C’è qualcosa di inquietante nel video reso disponibile online in questi giorni del nuovo singolo tratto dal disco di grande successo della coppia Mina-Celentano “I migliori”, il brano “A un passo da te”. La spersonalizzazione e la scomparsa fisica dei due cantanti, forse i più celebri della canzone italiana almeno tra quelli ancora in vita, è in atto da tempo. Soprattutto per lei, Anna Mazzini, che da decenni rifiuta di apparire in televisione e rarissimamente in fotografia. 



Celentano continua ad apparire, ma sempre in spettacoli come quello recente all’Arena di Verona dove detiene il controllo massimo, oltre alla scrittura, dello  show e della sua immagine. Se non fosse per queste comparsate, i due sarebbero ormai una sorta di doppia icona fuori dal tempo e dallo spazio, come certi dittatori del passato di cui in realtà non si sapeva neppure se fossero vivi o morti, mantenuti artificialmente in vita tramite foto rigorosamente ritoccate e discorsi recitati da chissà chi.



Anche questa volta, per la loro nuova collaborazione, i due hanno scelto di “esserci-non esserci”. Hanno registrato un disco sì, ma poteva essere stato fatto dieci o vent’anni fa, i due spariti, morti o nascosti in un bunker atomico. Il video di “A un passo da te” porta questa sensazione a livelli massimi, quasi claustrofobici. Anche in passato i due avevano deciso di non esserci, però avevano scelto la via dell’autorionia, nel famoso cartone animato in cui sono Paperino e Paperina. Questa volta no.

Gran bella canzone, sicuramente la migliore di un disco che anche se ha fatto sfracelli di classifica, il più venduto in Italia nel 2016, non contiene canzoni particolarmente significative. E anche questo è un segno di questa loro disincarnazione: due geni della musica e del canto come loro potrebbero fare di meglio, molto di meglio, invece si lasciano condurre in operazioni fatte alla buona, con poca fatica, sfruttando giusto i loro nomi, garanzia di vendita.



“A un passo da te” è invece canzone convincente, che ricorda i vecchi classici di Celentano seppur arrangiata e suonata in modo moderno. Lei, Mina, non sembra invece quasi lei, ma forse anche questo fa parte del gioco.

E il video? Immagini in bianco e nero di grandi metropoli internazionali, New York, Tokyo e anche qui uno dice chissà perché invece di Milano o Roma. Nel finale appare Venezia ma è un contrasto di cui non si coglie il significato. Visioni notturne accelerate, traffico caotico, luci implacabili e ovunque cartelloni pubblicitari o foto sui muri dei due, colti non certo oggi, ma in anni passati, quasi a sottolineare la mistica della loro scomparsa. 

Immagini che disturbano, davvero sembrano i due dittatori di un mondo post moderno, dove domina l’assenza. O due dei. Alla fine li vediamo in tute da astronauti galleggiare nel spazio, dirigendosi verso il Sole mano nella mano.

Creature immateriali e che sovrastano noi comuni mortali. Non si mischiano con noi, ci guardano da dietro le luci, sono pura immagine, non entrano nella nostra banale quotidianeità. D’altro canto il disco si intitola “Le migliori”, ma non c’è ironia in questa definizione.

“Cosa c’è da capire?” chiede Mina negli ultimi istanti della canzone. Già: cosa c’è da capire? Forse nulla.