Metti un progetto che fa incontrare due protagonisti silenziosi da un lato e due interpreti di alto rango dall’altro.  Il poeta Pierluigi Cappello e il compositore Renato Miani raccontano e musicano un Friuli conteso tra differenti accenti culturali.  C’è il grande respiro popolare di quella terra che qui ingloba incroci tra classica e jazz e la contiguità di una tradizione dove agiscono reminiscenze della romanza di ascendenza austriaca.  L’eccellente piano di Matteo Andri e il purissimo canto di una nostra conoscenza come Elsa Martin danno nutrimento e voce all’intenzione artistica.



Che è quella reperibile in “Amôrs”, opera dove compositori di talento saggiano una volta di più l’aderenza del suono di una lingua come quella friulana a note musicali che sembrano fuoriuscire dalla stessa forza espressiva delle parole.  Edito dalla meritoria associazione culturale Colonos, il progetto vede una trasposizione della raccolta poetica di Cappello “Assetto di volo” (2006) in una serie di canzoni che vivono e respirano sulla forza trasparente delle liriche. 



Forti accenti cameristici e un’impronta raffinata e sfuggente dove melodia e cantabilità fanno fugaci apparizioni all’interno di un quadro sonoro dalla struttura perlopiù maestosa e sobria.
Il brano introduttivo Cir par lampa (Cerca, per accenderti) appare in questo senso atipico e quasi in controtendenza rispetto alla direzione del disco.  La forma è quella suadente della ballata intensa e vivace all’insegna della ricchezza sonora con Andri a dettare il passo tra accenti art-rock e jazz.  Progressioni di accordi a cascata, saliscendi, scansioni forti alternate a fasi di tenero trasporto per un effetto dolce e danzante che appoggia il canto tra l’evocativo e l’estatico della Martin.
La to Man (La tua mano) si innesta sul diminuendo finale del brano precedente creando lo sfondo per un cambio di registro in una riflessione intima dal sapore indulgente.  In O cerci l’aiar (Assaggia l’aria) il piano si riaffaccia nervoso e luccicante per un brevissimo quadretto naturalistico, ma è solo un attimo prima di una fase di raccoglimento che apre la sezione squisitamente liederistica del lavoro con To la me bocje amor (Tua la mia bocca, amore).  Il piano ora suggerisce con garbo sommesso, la voce accarezza le note come un soffio.
E’ un’atmosfera che persiste in una Tu tu ses la nere, la more (Tu sei la nera, la mora), dove l’andamento più mosso è risucchiato nell’austerità quasi ipnotica del lied applicata con perizia e senso del dramma anche a Ma jo (Ma io).  Si percepisce un felice gioco di contrapposizioni tra i bassi profondi e severi dello strumento e gli sprazzi di pura luce del canto della Martin.



In Intermiec-Mondimi me (Intermezzo – Mondami) lo scenario si definisce ulteriormente.  All’impronta quasi accademica dell’intro strumentale fa da contraltare un canto che abbina disciplina e calore stabilizzandosi nelle annotazioni mordi e fuggi di Front a front  amor, di S’o cor (Se corro) e nella più elaborata Tu tu mi cjalis soriane (Tu mi guardi, soriana).

L’indubbio sentore di aplomb del lavoro è mediato da un andamento agile in cui poesia e canzone si chiamano e si rincorrono a vicenda senza soluzione di continuità e dove la forma musicale prevalente – il lied – sostiene l’amore come tematica alta tra immedesimazione, enigmi e sacralità.    
Tempi e modi compatibili con l’effetto sorpresa di una Vores podeti di (Vorrei poterti dire) che riporta in maniera repentina alle magnetiche arie iniziali del disco.  Sequenze prima turbolente poi più rilassate si incastrano a una voce ora soave ora densa di visione appassionata, per un cenno di apertura melodica che si conferma in Tra chel ch’al comence (Tra ciò che incominci) e lascia un senso di eco lontana nell’ode finale diCome lus (Come luce).
L’impressione è quella di un ritorno graduale al silenzio come luogo di elezione del rivelarsi delle cose.  E il disco finisce non a caso con un recitato quasi in funzione di postfazione narrativa affidato a Pierluigi Cappello, il protagonista silenzioso dalle cui parole le canzoni di questo disco sono nate come per irresistibile forza d’attrazione.