Francesco Gabbani è uno degli artisti che saliranno sul palco dell’Ariston per la finale nella categoria Nuove Proposte. Una cosa è certa: il pezzo di Francesco Gabbani è innovativo, immediato e molto interessante sia dal punto di vista testuale che musicale. Denso di significati e, a tratti, irriverente, Amen è un pezzo decisamente radiofonico e non farà alcuna difficoltà a diventare uno dei più trasmessi dell’edizione del Festival di Sanremo che sta per iniziare. Il ritmo incalzante ben si coniuga ad un testo scarno ma niente affatto scontato. Il ritornello viene ripetuto due volte ed è davvero ad effetto. “E allora avanti popolo che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un Amen!”: è questo, senza alcun dubbio, il passaggio più efficace che ben sintetizza il messaggio che Francesco Gabbani vuole lanciare.
In ogni strofa si nasconde un’analisi della società in chiave ironica che l’autore ha voluto mettere in musica: “Alla porta i barbari, nascondi provviste e spiccioli sotto la coda, sotto la coda, sotto la coda. E i trafficanti d’organi, e le razzie dei vandali sono di moda, sono di moda, sono di moda. Un visionario mistico all’università mi disse l’utopia ci salverà. Astemi in coma etilico per l’infelicità la messa ormai é finita figli, andate in pace cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace”. E’ un mondo ormai finito alla rovescia quello che Gabbani ritrae dove addirittura “Gesù è diventato agnostico”: “Il portamento atletico, il trattamento estetico sono di moda, sono di moda, sempre di moda. Ho l’abito del monaco, la barba del filosofo muovo la coda, muovo la coda, colpo di coda. Gesù s’é fatto agnostico, i killer si convertono qualcuno è già in odor di santità. La folla in coda negli store dell’inutilità l’offerta è già finita amici andate in pace cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace”. Pace e amore dove sono finir? Bellezza e fraternità? Era tutto un sogno conclude il cantante forse con troppa faciloneria: “E l’uomo si addormentò e nel sogno creò il mondo lì viveva in armonia con gli uccelli del cielo e i pesci del mare la terra spontanea donava i suoi frutti in abbondanza non v’era la guerra, la morte, la malattia, la sofferenza poi si svegliò…”. Solo un sogno, la realtà è sempre e solo stata cattiva? Come gli altri artisti appartenenti alla sezione Giovani, anche Francesco Gabbani ha girato un video per il suo pezzo Amen. Il video è a dir poco efficace.
L’unico protagonista è proprio Francesco Gabbani che si presenta in giacca nera e camicia bianca ed indossa un paio di occhiali da sole scuri. Le immagini sono in bianco e nero e ben si contrappongono ad un brano dalle mille sfumature di colori. L’ambientazione è davvero suggestiva. Roccia e polvere: sono questi gli elementi che compongono la scenografia del video di Amen. Francesco Gabbani, pertanto, ha voluto rappresentare quest’umanità che si pulisce la coscienza con un semplice Amen come una roccia senza colore. Il video, quindi, è ben coordinato al testo e dona ad esso un significato ancora più profondo. Amen è un continuo gioco di luci ed ombre che raccontano alla perfezione quell’oblio dell’animo umano di fronte alla mercificazione della morale che tanto andiamo cercando. Amen è un testo trasversale che parla di temi sociali in modo fresco ed innovativo.
Non c’è faziosità nel testo di Francesco Gabbani ma solo la voglia di raccontare il punto di vista di una generazione che vorrebbe vivere in una società diversa. Disillusi ma con i sogni ancora pieni di voglia di combattere per un mondo migliore: sono questi i giovani che si rispecchieranno alla perfezione nel pezzo di Francesco Gabbani. Non c’è ipocrisia nelle sue parole e, per tale ragione, c’è da scommettere che sarà un pezzo di sicuro impatto. Il brano ricorda lo stile di Rino Gaetano che, in chiave ironica e polemica, ha sempre scritto testi volti ad accendere i riflettori su dinamiche sociali controverse. Che proprio Gabbani sia uno dei super-favoriti di questa edizione? Difficile a dirsi. Per scoprirlo, non resta che attendere l’inizio del Festival.