Arriva oggi la sentenza di primo grado sulla questione che ha visto contrapposti Giulio Mogol e la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese. La Veronese, che ad oggi è amministratrice unica della Edizioni musicali Acqua Azzurra, si sarebbe opposta all’utilizzo dei brani co-firmati da Mogol e Battisti per colonne sonore di film e telefilm, spot pubblicitari, ma anche feste e celebrazioni di vario genere. Come si apprende da Il Fatto Quotidiano, il Tribunale di Milano ha disposto per Mogol un risarcimento pari a 2 milioni 651.495 euro, ma questo rappresenta per il celebre autore solo unna mezza vittoria. Sì, perché a risarcire i danni non sarà la vedova Battisti di tasca propria, bensì la casa di produzione gestita dalla signora Veronese, di cui Mogol detiene il 9% , mentre il 35% è detenuto dalla Universal Publishing.



Il sodalizio musicale più indovinato e amato di sempre ha trovato in queste ore una risoluzione definitiva. Stiamo – naturalmente – parlando di quello tra Lucio Battisti e Giulio Mogol. La coppia per eccellenza della musica italiana che, tramite le parole di Mogol e la musica di Battisti partoriva dei veri ed indimenticabili capolavori assolutamente contemporanei. Dal sodalizio perfetto al tribunale con la causa intentata da Giulio Mogol nel 2012 contro la società Acqua Azzurra Srl di cui è amministratore unico la vedova Battisti, Grazia Letizia Veronese. La moglie di Lucio Battisti ha sempre cercato di evitare che i brani del marito fossero costantemente “sfruttati” per feste, piazze e kermesse popolari che ha sempre prontamente bloccato sul nascere. Giulio Rapetti Mogol però, è co-titolare del 9% della società oltre che coautore del repertorio più amato della carriera musicale di Lucio Battisti. Così Mogol si è rivolto al Tribunale Civile di Milano e, dopo 4 lunghi anni l’avvocato Maria Grazia Mixia ha affermato che la causa si è conclusa ed è andata a favore del celeberrimo paroliere. Mogol prima ancora di essere uno stretto collaboratore di Lucio Battisti, fu suo amico e scopritore ma poi, le loro strade si separarono proprio per una questione legata alla ripartizione dei diritti. L’avvocato di Mogol ha spiegato che la società dovrà risarcire l’autore dei danni subiti nel corso di questi ultimi dieci anni per un totale di 2 milioni e 651.495 euro, più gli interessi e le spese legali perseguendo: “l’ostracismo opposto dalla vedova Battisti a qualsiasi utilizzo, promozione e celebrazione di brani del marito, e in particolare ha ritenuto illegittimo il rifiuto delle proposte di sincronizzazione in spot pubblicitari e colonne sonore di film delle note canzoni del repertorio Mogol-Battisti”. Giulio Mogol raggiunto al telefono da La Stampa ha affermato: “È la prima volta che un autore vince contro un editore. In un momento in cui il livello della canzone popolare è sceso moltissimo, riaccendiamo una candela a favore della qualità e dello spessore di un repertorio che è patrimonio della nostra nazione. È stata una battaglia dura, abbiamo portato fior di testimonianze, è stato sancito il diritto alla pubblicizzazione che fa rivivere queste canzoni. Rischiavano di scomparire”. Finalmente da questo momento, il vasto repertorio Mogol-Battisti tornerà a vivere.

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