La sera di venerdì 2 settembre ho avuto modo di partecipare, (seppure in extremis) all’ultima data del Tour di Davide Van de Sfroos al Carroponte di Sesto San Giovanni, denominato “Folk cooperatour”. E’ chiamato cosi perché abbandona la sua band storica e si unisce con un gruppo folk che si chiama “Shiver” molto giovane con lo scopo di ritornare alle sue origini. Il risultato di questo è che spariscono la fisarmonica, la batteria e il basso. Gli elementi con cui collabora sono: chitarrista acustico, violinista, contrabbassista, mandolinista+banjoista, tastierista+slide guitar.



Durante la serata Davide ha rispolverato gran parte dei suoi successi e ha voluto eseguire New Orleans pensando a quanto successo nelle zone del terremoto e raccontando al pubblico che fino a due giorni prima del cataclisma lui era proprio li per il suo tour. E mi ha colpito molto questo (io l’ho capito così): il fatto che ci ha fatto pregare facendo New Orleans e devo dire che il risultato è stato notevole. 



Vorrei concludere scrivendo due cose che mi hanno colpito. Mi impressiona che dopo tanti anni che canta sempre nello stesso modo c’è ancora tantissima gente che lo va a sentire e che quando il pubblica canta da sotto il palco sembra quasi di andare sopra la musica. Tornando a casa a piedi c’erano tantissime persone che nel tragitto si ricanticchiavano quello che avevano sentito. Questo significa che il suono modo di fare musica è e risulta ancora efficace.

(Lorenzo Azzimonti)

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