Basta scorrere la sezione sui ‘cartelloni internazionali’ del mensile L’Opera per toccare con mano come Mozart sia oggi uno degli autori di teatro in musica più eseguito al mondo. L’altro è il nostro Giuseppe Verdi. Non fu sempre così. 

Durante l’Ottocento ed primi anni del Novecento Mozart fu praticamente ignorato, tranne che nei teatri del mondo austro-germanico dove veniva eseguita principalmente la ‘Trilogia Da Ponte-Mozart’ ma in versione ritmica tedesca: ho ancora un LP (del 1961) della casa editrice Seraphin in cui un cast stellare (Otmar Suitneer sul podio, l’orchestra dell’opera di Dresda in buca, e, tra le voci, Hilde Guden, Hermann Prey, Annelise Rothenberger, Walter Berry , Edith Mathis) utilizzava per Le Nozze di Figaro la traduzione ritmica di Hermann Levi. 



Ancora peggio, nei Paesi non di cultura austro-germanica. Ricordo negli Anni Sessanta a Roma, un Flauto Magico in cui metà dello scarso pubblico lasciò il teatro dopo il primo atto. I festival di Salisburgo , Glyndebourne e Aix-en- Provence, nacquero rispettivamente nel 1920, nel 1934 e nel 1948 soprattutto per fare conoscere Mozart, che, per di più, nel mondo anglosassone e francofono, era sparito.



Negli ultimi decenni, pullulano saggi e studi su Mozart (che,come si è detto, è uno degli autori più rappresentati nei teatri e più eseguiti nelle sale di concerto). Tuttavia, per avvicinarsi all’artista ed all’uomo, nulla ha freschezza di quanto scritto da lui in persona e dai suoi familiari. 

Alcuni anni fa, Zecchini Editore ebbe il coraggio di pubblicare TUTTE LE LETTERE DI MOZART. L’epistolario completo della famiglia Mozart – 1755-1791, un lavoro monumentale , pubblicato da un editore tedesco oltre trent’anni fa e per la prima volta in una traduzione critica italiana. E’ una fonte inesauribile di informazioni, dato che nella seconda metà del settecento, non esistendo telefono e tanto meno email , si comunicava principalmente per lettere. Dalle circa 2200 pagine, ne trassi un saggio per La Nuova Antologia sulla economia politica della famiglia Mozart.



Si scrivevano anche diari. Non solo di riflessioni intime ma anche per tenere una memoria per se stessi, la famiglia e gli amici. E’ appena uscito, sempre nella collane di Zecchini Editore, un elegante volume illustrato (potrebbe essere una raffinata strenna natalizia): Maria Anna Mozart. Il Diario di Nannerl Morzart. Con l’intervista a Nannerl che parla del fratello Wolfgang e con l’aggiunta di scritti di Mozart (pp.152, 25 euro). 

Il libro, curato da Olimpio Cescatti e con una prefazione di Marco Murara, consente di vedere Mozart da vicino tramite gli scritti della sua amatissima sorella. Offre un vero spaccato della vita quotidiana di Nannerl e del padre Leopold, rimasti soli a Salisburgo dopo il definitivo trasferimento di Wolfgang a Vienna. Registra le visite di Wolfgang e di sua moglie Constanze, con frequenti ed arguti interventi dello stesso Wolfgang. Il diario annota puntigliosamente la ‘quotidianità’ della media borghesia e della piccola aristocrazia locale, nonché la presenza a Salisburgo di eccelsi compositori e strumentisti come Michael Haydn, fratello del più noto Franz Joseph.

In breve un libro non solo per musicologi e storici, ma anche per sociologi e per le persone ‘colte’, in senso lato.