premio oscar 2015 per Grand Budapest Hotel, e si continua alle 22 al Teatro Franco Parenti, in uno spazio poliedrico che comprenderà l’interno e l’esterno del teatro, che per l’occasione diventerà palcoscenico di una notte hollywoodiana, ricco di atmosfere e suggestioni.
A Torino il 23 oltre alla rappresentazione dell’opera Il ragazzo del risciò di Guo Wenjing, per MiTo per la città Giorgio Li Calzi e Manuel Zigante in Solaris Due percorsi musicali apparentemente distanti convergono in un territorio comune, antico e futuribile, reale e immaginario. Proprio come nel film di Tarkovskij cui i due musicisti si ispirano: Solaris.