Nessun tema. Quello che dopo oltre un secolo torna al Teatro dell’Opera di Roma non è Michelangelo Arcangelo Pezza, meglio noto come Fra Diavolo. Ritenuto da alcuni un semplice brigante, Fra Diavolo e’ considerato da altri un eroe della resistenza borbonica, nel periodo delle guerre napoleoniche.
E’ protagonista di azioni di guerriglia contro l’esercito francese che invade il Regno di Napoli, nel 1799. Nel 1806, Fra Diavolo viene impiccato in Piazza Mercato a Napoli per ordine del generale francese Hugo: E’ invece il buffo ma elegante ladrone protagonista dell’’opera di Daniel Auber, uno dei lavori per il teatro in musica più popolari dell’Ottocento Si tratta di un’opera comica piena di intrighi in quel di Terracina. Ce ne state numerose versioni, Consisteva inizialmente e in diciotto brani musicali intervallati da dialoghi in prosa.
Debuttò, con grande successo all’Opéra-Comique di Parigi il 28 gennaio 1830, con interpreti principali, scelti tra i migliori cantati dell’epoca: Jean-Baptiste Chollet nel ruolo di Fra Diavolo, Geneviève-Aimée-Zoë Prévost nel ruolo di Zerlina, e Marie-Julienne Boulanger in quello di Lady Pamela. Fra Diavolo rimase in repertorio all’Opéra-Comique, con ben 909 rappresentazioni complessive fino al 1907, e riprese in quasi tutte le stagioni. Secondo le regole dell’opéra-comique, l’azione procede nelle scene recitate mentre la musica interviene nei momenti statici. Circa la qualità della partitura, si riporta il giudizio di René Leibowitz: “È una partitura non priva di pregi: vi si nota una disinvolta eleganza, una naturalezza di discorso che lasciano talvolta intravedere accenti rossiniani, ma che nell’insieme presentano una autentica originalità. La scrittura vocale, che assai raramente fa un cauto uso del bel canto, è forse l’elemento più personale di questa suggestiva composizione”. L’opera è stata tradotta in tedesco (in quell’occasione le parti dialogate vennero trasformate in recitativi accompagnati), in inglese ed in italiano.
La versione presentata all’Opera di Roma si basa su una traduzione in francese della versione italiana ‘di riferimento’ (con i recitativi accompagnati). Il libretto è una serie di intrighi sulle ruberie programmate dal ladrone (e da suoi buffi e poco competenti aiutanti) ai danni di una coppia di ricchi inglese. Si intreccia con la vicenda della figlia del titolare dell’albergo, dove sono scesi gli inglesi, che il padre vuole dare in moglie ad un ricco proprietario terriero, mentre lei è innamorata di uno spiantato carabiniere che la ricambia. L’azione è trasportata agli anni cinquanta – sessanta. Giorgio Barberio Corsetti, le scene di Massimo Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito e specialmente i video di Igor Renzetti, Alessandra Solimene, Lorenzo Bruno ci portano nel mondo dei fumetti di quegli anni, anche grazie ad un nuovo metodo a 3D. La parte costruita delle scene è pure su carte 3D derivate dal mais.
Quindi, al teatro boulevardier si dà un tocco surreale. Un giovane direttore britannico, Rory Macdonald, ha dato tempi veloci. L’orchestra, il coro ed il corpo di ballo lo hanno assecondato molto bene. Il cast è composto da cantanti – attori molto bravi. A mio avviso, i due giovani (Anna Maria Sarra e Giorgio Misseri)sono stati eccellenti. John Osborn, Roberto De Candia e Sonia Ganassi (un po’ sottotono l’8 Ottobre) sono professionisti di grande esperienza in questo genere di opera comica.
Il pubblico si è divertito ha riso ed ha applaudito a scena aperta ed al calar del sipario.