Ha aperto ufficialmente la gara tra i “Big” al Festival di Sanremo 2017 con la canzone “Fa talmente male“. Il brano è destinato a diventare una hit: entra in testa e non ne esce più, è grintoso, energico e al tempo stesso passionale. La canzone scritta da Roberto Casalino coniuga anime musicali diverse: il pop, ad esempio, si mescola con i ritmi gitani dando forza e colore al testo del brano. Giusy Ferreri parla di un amore in crisi, giocando con le parole. “Fa talmente male” con spazio e poi “fatalmente male” senza spazio. Intrigante la chiusura: “Il tuo silenzio è già fatale, ogni istante fa talmente, fatalmente male per me”. Una scelta molto interessante quella dell’autore del testo che ben si sposa con le sonorità della canzone. Quello che può essere un tema “abusato” al Festival di Sanremo viene riproposto con originalità da Giusy Ferreri con la canzone “Fa talmente male”.
Quanto fa male un amore che finisce? Quanta sofferenza, come un coltello che gira e rigira nel cuore provocando nuove ferite? Il tempo lenisce ogni cosa, almeno quasi sempre, ma l’istante in cui l’amore finisce sembra essere eterno. Per Giusy Ferreri, cantare un tema come questo è quasi naturale. La sua voce graffiante, melanconica, è già ricca di sfumature addolorate, ci ha abituati così da tempo, e questo testo si cala alla perfezione nel suo repertorio. Già la descrizione atmosferica, un giorno di pioggia, ci cala sin dall’inizio in questo dolore: “Se fuori piove È l’illusione che qualcosa ancora si muove I sintomi dell’amore sono altrove Ci siamo fatti trasportare Dall’odore di sensazioni nuove Incapaci di dissolvere nell’aria le speranze”. In questa situazione, l’altro tace, ed è la cosa peggiore. Meglio lasciarsi discutendo, che nel silenzio che affoga ogni sentimento: “In assenza di risposte formulo domande. Vorrei sentirti dire Che a tutto ci sarà una soluzione Non sento più il rumore della voce Il tuo silenzio è già fatale Ogni istante fa talmente Fa talmente male”. La canzone esprime benissimo tutta l’impotenza di chi vede crollare a poco a poco tutta la propria vita e le basi sulle quali l’aveva costruita: “Che dici se riuscissimo a evitare La fine più banale Ogni istante fa talmente Fa talmente male”. E come sempre al dolore subentra la rabbia, l’accusa, l’altro diventa un nemico: “Non c’è niente che A questo punto devi farti Perdonare perché non c’è più Nulla che mi devi Amore, hai colpe da espiare Impossibile per me restare ad osservare Troppe le complicazioni da considerare”. E’ finita, “non sento più il rumore della voce, il tuo silenzio è già fatale”. E fa male, fa talmente male.