Se dovessi stilare una classifica dei migliori album degli anni duemila, di getto, ma in ordine sparso, andrei probabilmente a ricercare tra le produzioni di Nick Cave, Low, Mark Lanegan, John Grant, Black Keys, Okkervil River, Gov’t Mule, Mumford & Suns, Avett Brothers, Fleet Foxes, Great Lake Swimmers. A queste band, di cui mi viene in mente almeno un album degno di merito, aggiungerei perlomeno un lavoro di Bob Dylan e di Bruce Springsteen di inizio millennio. 



Un esercizio divertente ma soggetto verosimilmente a continue sostituzioni e ripensamenti. Tra le poche certezze i Midlake: non avrei dubbi nel ricomprendere nella mia personalissima Top 10 sia The Trials of Van Occupanther del 2006 che il successivo The Courage of Others del 2010.  Il primo dei due proprio quest’anno festeggia  il decimo anniversario e il 28 ottobre Bella Union/[PIAS] lo ristampa in versione Deluxe con due inediti.



Credo che i Midlake siano una delle band più originali ed entusiasmanti che la scena folk rock americana abbia offerto negli ultimi anni. Ottimi musicisti che hanno creato un suono nuovo, autentico e distintivo che ha combinato sapientemente il British Folk dei Fairport Convention e il rock degli anni settanta.  La loro musica, con l’aggiunta delle armonie vocali, ha saputo creare delle atmosfere sognanti e trasmettere un senso di malinconia struggente.

Ho avuto l’occasione di intervistare Eric Pulido, uno dei membri fondatori che ha preso le redini della band Texana dopo la partenza di Tim Smith nel 2013. Per Eric ho preparato giusto dieci domande per i dieci anni di The Trials of Van Occupanther.



The Trials of Van Occupanther è diventato subito un instant classic. Torniamo a dieci anni fa, com’è nato l’album? 

Venivamo dal mezzo fallimento del primo album (Bamnan and Slivercork) ed eravamo impazienti di tornare in sala di registrazione. Le nostre influenze nel frattempo si erano evolute ed è stato divertente seguire dove queste ci avrebbero portato. Sin dall’anno precedente ci stavamo dedicando interamente alla musica e questo ha contribuito a creare una forma di nostalgia romantica. Ognuno ha portato le proprie influenze e abbiamo cercato di dare seguito alle nostre ispirazioni.  Speravamo di avere intrapreso la giusta direzione ma non ce ne saremmo potuti rendere conto con certezza nel momento in cui lo stavamo facendo. Credo che avessimo una buona percezione di parecchie melodie ed eravamo convinti che fossero interessanti per gli ascoltatori ma certamente non potevamo immaginare gli accordi di certe canzoni fosse così d’impatto. Eravamo e siamo tutt’oggi davvero grati di quanto è successo!

The Fairest Way” il primo dei due inediti presenti, è davvero stupendo e non avrebbe sfigurato con le altre canzoni del disco…

In realtà questa canzone proviene dalle sessioni di “Seven Long Suns”, l’album che stavamo facendo quando poi Tim ha lasciato la band. Ci siamo ritrovati a dicembre del 2015 per registrare la canzone appositamente per questa nuova edizione. È stato davvero bello avere di nuovo tutti in una stanza dopo così tanto tempo. 

Festival” è il secondo inedito ma a differenza del primo lo avete già suonato dal vivo. Anche questo brano era previsto per essere incluso in “Seven Long Suns”, giusto?

Esatto, la sola differenza rispetto a “The Fairest Way” è che di “Festival” proponiamo la registrazione originale delle sessioni del 2012.

Avete deciso di cambiare e di rivisitare la copertina dell’album. Come mai questa scelta? 

Un artista incredibile di nome Brian Lotti ha fatto questo lavoro e siamo rimasti tutti impressionati di come sia venuto. Brian è un ex skateboarder e tutti noi conoscevamo già  i suoi lavori grazie ad un comune amico di nome Jason Lee. Non volevamo usare le stesse immagini del tempo per questa edizione pertanto ho pensato che con il suo stile artistico avremmo potuto fare qualcosa di speciale. Sarò di parte, però mi piace davvero quello che abbiamo fatto.

Sei ancora in contatto con Tim Smith? Anche lui ha collaborato per la realizzazione di questa uscita? 

Si, Tim ed io ci siamo risentiti dopo un periodo di silenzio durante Antiphon ed ora siamo in contatto regolare. Tim è passato a Denton a settembre per un festival (Oaktopia) ed è stato grandioso trascorrere del tempo con lui. Tutti i ragazzi della band, incluso Tim, sono stati davvero collaborativi nel rendere questa realizzazione per il decennale qualcosa di davvero speciale. 

Dopo The Trial of Van Occuphanter a questo punto mi aspetto grandi cose anche per l’anniversario di The Courage of Others…

Il tempo lo dirà…

Sei molto legato alla tua città Denton e addirittura siete coinvolti nella gestione di un Pub in città, il Paschall Bar. Se qualcuno dall’Italia dovesse passare, ha qualche possibilità di trovarvi dietro al bancone?

Non lavoro direttamente al bar  ma potreste trovare chiunque di noi seduto al bancone del bar in qualsiasi serata! Specialmente la Domenica quando facciamo la Jazz Night! 

Curiosità, i Midlake sono ancora in attività? 

In questo momento siamo tutti impegnati in progetti solisti o paralleli ed è bello supportarci a vicenda nelle rispettive iniziative. Tim Smith (Harp) sta lavorando ad un progetto solista; Paul Alexander (nome ancora da definire) sta lavorando ad un progetto solista; il sottoscritto, McKenzie Smith, Jesse Chandler, Joey McCleallan stiamo lavorando ad un progetto sotto il nome BNQT, che si pronuncia Banquet, che raccoglie il contributo anche di Alex Kapranos dei Franz Ferdinand, di Ben Bridwell dei Band of Horses, di Fran Healy dei Travis e di Jason Lytle dei Grandaddy.

Quando ci dobbiamo aspettare qualcosa da questo supergruppo?

Stiamo terminando l’album e stiamo solo aspettando il giusto momento per la realizzazione. Verosimilmente qualcosa sarà fuori la Primavera prossima, maggiori informazioni saranno a disposizione a brevissimo. 

Nel vostro ultimo Tour per presentare Antiphon avete suonato con Neil Young e pure con i Pearl Jam. Hai qualche aneddoto da condividere? 

Un uomo saggio una volta disse: “Quello che succede sulla strada, rimane sulla strada”! Ma ti posso dire che sono stati tutti molto cortesi ed è stato grandioso condividere il palco con loro. Per questo e per molto altro, mi sento davvero molto fortunato.