Il cantautore Max De Angelis ha commentato con dolore la notizia della morte del collega Enrico Boccadoro. “Abbiamo condiviso l’esperienza di Sanremo nel 2005 e molto altro… un umilissimo e talentuoso artista, persona cordiale e riservata”, ha scritto l’artista su Facebook. “La vita poi si sa, ti fa prendere rotte diverse, ma la mia stima per lui è sempre stata sincera e costante”, ha proseguito Max De Angelis, per poi concludere. “Partecipo con sentita commozione al dolore della famiglia. Fai buon viaggio Enrico. Non ho parole… RIP”. Sui social si susseguono i messaggi di chi ha avuto modo di conoscere Enrico Boccadoro: “Enrico caro, sono davvero felice di averti incrociato in una delle fasi più caotiche e piene della mia e forse anche della tua vita! Ti arrivi un sorriso delicato – simile a quelli che ti caratterizzavano – ovunque tu ti trovi adesso”, ha scritto Veronica Ventavoli. (agg. di Silvana Palazzo)
FUORICONTROLLO, “UN POETA DEI NOSTRI GIORNI”
Sono tanti i messaggi sui social per ricordare e salutare Enrico Boccadoro, il cantautore morto all’età di 42 anni. Tra questi c’è quello di una giovane band, Fuoricontrollo, che ha scritto un messaggio su Facebook: “Ciao Enrico, apprendiamo improvvisamente una notizia che ci ha sconvolto, ha sconvolto noi, i tuoi amici i tuoi fans. Siamo increduli…il nostro primo pensiero va ai tuoi cari”. Per ricordarlo hanno pubblicato qualche secondo del messaggio WhatsApp che mandò loro quando scrisse “Ci vuole amore”. I ragazzi lo hanno definito un “poeta” e lo hanno ringraziato per l’amore che ha speso per loro: “Nelle tue parole e nella melodia la tua sensibilità, la preoccupazione e la speranza per il futuro, la voglia di non fermarsi mai. Oggi non sei più con noi, ma sarai sempre con noi… attraverso le tue poesie in musica”. SIAE invece ha pubblicato su Twitter un breve messaggio: “Diamo l’addio a Enrico Boccadoro. Il giovanissimo cantautore tra temi sociali e intimisti aveva partecipato nel 2005 alla sezione Giovani di Sanremo con il brano Dov’è la terra capitano”. (agg. di Silvana Palazzo)
I SUOI ULTIMI LAVORI PER IL TEATRO
Era considerato una vera promessa della musica italiana, Enrico Boccadoro, sebbene avesse iniziato a compiere i primi passi nel mondo artistico da giovanissimo. Ancora nel fiore dei suoi anni, il prossimo 11 dicembre ne avrebbe compiuti 43. Non è chiaro il motivo della sua morte anche se, vista la giovane età, non si esclude che a portarlo via possa essere stato un brutto male. Fino a pochi mesi fa, la sua attività di autore musicale proseguiva florida: lo scorso giugno è stato autore ed interprete di due brani originali nati sulla base di antiche canzoni religiose Ebraiche e riproposti durante lo spettacolo teatrale “50 anni Ebrei di Libia” andato in scena al Teatro di Roma-Teatro Argentina. Autore in passato di numerosi brani sempre per il teatro, in tanti lo ricorderanno per le sue esibizioni durante i concerti di importanti nomi del panorama musicale italiano del calibro di Laura Pausini, Massimo Di Cataldo ed Ivan Graziani. Intanto sul social Twitter si raccolgono ancora oggi le reazioni di sconcerto alla notizia, con messaggi ricchi come quello scritto questa mattina da un’utente e che bene riassume il senso della seppur breve vita di Boccadoro: “Vivrai per sempre attraverso la tua musica”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL SUO IMPEGNO PER IL SOCIALE E PER LA TERRA
La notizia della morte di Enrico Boccadoro, giovane cantautore appena 42enne, ha lasciato tutti senza parole. In molti lo ricordavano per la sua canzone presentata sul palco dell’Ariston in occasione del Festival di Sanremo 2005. Brano di un’intensità e sensibilità straordinarie e nel quale Boccadoro ribadiva anche il suo impegno per i temi sociali. Di recente, lo scorso luglio, al Villaggio per la Terra 2017 il cantautore aveva lasciato il suo impegno per la terra. Il suo messaggio era stato condiviso da EarthDay Italia, l’associazione italiana che opera per promuovere la formazione di una nuova coscienza ambientale, nel quale il 42enne asseriva: “Da oggi il mio impegno per la terra è difenderla e proteggerla attraverso una spesa intelligente, attraverso un’alimentazione intelligente che proviene dalla terra. Fallo anche tu, io ci tengo”. La stessa organizzazione ha voluto ricordare ieri Enrico, dopo la notizia della sua morte, riportando su Twitter il video messaggio del cantautore scomparso e ricordando una strofa della canzone che lo ha reso celebre (Dov’è la terra capitano): “Grande tristezza per la scomparsa di #EnricoBoccadoro apprezzato sul palco del #VillaggioperlaTerra per il brano dedicato alle speranze dei migranti. Lo ricordiamo con questo messaggio per l’ambiente che registrò quel giorno”, ha scritto EarthDay Italia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
https://twitter.com/EarthDayItalia/status/934851470901628928/video/1
SCONCERTO SUI SOCIAL
La notizia della morte di Enrico Boccadoro, da alcune ore si rincorre sui social spiazzando gli addetti ai lavori e non solo. In tanti collegano il nome del cantautore scomparso all’età di 42 anni (a breve ne avrebbe compiuti 43) alla sua partecipazione al Festival di Sanremo del 2005 nella sezione Giovani con il brano che contribuì ad accrescere la sua popolarità, “Dov’è la terra capitano”. La canzone gli fece guadagnare il premio AFI come miglior brano d’autore di quella edizione sanremese. Nonostante la sua giovane età vantava una carriera ricca di esperienze in ambito musicale, avendo iniziato a compiere i primi passi nel mondo della musica dall’età di 16 anni. Sui social, insieme alla notizia della sua prematura scomparsa per cause non rese note, sono anche molteplici i messaggi di sconcerto da parte di chi non ha mai dimenticato il suo talento. “Uh che triste notizia. La sua canzone “Dov’e’ la terra capitano” e’ splendida e attualissima. RIP…”, scrive un utente condividendo il suo brano sanremese. “Riposa in pace”, ha commentato un altro su Twitter, dove l’hashtag con il nome del cantautore inizia a diffondersi rapidamente. Ed ancora, “Ciao dolcissimo angelo”, come lo ha voluto ricordare la cantautrice Sonia Mariotti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LA SUA PARTECIPAZIONE A SANREMO NEL 2005
Enrico Boccadoro è morto: lo ha riferito all’Ansa il fratello Giorgio, attraverso un’amica di famiglia. Il cantautore, deceduto ieri all’età di 42 anni, aveva partecipato al Festival di Sanremo nella sezione Giovani del 2005 con il brano “Dov’è la terra capitano”, che gli valse il premio Afi come migliore canzone d’autore. Il videoclip della canzone è stato diretto da Silvio Muccino. Seguì un album con 12 canzoni che spaziano tra temi sociali e storie d’amore. Boccadoro, che era nato a Roma l’11 dicembre 1974, avrebbe presto compito 43 anni. Sin da giovane ha scritto canzoni, infatti ha debuttato appena sedicenne al Festival di Castrocaro nell’edizione del 1991 a cui parteciparono anche Nek, 883 e debuttava Laura Pausini. Nel 1994 pubblicò il suo primo album, “Stanno amandosi”. Seguirono molte esperienze Live, dal 1995 al 1997, con esibizioni durante i concerti di artisti come Laura Pausini, Massimo Cataldo e Ivan Graziani. Autore tra l’altro dell’inno “Lazio ti amo”, Enrico Boccadoro ha realizzato di recente due brani originali, composti su antiche canzoni religiose ebraiche, presentate lo scorso giugno nello spettacolo al teatro Argentina di Roma “50 anni Ebrei in Libia”.
MORTO IL CANTAUTORE ENRICO BOCCADORO: LA CARRIERA
Sono ancora ignote al momento le cause della morte di Enrico Boccadoro, un artista che ha avuto anche una carriera come autore di musiche e sigle di programmi televisivi, oltre che in ambito teatrale. Nel 2007, ad esempio, è tra gli autori delle musiche originali dello spettacolo teatrale “Mettici la faccia”, interpretato dall’attore Max Giusti. Ma si è fatto anche portavoce di problemi sociali e di tematiche delicate come la salvaguardia dell’ambiente: “Il mio impegno per la terra è difenderla e proteggerla attraverso una spesa intelligente e un’alimentazione intelligente che proviene dalla terra”, aveva dichiarato al Villaggio per la Terra 2017. Ospite dell’Earth Day di Roma, la giornata mondiale della Terra, interpretò in versione acuta la canzone di Sanremo e “Semplicemente amore”. Restano i suoi testi profondi, come quello di “Dov’è la terra capitano”, nel quale scriveva: “E salutiamo qualcuno che non c’è, con un biglietto stretto nella mano che quasi quasi costa più di me”.