Si chiude in grande stile con due splendidi concerti l’edizione 2017 del TrentinoInJazz. Inaugurata lo scorso maggio, snodatasi nel corso di un’intera estate e dell’autunno, la rassegna ha toccato ogni luogo delle valli trentine coinvolgendo centinaia di musicisti e professionisti che hanno animato le due stagioni all’insegna dell’ottimo jazz, sempre aperto a deviazioni e risvolti sorprendenti. TrentinoInJazz 2017 si conclude dunque con due appuntamenti che riassumono due tronconi decisivi per il festival, quello più vicino alla connessione tra vari generi (jazz, rock, colto, contemporaneo) e quello più focalizzato sul jazz, con un’inevitabile apertura a musiche dal mondo, tra improvvisazione e composizione.
Sabato 9 dicembre a Trento, all’interno del cartellone Ars Modi/Katharsis, il concerto del Sonata Islands Quartet, con Emilio Galante (flauti), Eloisa Manera (violino), Bianca Fervidi (violoncello) e Davide Tedesco(contrabbasso). Un anomalo quartetto per flauto e archi che emula l’organico classico ma sostituisce la viola con il contrabbasso evocando tracce di rock e jazz. In programma musiche degli anni 2000: una suite da Spasimo, celebre composizione di Giovanni Sollima, dedicata alla chiesa sconsacrata sulle mura dell’antica Palermo; una reinvenzione post-moderna di un song della grande tradizione del musical, May in Paris di Emilio Galante, ricostruzione di sapore stravinskiano di April in Paris; un Phase quartet di Eloisa Manera, dove si sente il modello di Steve Reich. A queste si aggiungono le nuove versioni di musiche registrate in Sonata Islands goes RIO (album del 2012 pubblicato da AltRock con notevoli riscontri internazionali), in particolare tre composizioni di Fred Frith, Norrgarden Nyla, Snake eating its tail e Hands of the Juggler.
Domenica 10 a Rovereto chiude l’intero cartellone del TrentinoInJazz e della sezione cittadina TrentinoIn Jazz Club il Frida Quartet. Il quartetto, nato da pochi mesi, propone un repertorio di composizioni originali scritte da Michael Rosen – sassofonista statunitense ormai seminaturalizzato italiano, che ha trovato a Rovereto una sorta di seconda casa – e dal pianista Stefano Raffaelli. Frida Quartet, con la presenza anche di Emilio Galante (flauto) e Domenico Santaniello (contrabbasso), lavora su una forte contaminazione di espressioni musicali diverse, dalla musica popolare europea al tango argentino, fino a rimandi etnici africani e sudamericani. La caratteristica del Frida Quartet, ovvero l’assenza di strumenti percussivi, fa sì che si pongano naturalmente in risalto le linee melodiche dei due fiati, l’interazione tra i musicisti è costruita su quanto nasce di estemporaneo, interplay e gioco.
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