Sabato 30 aprile a Roma presso Beba do Sambaì in Via dei Messapi 8, a partire dalle 20 si terrà un evento per rendere omaggio a Naná Vasconcelos il grande percussionista brasiliano scomparso per un male incurabile il 9 marzo all’età di 71 anni. La serata patrocinata dall’Ambasciata del Brasile in Italia e dall’ICBI Europa Onlus prevede un concerto del percussionista Peppe Consolmagno, amico e collaboratore d’antica data di Naná Vasconcelos, che si esibirà insieme a Massimo Aureli, chitarra sette corde e Paolo Innarella, flauto e sax soprano. Verranno inoltre proiettati video e foto che documenteranno la vita del musicista .
In Italia Naná era di casa (parlava un buon italiano) e, per diverso tempo, ha frequentato Roma. Si ricorda la lunga amicizia con il promoter e fotografo Isio Saba; nel 1976 incide L’ATTESA insieme a Saro Liotta e Mario Scotti . Nel 1984 è la volta della collaborazione con Pino Daniele nell’album MUSICANTE e quella con Enrico Rava in RAVA STRING BAND. Nel 1985 è la volta dell’album EARTHEART con Gianluca Mosole. E’ del 1987 l’album LESTER, firmato insieme a Antonello Salis per la Soul Note. Nel 1991 partecipa al Festival di Sanremo accompagnando Eduardo de Crescenzo con il quale incide CANTE JONDO e gira l’Italia in tour. Forte il legame artistico con il percussionista Peppe Consolmagno con il quale ha condiviso diversi tour registrando nel 2005 l’album VASCONCELOS, SALIS, CONSOLMAGNO (Caju’Records 4558-5).
Strumentista e compositore, sin da bambino ha iniziato la sua ricerca del ritmo su improvvisati strumenti casalinghi. Si dichiarava autodidatta non avendo frequentato alcuna scuola di musica. In un’intervista dichiarò: “se impari la teoria musicale sui libri, avrai sempre bisogno di consultarli. Quando impari con il tuo corpo, è come andare in bicicletta. Il tuo corpo si ricorda”. Tra il 1984 e il 1990 i referendum della prestigiosa rivista Down Beat lo vedono trionfare nella categoria di miglior percussionista. Vince inoltre otto Grammy Awards.
Nella sua vasta discografia, è rilevante la collaborazione con la casa discografica ECM. Fra i tantissimi musicisti con i quali ha collaborato vanno segnalati per importanza due grandissimi brasiliani come Milton Nascimento ed Egberto Gismonti, il trombettista Don Cherry e Colin Walcott con i quali condivise il progetto CoDoNa e Pat Metheny e Lyle Mays che lo vollero nel Pat Metheny Group partecipando all’incisione di AS FALLS WICHITA, SO FALLS WICHITA FALLS, TRAVELS e OFFRAMP. In questi album il suo contributo è di straordinaria importanza, l’utilizzo delle percussioni è magistrale inondando di colori la tessitura musicale del PMG; non da meno i vocalizzi e gli effetti della sua voce che si rifà alla lezione di Milton Nascimento, suo primo mentore.
Naná Vasconcelos ha contaminato con il suo “suono della terra” musicisti di ogni genere. Gato Barbieri, Ryuichi Sakamoto, Jan Garbarek, Sergio Mendes, Arto Lindsay, Herb Alpert, Jack DeJohnette, B.B. King,Paul Simon, Caetano Veloso, Talking Heads, Laurie Anderson sono solo alcuni dei nomi hai quali ha regalato la sua arte percussiva e il suono del berimbau del quale era indiscusso maestro.
Per decenni ha esportato la cultura della sua città in tutto il mondo e ha elevato Recife e il suo Carnevale a livelli internazionali. Per quindici anni consecutivi ha aperto il tradizionale carnevale, conducendo un corteo di oltre 500 “batuqueiros”.
Nel dicembre 2015 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa dall’Università Federale Rurale di Pernambuco(UFRPE). La sua ultima apparizione è stata il 27 febbraio scorso al Festival Internazionale di Percussioni “Nalata” a Salvador de Bahia.
Per la sua morte la città di Recife ha proclamato tre giorni lutto cittadino e la camera ardente è stata allestita presso l’Assemblea Legislativa di Pernambuco.
Lo ricordiamo per il tratto affettuoso, per la generosità a partecipare a progetti altrui per il semplice amore della musica. Il rapporto umano con lui è stato sempre caldo, di qualità. I suoi abbracci, il suo spirito, il suo sorriso; indimenticabile la levità che dispensava ad ogni incontro anche dopo anni che non lo vedevi. Naná era un autentico poeta, anche nell’approccio alla vita. Ciao “Doctor” ci mancherai.