Che bello se si potesse portare in una aula di tribunale un pianoforte, e invece che elencare codici e codicilli, accusare e difendere (magari sapendo che il proprio cliente è colpevole, ma questo è il lavoro dell’avvocato per il quale ci vuole un bel pelo sullo stomaco) lasciare che siano le note di pianoforte a fare colpo su giurati e giudici. Remo Anzovino, che di giorno fa l’avvocato penalista, dunque ha che fare anche con casi gravi, omicidi e violenze ad esempio, e di notte il pianista classico, forse sarebbe la persona giusta per un esperimento del genere: “La toga  è un oggetto sacro che indosso da quando avevo 26 anni e che rende tutti uguali di fronte alla legge e al giudice, l’avvocato ricco e l’avvocato povero. Quando la indosso svolgo una funzione attraverso la quale posso quotidianamente raccontare a un giudice una storia dal mio punto di vista, la storia di un uomo, l’imputato”, ha detto, senza però spiegare come se la cava quando deve difendere una persona chiaramente colpevole.



Musicalmente invece da un paio di mesi ha pubblicato il suo nuovo disco, “Nocturne”, ispirato, come spiega lui, ai Notturni di Chopin, filtrati però dai suoi ascolti moderni, artisti rock e jazz come Joy Division, Brian Eno, Mile Davis, Led Zeppelin, The Cure, Steve Reich. Il risultato è un disco di 14 strumentali per solo pianoforte in cui narra la storia di un uomo in una notte, “immaginare un uomo qualunque che una notte, trovandosi da solo, ripensa a cosa ha fatto e cosa non ha fatto, e cerca di immaginare il futuro”. Brano simbolo del disco è Hallelujah, non il celebre brano di Leonard Cohen inciso un po’ da tutti, ma autografo, un pezzo che, spiega, gli è venuto “subito dopo aver ascoltato le parole di papa Bergoglio che ha risposto ‘chi sono io per giudicare’ a chi gli chiedeva cosa pensasse degli omosessuali”. Lo definisce “una preghiera laica”, che di solito è l’escamotage che usano i non credenti per dire che, pur non credendo in Dio, provano gli stessi sentimenti dei credenti. Il che spesso, togliendo Dio di torno, finisce per essere sentimentalismo allo stato puro. Ma si può anche dire che, a volte, un non credente venga toccato in modo inequivocabile dalla mano di Dio, anche se l’uomo, dopo qualche lacrima, prontamente la ritira.



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