Dice, partecipi a X Factor con una canzone scritta appositamente per te da Tiziano Ferro, ovvio che vinci facile. Così è stato per il giovane Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X Factor. Ma naturalmente un professionista come Tiziano Ferro non va in giro a scrivere canzoni per chiunque, solo per chi ne riconosce il talento, e così è stato. Michele Bravi approda così a Sanremo dove presenta il brano Il diario degli errori, di cui è anche questa volta solo interprete. Una lunga meditazione sugli errori, gli sbagli, le promesse mancate, i tradimenti che nella vita capita a tutti di fare. Un bel testo, anche se fa un po’ a pugni con l’età dell’interprete: Michele Bravi è giovane e lo dimostra. Questa è una canzone che sarebbe risultata più credibile cantata da un interprete di una certa età, perché quest’aria di rammarico e pentimento suona forzata dalla bocca di un ragazzo. “Ho lasciato troppi segni Sulla pelle già strappata Non c’è niente che si insegni prima Che non l’hai provata Sono andato sempre dritto come un treno Ho cercato nel conflitto  La parvenza di un sentiero Ho sempre fatto tutto in un modo solo mio E non ho mai detto resta se potevo dire addio”: non sembra di risentire il super classico My Way di Frankk Sinatra, meditazione sugli errori di una vita da parte di un uomo anziano? “Ho giocato con il fuoco  E qualcuna l’ho anche vinta Ma ci è mancato poco Mi giocassi anche la vita”: qua addirittura si parla di aver rischiato la vita, francamente un po’ troppo. “Poche volte ho dato ascolto a chi dovevo dare retta Ma non ne ho tenuto conto Ho sempre avuto troppa fretta Almeno tu rimani fuori  Dal mio diario degli errori Da tutte le mie contraddizioni Da tutti i torti e le ragioni Dalle paure che convivono con me Dalle parole di un discorso inutile”: a questo punto si inserisce un elemento nuovo, entra in gioco un’altra persona, una ragazza, e si desideri che “almeno tu” possa rimanere fuori dai miei errori. Sarà possibile? Domanda che si rafforza nel finale, come in una sorta di confessione di umana debolezza: “Ho guardato nell’abisso di un mattino senza alba Senza avere un punto fisso  O qualcuno che ti salva  Almeno tu rimani fuori Dal mio diario degli errori Da tutte le mie contraddizioni Da tutte le mie imperfezioni Dalle paure che convivono con me Dalle parole di un discorso inutile Almeno tu rimani fuori”.



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