Se si prendesse una canzone come It’s Allright Ma (I’m Only Bleeding) si avrebbero tante di quelle frasi citabili per quasi ogni occasione che basterebbero per una vita. Quella che è, almeno a livello lirico, il capolavoro di Bob Dylan, è una sorta di manuale zen/antropologico/civile/politico da far paura. Qualche esempio? “Chi non è impegnato a rinascere è impegnato a morire”; “Non odiare nulla eccetto l’odio”; “Divinità umana costruiscono di tutto, da armi giocattolo che scintillano a Cristi color carne che splendono al buio (…) è facile capire che non c’è più molto di sacro”; “persino il presidente degli Stati Uniti a volte deve presentarsi nudo” (cantata dal vivo durante lo scandalo Watergate, ma scritta dieci anni prima, questa frase faceva esultare in scroscianti applausi il pubblico tutte le sere); “Se i miei sogni pensanti potessero essere visti, probabilmente metterebbero la mia testa in una ghigliottina”. Solo alcuni esempi di ciò che contiene il brano. Una di queste frasi la usò ad esempio Jimmy Carter durante il suo discorso di inaugurazione del mandato presidenziale, nel 1976: “Viviamo in un’America che è impegnata a rinascere non a morire”.
Le canzoni di Bob Dylan e le loro parole sono entrate in modo così potente nell’immaginario comune americano che episodi del genere nel corso dei decenni sono stati moltissimi. Colpisce nonostante questo che le parole del cantautore americano siano tra le preferite anche dagli importantissimi giudici della Corte suprema americana, gente che ha che fare con casi politici e privati di importanza capitale e certamente ha poca dimestichezza con il mondo del rock. Un docente di legge, Alex Long, qualche anno fa ha raccolto in un documento tutte queste citazioni, con il titolo di “The Freewheelin’ Judiciary: A Bob Dylan Anthology”. Già il titolo del documento fa riferimento al disco “The Freewheelin’ Bob Dylan”. In esso, Long documenta il primo caso conosciuto di citazione, risalente al 2008 durante la causa Sprint Communication Co. APCC Services che interessava il diritto di agire legalmente da parte delle aziende contro gli operatori di telefonia a pagamento. Per sostenere che le imprese non avevano dritti a sufficienza per ottenere una sentenza sul caso, il giudice John Roberts, piuttosto che citare una sentenza precedente come si fa sempre, citò una frase della canzone Like a Rolling Stone di Bob Dylan: “Quando non hai nulla, allora non hai nulla da perdere”.
Due anni dopo, il famoso giudice conservatore Antonin Scala, scomparso di recente, durante una causa che riguardava il diritto o meno alla privacy a proposito degli sms, citò nuovamente Dylan. I suoi colleghi infatti avevano sentenziato che siccome non esisteva ancora una giurisprudenza approfondita sull’uso delle nuove tecnologie, non potevano emettere una sentenza. Scala controbattè dicendo che “il fatto che i tempi stiano cambiando è una scusa insufficiente per non sentenziare”. Scalia aveva fatto riferimento al noto brano The Times They Are A-Changin’. E così via. Ad esempio molti giudici amano citare il classico verso di Subterranean Homesick Blues ( “you don’t need a weatherman”, non ti serve un meteorologo “per sapere da che parte soffia il vento”) quando vogliono dire che certe perizie presentate dalle parti in causa sono futili e immotivate. Scrive Long che Bob Dylan è di gran lunga il musicista più citato dai giudici americani anche se negli ultimi tempi hanno cominciato a far capolini altri artisti come Springsteen e anche i Beatles.
E’ la dimostrazione di quanto la canzone rock, perlomeno negli Stati Uniti, non sia considerata un motivetto da cantarsi sotto alla doccia o al festival di Sanremo, ma una parte consistente della vita culturale, politica, civile degli ultimi decenni e che questa vita abbia contribuito a crescerla e a modellarla.
C’è però una frase di una canzone di Bob Dylan (Absolutely Sweet Marie) che nessun giudice ha ancora citato e probabilmente non farà mai, perché li obbligherebbe ad ammettere che la verità è al di là e oltre i tribunali stessi. Quella frase dice: “Per vivere al di fuori della legge devi essere onesto”. Chi vive nella legge infatti non lo è quasi mai. D’altro canto in un’altra canzone, quella dedicata al pugile afro americano Rubin Hurricane Carter, se ne uscì con un: “Mi vergogno di vivere in paese dove la giustizia è una presa in giro”.