Ormai è un dibattito a senso unico. Nel momento in cui qualcuno ha deciso che le persone nascono senza sapere a che sesso appartengono nonostante “un apparato fisico” che le distingue in due sessi ben evidenti, che senso ha ormai continuare a ricordare che appunto gli esseri umani appartengono al sesso femminile e a quello maschile? Che senso ha spiegare che la natura è quella che è? Vi diranno: no, è la società che ci impone una sessualità invece che un’altra e possiamo sempre cambiarla. Inutile cercare di dire che piuttosto è vero il contrario: che è la società a imporre in modo subliminale e anche no, soprattutto no, che non abbiamo una appartenenza sessuale specifica e che, come in tutte le altre cose, siamo liberi di scegliere: “io sono mia/o”. E’ quanto ha spiegato la cantante Pink, nota da sempre per le sue battaglie sul genere e la libertà sessuale, in una intervista al giornale inglese Sunday People: “La mia intenzione è di crescere mia figlia ‘gender neutral’, senza farla sentire maschio o femmina, lasciarla fare le sue libere scelte che non siano dettate dalla società che decide che una persona debba o non debba essere donna”.
Attenzione, miss Pink, ha già fatto un autogol: ha deciso di che sesso è sua figlia, dicendo che la società non debba dire alle donne che cosa o no debbano essere. “Siamo una famiglia senza etichette ” ha detto ancora “e sono felice che mia figlia frequenti una scuola che ha un approccio senza definizioni sessuali, ad esempio il bagno dell’asilo ha la scritta, “Gender Neutral, chiunque”. Ho fatto una foto e ci ho scritto: Progresso”. Vero nome Alecia Beth Moore, Pink durante la consegna di un premio musicale tenne un discorso in cui spiegò la sua battaglia per insegnare a sua figlia ad autoaccettarsi. Secondo autogol: insegnare a una figlia a d autocettarsi significa insegnarle ad accettarsi come donna, altrimenti le si insegna a fuggire da se stessa (lo stesso vale per il maschio ovviamente). Ma da cosa Pink avrebbe capito i problemi della figlioletta? Quando una volta, spiega, lei le disse di sentirsi la ragazzina più brutta della terra perché assomigliava “a un ragazzo con i capelli lunghi”. Verrebbe da dire: terzo autogol, ma ve lo lasciamo giudicare a voi…