Se le ragioni per cui Bruce Springsteen ha cancellato un suo concerto nello stato del North Carolina potevano essere discusse come un caso di, per quanto opinabile, sostegno a certi diritti, quelli degli appartenenti alla comunità Lgbt, in particolare i transessuali, il caso del collega Bryan Adams appare un vero attacco alla libertà religiosa. Il musicista canadese ha infatti annullato un suo concerto nello stato del Mississippi a causa dell’approvazione della legge sulla libertà religiosa che lui ha definito discriminatoria nei confronti dei cittadini Lgbt. “Non posso esibirmi in uno stato dove ad alcune persone vengono negati i loro diritti civili per via del loro orientamento sessuale”. Ma di cosa si tratta? La legge recentemente approvata dal governatore dello stato prevede che gli impiegati delle amministrazioni pubbliche per motivi di coscienza religiosa possano rifiutarsi di celebrare o registrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, matrimoni che verrebbero comunque celebrati da altri loro colleghi. Inoltre la legge garantisce agli istituti religiosi la possibilità di rifiutarsi di dare in adozione bambini a coppie omosessuali. Una legge dunque che riguarda solo chi ha motivazioni religiose lasciando liberi tutti gli altri di agire a favore delle coppie gay. Nessuna discriminazione dunque, ma solo garanzia di libertà religiosa per motivi di fede. O Bryan Adams non ha letto il testo di legge, o ha voluto approfittare della enorme pubblicità che il caso Springsteen ha sollevato, oppure appare evidente che i privilegi della comunità Lgbt ormai contano di più di qualunque libertà religiosa. La musica rock, che ha sempre significato libertà, sta ormai diventando propaganda di una ideologia a senso unico, quella introdotta in America da Barack Obama.



 (Paolo Vites)

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