Nonostante gli esposti alla Procura, le inchieste televisive le denunce in prima persona di un promoter come Claudio Trotta (Barley Arts, quella che porta in Italia fra gli altri anche Bruce Springsteen), audizioni alla Camera, non sta cambiando nulla. Forse si è stati ingenui a pensare potesse succedere in poco tempo, o forse a chi di dovere di qualche migliaio di frichettoni che vanno ai concerti non frega più di tanto. 



D’altro canto siamo il paese del Festival di Sanremo no? Dove la musica è un sottofondo buono per le sale d’aspetto del dentista o quando si usa l’ascensore. Mica le procure hanno tempo per indagare su queste cosucce.

L’ultimo caso riguarda il concerto di Lady Gaga: prevendite ufficiali previste per il 13 febbraio, biglietti già in vendita sui siti di bagarinaggio il 9 febbraio. Era successo lo stesso pochi giorni prima per il concerto di Ed Sheeran. E’ successo ancora ieri per Nick Cave, biglietti immediatamente in vendita su siti pirata. La Siae fa denuncia, in tutti i casi, ma serve a qualcosa? Benissimo. Il che significa due cose: i siti di secondary tickening continuano a essere riforniti da chi organizza i concerti opromettono in anticipo sapendo che al momento dell’inizio della prevendita hanno facile, facilissimo accesso all’acquisto grazie a tecnologie che invece i siti di vendita ufficiali non sanno neanche come si chiamano. E vengono tranquillamente gabbati, loro e i fan.



Nella conferenza organizzata da Barley Arts (“La negazione del secondary ticketing”) nelle settimane scorse per discutere la problematica, abbiamo visto l’appoggio da parte di vari artisti, quali Niccolò Fabi, Piero Pelù, Ron, Ligabue, Elio delle Storie Tese e di alcuni promoter. “Il Secondary ticketing per me e per chi lo contrasta seriamente è da combattere perché appiattisce il mercato che è sempre più monopolio di una grande multinazionale che non si preoccupa di fare realmente cultura facendo anche profitti ma che si occupa solo di fare fatturato affinché le azioni in borsa salgano. L’appiattimento culturale, del gusto (vedi anche quello che succede con il cibo) in atto è una cosa grave in tutti i campi” ha spiegato Claudio Trotta.



Resta che gli artisti del maggior indiziato di favorire il bagarinaggio, come da confessione dello stesso amministratore delegato, Live Nation, hanno preso posizioni vaghe e fumose, senza troncare realmente i rapporti di lavoro con questa agenzia. L’unico Vasco Rossi, senza però chiarire esattamente con chi adesso lavori, chi organizza i suoi concerti, con il sospetto si tratti di agenzie in qualche modo legate a Live Nation stessa. Per l’occasione è nata infatti, dal nulla, una misteriosa agenzia di promozione. “Gli artisti e cantanti dovrebbero sentire la responsabilità di prendere una posizione anche con azioni concrete contro questa speculazione, invece troppo spesso fanno finta o non si interessano di nulla” aggiunge ancora Trotta.

C’è infine una connivenza di molti esponenti dei media italiani, forse preoccupati di non ricevere più interviste esclusive, biglietti omaggio e apparizioni televisive. Emblematico il caso dei Coldplay, rappresentati in Italia da Live Nation e protagonisti di uno dei casi di bagarinaggio più eclatanti dell’anno, che durante il passaggio alla trasmissione Che tempo che fa, il conduttore intervistandoli si è guardato bene dal fare loro domande sull’argomento. Lo stesso è successo con Robbie Williams, che si è goduto la promozione (e l’ingaggio) di Sanremo senza che nessuno gli chiedesse conto di quanto denunciato dalla Bbc, e che cioè la sua agenzia vende biglietti ai bagarini.

E allora? Ci godiamo il ballo dello scimmione.