Dire grazie anche davanti a una storia che si è conclusa: ci vuole coraggio. Lo esprime bene Leonardo Lamacchia nella sua bella canzone, “Ciò che resta” che porta a Sanremo, di impostazione classica, elegante e melodicamente significativa, Ciò che resta. Nel testo si comincia con una immagine triste, desolante: le scarpe di lei lasciate lì, “le tue scarpe colorate accanto alle mie scuse”. Scuse evidentemente non sono bastate, ma nonostante la sua assenza qualcosa è rimasto. Non molti che vivono una situazione del genere sono capaci di riconoscerlo, si lasciano invece andare a recriminazioni e rabbie. Per Leonardo invece “come una canzone che al mattino esplode forte nella testa sei tutto ciò di bello che resta”. Da lei ha imparato molte cose: “facciamo un giro non so bene dove, hai lasciato le tue scarpe colorate sono accanto alle mie scuse, hai capito bene ho detto scuse”.mE soprattutto ha imparato a dire grazie, una parola che non usa più quasi nessuno: “veloce passa un altro mese grazie mille per le idee confuse questa volta non ti sei portata via hai capito bene ho detto grazie mi piace l’ho imparato da te. Per una canzone come questa Leonardo Lamacchia è stato aiutato da una firma storica della musica italiana, Mauro Lusini, autore di C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones e Gianni Pollex. 

Leonardo Lamacchia “Ciò che resta”

C’è solo un posto
se ti va puoi salire
facciamo un giro
non so bene dove

Hai lasciato
le tue scarpe colorate
nell’ingresso
sono accanto alle mie scuse

Sì, hai capito bene
ho detto scuse
a volte non mi suona
facile

Sì, hai capito bene
ho detto scusa
perché sai
ho imparato da te

A vivere ogni istante
come viene
cadere e poi rialzarsi
e ripartire

E ridere
ogni volta
come fosse l’ultimo sorriso
che rimane

Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta

Così, così, così
che veloce passa un altro mese
grazie mille per le idee confuse
questa volta non ti sei portata via

Sì, hai capito bene
ho detto grazie
perché mi piace
l’ho imparato da te

A vivere ogni istante
come viene
cadere e poi rialzarsi
e ripartire

E ridere
ogni volta
come fosse l’ultimo sorriso
che rimane

Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta

Ho perso troppo, sbaglio
urlare mi fa stare meglio
ma non ho perso mai la forza
non ho perso mai la forza
non me ne vergogno
è vero, piango troppo spesso
ma non ho perso mai la forza
proprio come te

E vivere ogni istante come viene
mischiare tutto fino a farsi male
ridere ogni volta come fosse l’ultimo che rimane

Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta

E in questa stanza
fermo l’universo
lasciando ogni ricordo al loro posto
continua a camminare ad ogni passo
sai non sento più dolore
senza perdermi un secondo
come fa una stella in pieno giorno
perché non vedi lì davanti
tutto il respiro dei diamanti

C’è solo un posto
se ti va puoi salire