Nonostante le denunce, gli esposti, le prese di posizione, l’assassino torna sempre sul luogo del delitto.

Lunedì 16 gennaio alle ore 10 del mattino scatta la vendita sul sito Ticketone dei biglietti per il concerto degli U2 previsto a Roma il 15 luglio allo Stadio Olimpico. Decine di migliaia di biglietti venduti nel giro di pochissimi minuti, sol out annunciato ufficialmente alle 12 e 30. Ma dopo neanche mezz’ora dall’apertura delle vendite siti di bagarinaggio offrono già biglietti in vendita, ovviamente a prezzi stratosferici. Inutile la rabbia dei fan: Ticketone presenta i dati di vendita, tutto regolare, dicono, 600 biglietti sospettati di essere stati acquistati dai bagarini bloccati. 



Torniamo indietro di alcuni giorni: venerdì gli iscritti al fan club ufficiale della band irlandese avevano avuto modo di comprare il biglietto con diritto di prelazione: la domanda che viene da farsi, se tutto è stato regolare, è se sono allora i fan a fare i bagarini.

L’episodio ricorda quanto successo per il concerto dei Coldplay  (e non solo, ricordiamo quello di Springsteen lo scorso anno, ma generalmente per tutti i casi di concerti negli stadi o nelle arene) previsto questa estate allo stadio di San Siro, e anche quella volta, come con gli U2, l’organizzatore è l’agenzia americana LiveNation, finita sul banco degli accusati dopo che un inviato del programma Le Iene aveva dimostrato che la società (la sua affiliata italiana) vendeva quote di biglietti ai bagarini. La giustificazione? Riuscire a coprire i cachet “enormi” che chiedono soprattutto gli artisti stranieri. Vasco Rossi, da anni cliente di Live Nation, annuncia che cambia promoter. Non solo: il suo management rompe anche il contratto con Ticketone, passando a un’altra società di vendita biglietti, di fatto rompendoil monopolio esistente fino a oggi. Le domande al proposito sono tante e inquietano. 



Veniamo all’oggi: annunciata la vendita dei biglietti per il concerto di Vasco Rossi a Modena, il prossimo luglio. “Abbiamo trovato una soluzione in grado di garantire la massima trasparenza: a vantaggio del consumatore e dell’artista, il quale in fondo, è la parte che rischia di subire il maggior danno” dichiara Floriano Fini del Vasco Rossi Management. L’artista subirebbe il maggior danno? Forse non potranno più permettersi vino e champagne nei camerini?

C’è un solo attore che subisce danno ed è l’appassionato, costretto a corse antigene sul computer per riuscire a comprare un biglietto con meccanismi che nell’era tecnologica post moderna fanno ridere. 



Ridicolo spiegare, come ha fatto Ticketoone, che il sovraccarico delle domande rende difficile l’acquisto. Forse dovrebbero chiedere agli hacker di Mosca da fare da consulenti tecnologici. Il fatto è che la vendita di tanti biglietti su un solo canale di distribuzione è automaticamente disastrosa. Quel sistema digitale che doveva porre fine alle code che duravano anche una notte fuori dei punti vendita a cui per anni la gente si è sottomessa, si è dimostrato peggiore. Ma nessuno avanza proposte di vendita alternative e reali, nell’interesse del consumatore. 

Torniamo al caso U2: Bono e soci si dimostrano magnanimi e annunciano una seconda atta a Roma. Forse sarebbe stato meglio annunciare di rompere il contratto con LiveNation e abolire la possibilità di vendere in anticipo i biglietti ai membri del fan club?  Se io sono un bagarino e prendo 10 accessi al fan club (500$) ho i biglietti in prelazione ne prendo 4 per account e sono 40 biglietti e riprendo le spese di iscrizione e guadagno una marea rivendendoli.

Ma non è finita: a questo punto la Siae presenta un “ricorso di urgenza” al Tribunale civile di Roma “per tutelare sia i diritti dei propri associati (gli artisti, sempre loro, sia mai che nei camerini ci trovino solo patate) sia i consumatori” che sul mercato parallelo si ritrovano a pagare anche fino a dieci volte in più i ticket di ingresso. “Dopo aver visto che alcuni siti ieri, dopo 25 minuti dall’apertura della vendita dei biglietti sui canali ufficiali, hanno messo in vendita sul mercato secondario i biglietti a prezzi notevolmente maggiorati per il concerto del 15 di luglio, abbiamo deciso di agire immediatamente” è il commento di Gaetano Blandini, direttore generale di Siae. “Anche in questo caso abbiamo ottenuto l’adesione di Federconsumatori, con cui Siae ha siglato un protocollo d’intesa due anni fa, per intraprendere insieme tutte le azioni legali e mediatiche a tutela dei diritti dei consumatori”.

Bene: e adesso che cosa succede? Che significa ricorso d’urgenza? Nessuno lo spiega, neanche i media che riportano con enfasi la notizia sparandola ovunque. Di fatto è una procedura che provoca eventualmente un effetto civile e non penale ed è solo legato alla questione in oggetto e non all’intero sistema. Rapida ma indolore ma soprattutto mediaticamente efficace.

Siamo davanti a un cortocircuito totale: Siae, Ticketone, promoter, artisti, guardia di finanza: le cose vanno avanti così da anni, nessuno ne sapeva niente e adesso tutti in guerra per debellare il fenomeno de bagarinaggio? Gli artisti non si sono mai davvero chiesti da dove spuntassero i loro guadagni miliardari?

Eppure solo lo scorso gennaio diversi promoter di artisti come Jovanotti ed Eros Ramazzotti in una riunione ufficiale di tutti i produttori nazionali tenutasi a Milano nella sede dell’Agis si espressero a favore del dinamic pricing e del Secondary ticketing.

E poi: in cosa consistono le attività  innovative e specifiche di controllo che verranno messe in atto dalla Siae che è da sempre un organo anche di controllo come lo è la Guardia di finanza e che ha da anni con la istituzione del misuratore fiscale ha ampia possibilità di verifica della vendita dei biglietti e della loro destinazione? In cosa consistono le attività di controllo della Associazione dei Consumatori? Il management di Vasco Rossi annuncia, grazie l’accordo con “BEST UNION, società tutta italiana, con il circuito VIVA TICKET ci ha garantito la massima trasparenza. Basti pensare, per esempio, che: i biglietti saranno “tracciabili” economicamente e quindi si potrà identificare chi specula risalendo all’acquirenti”. Staremo a vedere. Intanto la vendita anticipata al fan club persiste e il fatto che si possano comprare dodici (!) biglietti per persona, induce qualche dubbio molto forte a proposito del bagarinaggio.

Claudio Trotta fino a oggi era stato l’unico organizzatore italiano a scendere in campo per combattere il bagarinaggio in tempi non sospetti con denunce ed esposti (anche noi del sussidiario in tempi non sospetti avevamo affrontato l’argomento). Adesso il proprietario della più longeva agenzia di concerti italiani, Barley Arts, ha organizzato una conferenza di lavoro, il 26 gennaio 2017 presso la Sala Grande del Teatro Franco Parenti di Milano dalle 11:00 alle 17:30: “la prima conferenza internazionale contro il Secondary Ticketing, ideata e prodotta da Barley Arts Promotion e che prevede la partecipazione selezionata e qualificata anche di operatori internazionali da tempo in prima linea nella guerra a questo fenomeno, che ha colpito duramente l’intera filiera internazionale dello spettacolo e dello sport”. 

Tra gli obiettivi del convegno, si legge ancora, è la costituzione di una struttura stabile e permanente di Osservatorio No Secondary Ticketing, sullo stile della FPM – Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale – che si occupi di monitorare il mercato identificando i casi di Secondary Ticketing e segnalarli alla Magistratura, di informare il consumatore sui rischi del secondary e di dare visibilità alle operazioni anti-secondary”.

Staremo a vedere anche in questo caso.

C’è però qualcosa di più grave dietro a tutto questo disastro ed è lo stesso Claudio Trotta a dircelo con una analisi realista e lucida: “Nel corso degli ultimi 15 anni qualcosa ci è sfuggito di mano, mentre alcune situazioni, anche imprevedibili, hanno preso il sopravvento e creato una serie di derive: una globalizzazione sfrenata e senza limiti ha comportato una crisi finanziaria mondiale che ha devastato il sano tessuto connettivo imprenditoriale, lasciando emergere e governare i poteri forti a tutti i livelli. Il potere economico ha consumato i valori culturali che legavano le attività al merito ed alle capacità dei singoli costringendo tutti, chi più chi meno, a fare i conti solo con la logica dei risultati aziendali senza avere più le possibilità e le risorse per investire sul futuro delle proprie scelte. In una parola siamo diventati servi della contingenza e non padroni della programmazione. E’ora che tutti cerchino di iniziare un lungo percorso alternativo a questo è che rimetta al centro l’etica del lavoro e la donna o uomo che sia al centro e non il “Sistema”.

Come si capisce, non è solo un problema di concerti: in ballo c’è qualcosa di più.