La notizia della morte di David Bowie ha rinvigorito il desiderio dei fan, e non solo, di ascoltare i brani che hanno reso il “Duca Bianco” una sorta di leggenda vivente. Uno dei pezzi che più hanno segnato la carriera di Bowie è senza dubbio “Let’s Dance”: con questa hit, risalente al 1983, il britannico riuscì a conquistare la prima posizione non soltanto per quanto concerne la classiffica del Regno Unito, ma anche per quel che riguarda la mitica Billboard Hot 100 statunitense. “Let’s Dance” fu quindi un pezzo capace di creare un ponte immaginario sull’Oceano Atlantico risultando anche ad anni di distanza, l’unica canzone dell’artista di “Heroes” capace di toccare la vetta della classifica di entrambi i paesi. Curiosi di ascoltare “Let’s Dance”? Scommettiamo che molti di voi, soprattutto i più giovani, avranno sentito più di una volta questa hit senza conoscerne l’autore! Cliccate qui per vedere il video di David Bowie in “Let’s Dance”!



Uno dei brani più cliccati su Youtube in queste ore immediatamente successive alla scomparsa di David Bowie è certamente “Life on Mars?”, un pezzo del 1973 dedicato come recita il testo stesso alla “ragazza con i capelli color topo”. am come nacque questa canzone visionaria, che in tanti hanno cercato di decriptare senza mai riuscirci completamente? Bowie stesso raccontò di avere iniziato a fischiettare questo motivetto in attesa dell’autobus e di non essere riuscito a levarselo dalla testa. Una volta rientrato a casa il britannico compose nel giro di qualche ora sia la parte lirica che quella melodica: insomma, non ebbe difficoltà a dare vita ad un pezzo che sembrava sgorgare dal suo genio senza freni. Ma che significato aveva la domanda:”C’è vita su Marte?”? E cosa provava la protagonista del brano? Lo ha chiarito David Bowie stesso raccontandosi nel 1996 a Nicholas Pegg:”Penso che si senta tradita, che sia delusa dalla realtà. Penso che, pur vivendo una realtà deprimente, sia convinta che in un luogo imprecisato c’è una vita che vale la pena di vivere e che sia amaramente insoddisfatta per il fatto di non avervi accesso… Suppongo che adesso mi farebbe pena, all’epoca provavo una sorta di empatia con lei“. Curiosi di ascoltare questo capolavoro? Cliccate qui!



Un mondo intero che prega per David Bowie, che cerca i suoi video su YouTube facendo schizzare le visualizzazione e che lo ricorda con infiniti messaggi sul web e sui social: una preghiera per la morte del Duca Bianco, come lui fece anni fa quando ricordò il suo amico Freddie Mercury, altra icona del mondo del rock che con lui firmò uno dei più bei successi mondiali, Under Pressure. In un celebre concerto tributo ad Abril nel 1992, il buon David cantò proprio questo incredibile successo musicale assieme ad Annie Lennox. Ma il momento da brividi arrivò alla fine, quando Bowie, finito il pezzo in duetto si inginocchia e guarda verso il cielo, come per parlare al suo amico Freddie scomparso troppo presto. A quel punto recitò un intenso Padre Nostro, la preghiera cattolica che nessuno si aspettava e che dimostra in profondità un animo religioso molto più spiccato di quanto non si pensa. Clicca qui per vedere il video toccante. Clicca qui per il video



David Bowie era così prolifico e geniale che poteva anche permettersi di scrivere una canzone bellissima e regalarla da incidere agli amici. YouTube non c’era e dunque successe così con il brano All the young dudes che venne data agli amici del complesso Motth the Hoople che ovviamente grazie a quel singolo finirono in cima alle classifiche. La canzone è l’inno della generazione gluma, inventata dallo stesso Bowie, i giovani inglesi dei primi anni 70 orfani dei grandi ideali degli anni 60 che vivono la loro giovinezza senza nulla a cui guardare, travestendosi, vestendo in modo sgargiante e assurdo (per l’epoca), inventandosi qualcosa perché rifiutano le utopie dei loro fratelli maggiori che sono tutte finite male. Addirittura nel brano si dice che “non voglio più restare vivo quando avrò 25 anni”, simboleggiando che a dopo quell’età si è vecchi e inutili. Bowie ne avrebbe fatto poi una versione dal vivo insieme ai Mott the Hoople che sarebbe stata pubblicata in una antologia dell’artista scomparso. Clicca qui per vedere il video

Il primo grande successo commerciale di David Bowie, quando ancora non c’erano YouTube e i social network per condividere tutto, fu il brano Space Oddity, pubblicato come singolo nel luglio del 1969 e facente parte del disco omonimo. E’ il singolo più venduto di Bowie nel Regno Unito di sempre. Bowie ne registrò anche una versione in italiano, Ragazzo solo, ragazza sola. Il brano venne scelto dalla Bbc per i servizi televisivi dedicati alla discesa sulla Luna dell’Apollo 11. Il brano contiene tute le caratteristiche che avrebbero rese Bowie una star: una ballata nostalgica, cantata con voce straniante, effetti sonori che rimandano al volo di una astronave, un cambiamento improvviso di  ritmo, e un testo diverso da quello di cui cantavano tutti all’epoca. Parla infatti di astronauta, il Maggiore Tom, disperso nello spazio che non riesce più a tornare sulla Terra, esprimendo tutto quel senso di alienazione e perdita che hanno sempre caratterizzato l’artista. Un brano inquietante, che incarna la paura dell’uomo per le sue stesse conquiste tecnologiche. Clicca qui per il video di Space Oddity

A metà degli anni 70 David Bowie – l’icona della musica morto ieri e subito top trend su YouTube, Social, tra commenti e video che ne celebrano la memoria – si trasferisce a vivere a Berlino, all’epoca gelida città divisa in due dalla guerra fredda tra occidente e Unione Sovietica. Città decadente e in un certo senso simbolo dell’allora mondo moderno con le sue contraddizioni, non poteva che attirare l’artista inglese sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Qui inciderà tre album di cui quello più noto è Heroes, che contiene l’omonima canzone diventata uno dei suoi più grandi successi. Il pezzo narra di due fidanzati che si baciano sotto al Muro di Berlino e che Bowie fa diventare simbolo di una speranza possibile contro le brutture del mondo. Sono a modo  loro degli eroi, anche se per un solo giorno, canta Bowie. Tutti possiamo essere eroi nel nostro piccolo è il messaggio della canzone. La musica è scritta insieme al produttore Brian Eno che portò Bowie a una svolta musicale verso l’elettronica. Lo strumento base è un sintetizzatore suonato dallo stesso Eno. Ne ha fatta una versione italiano lo scomparso Mango con il titolo L’amore è invisibile.  Heroes è stato uno dei pezzi scelti come colonna sonora delle Olimpiadi di Londra del 2012. Clicca qui per il video “Heroes”.

Un uomo icona, David Bowie davvero da “Heroes” sotto ogni latitudine: nelle ultime ore i suoi video su Youtube stanno schizzando a vette incredibili, come ampiamente prevedibile dopo la notizia della morte improvvisa del grande rocker, un uomo ben al di là del semplice cantante. Il Duca Bianco ha incantanti diverse generazioni ed era da poco tornato in scena con il suo ultimo album “Blackstar”. Era da tre giorni invece pubblicato il video di Lazarus, il suo singolo che a guardarlo adesso sembra davvero un testamento molto più che spirituale, una vera dichiarazione d’addio a questo mondo per Duca che probabilmente sapeva a cosa stava andando incontro più di tutti. Ebbene, il video è schizzato in maniera incredibile in soli tre giorni a 2 milioni di visualizzazioni e dopo la notizia di stamani è destinato a raggiungere le vette di Youtube. Un uomo e un musica “immortali”, del resto è anche questo David Bowie: clicca qui per il video di Lazarus.

E’ scomparso da poche ore David Bowie, simbolo della musica rock, che già i fans in lutto sono corsi a riascoltare i brani del Duca Bianco, postando sui social network video da Youtube con le sue celebri canzoni. Nonostante la sua fama a livello internazionale ci sono delle curiosità legate ad alcuni suoi brani che forse non sono note a tutti i suoi “seguaci”. Per esempio il fatto che il successo “Fame” è stato scritto a due mani con John Lennon, che ne ha anche cantato i cori. Il brano, composto nel 1975, fu inserito nell’album Young Americans e pubblicato come secondo singolo estratto dal disco: è stato il primo singolo a raggiungere la prima posizione della classifica Billboard Hot 100, così come il suo primo a entrare nella top 10. (Clicca qui per riascoltare la traccia). Forse non tutti sanno poi che il classico brano di Natale “Peace on Earth/Little Drummer Boy” originariamente doveva essere solo un duetto di “Little Drummer Boy” tra David Bowie e Bing Crosby. The Little Drummer Boy è una celebre canzone statunitense scritta nel 1941 dalla compositrice Katherine Kennicott Davis con il titolo “The Carol of the Drum”. La canzone è nota per il ricorrente rum pum pum pum, che simula il suono di un tamburo. David Bowie confessò di odiare il brano “Little Drummer Boy” e ha accettò di fare il duetto con Bing se avesse cantato un altro pezzo. (clicca qui per ascoltare il duetto).