Il 24 ottobre, all’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) della Sapienza di Roma è stato presentato un originale e simpatico Flauto Magico compattato in circa quaranta minuti, pur mantenendo il carattere fiabesco e i lineamenti essenziali del libretto. Protagonisti Elio (senza “Le storie tese” nella veste di narratore nonché di Papageno e altri ruoli) e il soprano Scilla Cristiano, giunta all’ultimo momento perché la titolare, Julia Bauer, era indisposta. L’orchestra era il quartetto Ensemble Berlin composto da Luiz Felipe Colho (al violino), Christoph Hartmann all’oboe, Walter Kussner alla viola e Clemens Weigel al violoncello. Visto che il mini Flauto Magico era davvero mini, è stato preceduto da due brani di Mozart: il quartetto in fa maggiore per oboe ed archi K 370 e il Motteto “Exultate Jubilate” K 165. Una combinazione insolita in quanto Elio (al secolo Stefano Belisari) è un cantate principalmente di musica classificata leggera o pop (anche se nel 2000, all’Accademia nazionale di Santa Cecilia, è stato un applauditissimo protagonista dell’Opera da Tre Soldi di Brecht e Weill con la regia di Lorenzo Mariani e un cast stellare): pochi si sarebbero immaginati che, nel tour da lui dichiarato di “fine carriera”, avrebbe scelto l’opera più complessa e misteriosa di Mozart.
L’auditorium era pienissimo, c’era anche una fila di persone in attesa di biglietti eventualmente riportati alla biglietteria. Sul merito del concerto occorre sottolineare che ha fatto scoprire un grandissimo soprano, Scilla Cristiano, la quale ha affrontato con destrezza arie tra le più difficili dell’opera di Mozart, ridotta, ma di cui – come si è detto – veniva mantenuto il filo essenziale. Sinora Scilla Cristiano ha cantato principalmente in ruoli o teatri secondari. Ritengo che sia matura per ruoli importanti in grandi fondazioni liriche. Molto buono anche il quartetto d’archi, una formazione giovane, fresca e affiatata.
Veniamo ora a Elio. Non è più giovanissimo (è nato a Milano nel 1961), ma regge bene uno spettacolo in gran misura sulle sue spalle sia come narratore, sia come attore, sia come cantante. Pochi sano che il gruppo Elio e le Storie Tese (talvolta abbreviato in EelST o Elii) è stato creato nel 1980 quando il cantante era uno studente universitario al Politecnico (Elio è laureato in Ingegneria elettronica). Il gruppo ha conosciuto, nel tempo, una popolarità sempre crescente, alimentata prima dalla circolazione di registrazioni bootleg dei loro spettacoli in locali come il Magia Music Meeting e lo Zelig di Milano, poi dalla pubblicazione dei primi album e dalle numerose apparizioni in televisione.
Conosciuti particolarmente da un pubblico giovanile, nel 1996 divennero famosi a livello nazionale per la loro prima partecipazione al Festival di Sanremo classificandosi secondi ma vincendo il Premio della Critica. Nel 2011 sono stati incoronati da Rockol e dai suoi lettori come “artisti italiani del decennio 2001/2010”. Nel 2012 hanno vinto un referendum del Mei (Meeting degli indipendenti), che li ha eletti artisti simbolo della musica indipendente italiana. Tutti i loro album sono diventati disco d’oro in Italia. Nel 2013 hanno partecipato per la seconda volta in carriera a Sanremo, dopo 17 anni d’assenza, classificandosi nuovamente secondi e vincendo di nuovo il Premio della critica, quello per il “Miglior Arrangiamento” e il “Premio della Sala Stampa Radio, Web e TV”.
Il 17 ottobre 2017, durante un’intervista alla trasmissione televisiva Le Iene, hanno annunciato lo scioglimento della band dopo 37 anni di attività, che avverrà dopo il cosiddetto Concerto Definitivo che si svolgerà il 19 dicembre al Mediolanum Forum.
C’è un nesso tra il termine di una carriera brillante e l’opera più ambigua di Mozart?