Su questa testata ci siamo già occupati del personaggio di Camille Saint-Saëns in occasione dell’inizio del festival organizzato dal Centre de Musique Romantinque Française di Palazzetto Bru Zane a Venezia (in collaborazione con altre istituzioni europee) per riscoprire e rivalutare questo compositore (e didatta) tanto celebre quanto poco conosciuto (specialmente in Italia dove sono rimati in repertorio alcuni suoi lavori pianistici, il poema sinfonico La Carnival des Animaux e l’opera Samson et Dalila).



Quasi contemporaneamente è apparso il volume Camille Saint-Saëns: il Re degli spiriti musicali di Giuseppe Clericetti (540 pp, Zecchini Editore, 33 euro). Il Centre de Musique Romantinque Française mi ha invitato ad ascoltare, oltre ad alcuni concerti a Venezia, la prima mondiale in tempi moderni del drame lyrique in quattro atti Proserpime al Prinzregententheatter di Monaco di Baviera.



Un’edizione in versione da concerto che si vedrà anche all’Opéra di Corte di Versailles. E’ la prima ripresa in epoca moderna di un lavoro che ha debuttato all’Opéra Comique di Parigi nel 1877 con esiti controversi, e circolò  alla fine dell’Ottocento, riapparve all’inizio del Novecento con poco successo perché nel frattempo i gusti musicali erano cambiati.

Il libro è strumento essenziale per seguire il Festival veneziano, che iniziato il 24 settembre si estende sino al 3 novembre. Lo è  particolarmente per gli ascoltatori italiani anche perché non solo pochi lavori di Saint-Saëns sono in repertorio nel nostro Paese ma anche perché basta scorrere le 28 pagine di bibliografia del saggio  di Clericetti per notare che i rari autori italiani che hanno scritto su Camille Saint-Saëns hanno pubblicato su riviste internazionali in francese, inglese o tedesco.



Camille Saint-Saëns – come documenta il saggio di Clericetti, che anche all’estero è considerato come il lavoro non solo più aggiornato ma anche più completo sull’autore – non solo fu un compositore immerso nel mondo della cultura francese della metà dell’Ottocento, ma un intellettuale a tutto campo, attivo nell’ambito letterario e poetico, acuto osservatore dei fenomeni astronomici e biologici, e soprattutto notevole critico musicale con 440 contributi pubblicati su riviste specializzate o giornali autorevoli. 

Fu protagonista delle polemiche tra wagneriani ed anti-wagnerìani che per decenni dilaniarono il mondo musicale francese. Per certi aspetti eclettico, riuscì a coniugare il drame lyrique (genere di teatro in musica spiccatamente francese, che in parte venne ripreso in Italia, ad esempio Fedora di Umberto Giordano), con il wagnerismo.

Proserpine ne è un esempio eloquente. Non è un’opera mitologica, ma un dramma borghese da Terza Repubblica anche se ambientato nell’Italia del Rinascimento.

La protagonista, cortigiana di lusso (ma già con qualche ruga), ama il giovano Sabatino, il quale si è innamorato di Angiola (appena uscita dal convento dove ha ricevuto l’istruzione che si usava all’epoca). Aiutata dal bandito Squarocca (personaggio a metà tra Mefistofele e Jago) tende un agguato ai due amanti. L’agguato fallisce e Sabatino riconferma il suo amore per Angiola. Proserprine tenta di pugnalare la rivale. Non ci riesce. Riflettendo sul fallimento del suo amore e della sua intera vita, si suicida. Occorre notare che il testo teatrale di Auguste Vacquerie, autore allora alla moda, aveva un finale ancora più fosco: Proserpine uccideva Angiola, ma veniva pugnalata da Sabotino, il quale commetteva suicidio.

Più interessante del drammone di sangue e passione è la musica; una vera e propria fusione tra drame lyriquee wagnerismo. Del drame lyrique c’è il recitativo ed il declamato accompagnato che sfocia in ariosi. Del wagnerismo il sinfonismo continuo e vasti momenti orchestrali, nonché un grande organico.

L’orchestra della radio di Monaco, diretta da Ulf Schrimer ha dato prova di grande perizia nel trattare un lavoro inconsueto, con un orchestrazione complessa e densa di trappole. Bravo il coro della Vlaams Radio diretto da Edward Caswlell. Di grande livello il cast. Come consueto nel drame lyrique, ai personaggi principali (Véronique Gens – Proserpine -, Marie Adeline Henry – Angiola- Frédérique Antoun – Sabatino, Andrew Foster Williams – Squarocca) si aggiungono numerosi comprimari, alcuni dei quali interpretati da una sola voce per più personaggi minori.

Spiccano Véronique Gens (che sa gestire molto bene la propria voce c ol passare degli anni, da personaggi mozartiani a ruoli pesanti) e Frédérique Antoun, un tenore franco-canadese che è un vero e propriocoup de théâtre sia sotto il profilo vocale sia per la sua capacità di recitare anche in una versione di concerto.