C’è una buona notizia per tutti gli appassionati di musica: è tornato Nick Cave con un nuovo album. Peccato che il suo “Skeleton Tree” sia stato segnato inevitabilmente dalla tragica morte del figlio Arthur, il 15enne precipitato il 14 luglio del 2015 per diversi metri sulle scogliere di Ovingdean Gap, nell’East Sussex. E si sente tutto, nell’album di Cave, il dolore lancinante di un padre che mai avrebbe voluto sopravvivere al proprio figlio. L’innaturalità di un evento troppo difficile da sopportare porta Cave a confrontarsi con un lutto che ha allo stesso tempo qualcosa di essenziale e spettrale. Gli abissi dell’animo del cantautore australiano, già di suo un paroliere per nulla banale e sempre attento a cercare di esplorare i sentimenti umani, vengono scrutati con una lucidità che è tipica soltanto degli esseri sensibili. E nel primo estratto dall’album, “Jesus Alone”, non c’è spazio per orpelli: si viaggia in un oceano di puro dolore. Cave però non è soltanto musica, ma anche macchina da presa: per questo torna anche a far parlare di sé sul grande schermo con “One More Time With Feeling“, il film incentrato sulla realizzazione dell’album presentato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia. Cave è tornato, dunque, e proviamo a prendere in prestito le parole che concludono l’album per cercare di auto-convincerci che in fondo quest’uomo potrà provare a ripartire, senza mai dimenticare la tragedia che lo ha colpito:”It’s all right now”, è tutto apposto adesso.



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