Sta diventando un giallo dai contorni misteriosi il conferimento del premio Nobel alla letteratura al cantautore americano Bob Dylan. Per giorni l’accademia del Nobel ha provato a contattare il musicista (e poeta) per annunciargli personalmente la vittoria, come è d’uso. Lui si è reso introvabile, anche perché impegnato in una tournée. Fino a quando l’accademia ha detto che si era stufata di cercarlo e che mollava la spugna. Poi stamattina una ammissione seppur indiretta sul sito ufficiale di Bob Dylan: accanto alla pubblicità della pubblicazione di una nuova raccolta dei testi delle sue canzoni, la frase “Vincitore del premio Nobel per la letteratura”, Dunque seppur indiretta l’accettazione del prestigioso premio. Ma poche ore dopo la frase è scomparsa, è rimasta solo la pubblicità del libro. Perché? Ma soprattutto, come dice una delle sue canzoni più famose, “qualcosa sta succedendo ma tu (noi) non sappiamo cosa, vero Mister Jones?”. Quella di Dylan è maleducazione? Menefreghismo? Oppure una sorta di dimostrazione di rancore perché, come hanno detto in molti, gli accademici di Stoccolma questo premio glielo avrebbero dovuto dare già da molto tempo?  A noi piace pensare che si tratti dell’ennesimo scherzo di quello che lui stesso si è definito un “jokerman”, un giullare (a proposito, esattamente come si definiva Dario Fo, altro premio Nobel per la letteratura guardato con disgusto dai duri e puri della letteratura, esattamente come è successo a Dylan). In fondo, diceva sempre Bob Dylan, “per vivere fuori della legge devi essere onesto”. E lui fuori dalla legge delle convenzioni sociali è sempre stato. Onestamente. 



Ps: è già successo in passato con altri premi Nobel qualcosa del genere. Il fatto che il vincitore non lo riconosca personalmente non toglie la vittoria, così come il fatto che Dylan possa recarsi di persona a Stoccolma alla cerimonia di consegna il prossimo 10 dicembre. Ci andrà rotolando, “like a rolling stone”.



(Paolo Vites)

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